elaborando

Sen-coseno, cosen-seno. Sen-seno, cosen-coseno.
Ti svegli, sono si e no le cinque e mezzo, e la mente ti riporta questa cantilena. E poi un parola, proveniente dal lontano passato: prostaferesi.

Evitate il tranello della facile assonanza: non c'entra nulla con la prostata, che pure, a quell'ora del mattino e a una certa età, potrebbe influire sul pensiero del risveglio. Perché prostata deriva da pro e statos, e vuol dire "che sta davanti", e infatti là sta, invece prostaferesi deriva da prosthesis e aphaeresis, "somma e sottrazione".
E di questo si trattava, quattro formule di trigonometria per convertire somme e sottrazioni di seni e coseni, in prodotto di seni e coseni di somme e sottrazione di angoli. E se mi fossi capito da solo, sarebbe già un bel risultato, ma non è questo il punto.

Il punto è che io ho sprecato, e tuttora sto sprecando, un pezzetto di cervello per conservare un'informazione assolutamente inutile; e questo a partire dalla quarta liceo, se non ricordo male.
Per carità, un'indagine su Wikipedia riporta che nel '500 le quattro formule di prostaferesi, o meglio le loro inverse, dette di Werner, hanno semplificato la vita degli astronomi, consentendo di ridurre lunghe moltiplicazioni a più semplici addizioni e sottrazioni.
Poi però arrivarono i logaritmi, una rivoluzione. E pure quelli, che mi hanno angosciato la vita nello stesso anno, la quarta liceo, poi sono tramontati, complici calcolatrici e calcolatori, che il Signore benedica entrambi.

Ma allora perché il cervello spreca spazio per cose simili? Ho fatto la quarta liceo nel 1969/70, il tempo di un respiro e faranno quarant'anni. E io, per tutto questo tempo, mi sono portato sempre dietro queste quattro informazioni?
Quando mi sono sposato, ad esempio, se il prete, invece di «Vuoi tu ecc. ecc.»,  mi avesse chiesto: «Sen-alfa-più-sen-beta?», zac, sarei partito con «seno-somma-coseno-differenza», ce l'avevo lì. Idem in altri momenti cruciali, sempre lì, pronte, in momenti di gioia, di dolore, di relax, al mare.
Va bene, proprio pronte no, anche poco ho dovuto fare mente locale per riscriverle.

Mi ha spesso sorpreso l'analogia tra il comportamento della memoria umana e il modo di archiviare i dati in un calcolatore.

In una macchina, i dati che servono di frequente stanno in memoria ram, altrimenti sul disco fisso, o infine su un nastro. Okkei, oggi forse più su supporti ottici, ma io sono della generazione che all'università aveva il suo tape personale, portate pazienza.
Quando servono dati che stanno sull'ultimo livello bisogna prima riportarli in linea. E se per i supporti ottici c'è un braccino artificiale che pesca quallo che serve, tipo distributore di videocassette o dvd per intendersi, per i nastri c'era l'omino che fisicamente recuperava la cassetta e la inseriva nell'apposito lettore. Quindi ci voleva tempo.
Perché si fa una cosa simile? Semplicemente perché su un supporto ottico o su un tape le informazioni stanno in molto meno spazio e costano molto meno soldi. E ce ne stanno anche molte di più.

Allo stesso modo, capita che mia moglie mi chieda: «Ti ricordi quando abitavamo ancora nell'altro appartamento, come si chiamavano i tipi del piano di sopra?». Buio, niente, nemmeno un appiglio.
Poi, mezz'ora più tardi, stai guidando e ti si materializzano davanti agli occhi: Rossi, Piero e Lucia, ecco, proprio loro.
Evidentemente i coniugi Rossi sono stati recuperati dall'equivalente mentale del nastro, un posto dove occupano meno spazio anche se serve più tempo per riportarli in primo piano.

Però, mi domando, va bene per i Rossi, se capitasse di incrociarli si avrebbe comunque qualche argomento di conversazione. Ma prostaferesi? a che pro?
E se le quattro formule erano sul mio personale nastro, che ci facevano stamattina in cima ai miei pensieri?
Che ci sia attaccato un segnale subliminare? O dite che devo rivalutare l'assonanza che ho escluso all'inizio? Può essere, in effetti.

Se non sapete che fare nel fine settimana, mi permetto di suggerirvi l'osservazione via internet di una forma di cheddar che stagiona. Va avanti da gennaio, un'idea marketing di un produttore di formaggi inglese: così ci si rende conto che è un formaggio stagionato.

Buon venerdì.