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Vergogna

Post n°421 pubblicato il 06 Aprile 2007 da tanksgodisfriday
 

«Per noi è stato un fulmine a ciel sereno», dicono ora gli insegnanti.
È, era, un ragazzo di sedici anni, aveva dei bei voti a scuola, timido ed educato, viveva con la mamma immigrata filippina. Evidentemente era abbastanza per i compagni (?) di classe per isolarlo, deriderlo: "sei un gay". Ha risolto il disagio lanciandosi dal balcone di casa, martedì.

La scuola è un istituto tecnico prestigioso a Torino. Chissà cosa vuol dire prestigio.
La cosa non era nata un minuto prima: il ragazzo aveva raccontato l'incubo a casa, era cominciato l'anno scorso, la mamma ne aveva parlato con gli insegnanti. E in effetti qualcosa avevano visto gli insegnanti, lo avevano trovato in lacrime durante un intervallo: «Intervenimmo subito, sgridammo i suoi compagni, e da allora non è più stato notato nulla di insolito».
Osservatori attenti, viene da dire.

Poi pensi ai "compagni", al branco. Non proveranno vergogna, la capacità di autoassoluzione non ha limiti. Non capiranno, se ne fossero stati capaci non avrebbero agito come hanno fatto. Tireranno avanti così, pensi a cosa potranno mai costruire loro e i loro simili.

E ai genitori. Non si rifugino nel "è la scuola che deve ecc. ecc". Guardino i loro figli e si chiedano perché, cosa spinga i loro figli a simili comportamenti. Sono stati capaci di trasmettergli il senso dell'umanità?
Se saranno capaci di questa riflessione, se sapranno sottrarsi all'istinto di autoassoluzone almeno loro, magari faranno ancora in tempo a ricostruire qualcosa.
E resistano anche alla tentazione di dire che quel ragazzo era un debole.

Sono triste e incazzato.
Perché dimenticheremo e ci autoassolveremo tutti: insegnanti, compagni, genitori, osservatori come me. Daremo la colpa alla società, ai media, a Internet, al buco nell'ozono. A tutto, fuorché a noi stessi. 
Rimarrà il dolore di una mamma che non potrà capire: lei, suo figlio, lo tirava su bene.

Notizia su: Rainews24, la Stampa

 
Rispondi al commento:
mara2003
mara2003 il 06/04/07 alle 11:19 via WEB
Un'altra delle e vicende che recentemente ci lasciano di stucco e con una grande sensazione di dolorosa impotenza, quella irrimediabile! Adesso è sicuramente caccia alla strega.. Di chi è la colpa? Famiglia? Scuola? Compagni? Del ragazzo stesso, troppo debole? Si fa presto a parlare di psicologi, terapia, interventi…ma tutto lascia il tempo che trova… Poco prima di Natale qui a Reggio c’è stato un altro suicidio, ragazzo, 16 enne…motivo? Il sequestro del motorino a cui è seguita un’allarmante depressione…La famiglia, attenta, si è subito resa conto che qualcosa non andava nel ragazzo e prontamente lo ha fatto seguire da psicologa e psichiatra…tutto sembrava rientrato finchè una domenica pomeriggio nell’aprire l’armadio il ragazzo si trova davanti il casco…lo ha preso a calci, gli ha urlato contro che era colpa sua se gli avevano sequestrato il motorino (non l’indossava al momento in cui i vigili lo hanno fermato), è uscito e in una cabina del lungomare si è impiccato…E allora dov’è la verità? Chi è il colpevole? Se non si parla con figli ed alunni si dice che manca il colloquio, se si parla si dice che mancano i ruoli e i ragazzi sono destabilizzati… Se famiglia e insegnanti sono attenti i ragazzi vengono soffocati e non possono acquisire maturità in modo spontaneo; se i ragazzi crescono nella disattenzione generale vien fuori che troppa libertà fa male… Se si puniscono duramente le teorie dicono che attraverso la repressione non riescono a comprendere l’errore compiuto, se non si puniscono e si sceglie la via buonista altri dicono che si fa intendere che possono continuare a sbagliare perché si continuerà a non punirli… E allora? Nessuna legge da applicare uniformemente, ci facciamo guidare dal buon senso caso per caso…Ma siamo sicuri che sia il buon senso giusto? E soprattutto chi dà l’indice di misura del buon senso? Pochi giorni fa per una questione avvenuta in una delle mie classi sono intervenuta direttamente, senza mezzi termini come al mio solito, un bel discorso, senza grinze e fronzoli, pensavo di toccare le corde giuste ed invece li ho allarmati, tendono a voler continuare a fare ciò per cui li ho “rimproverati”, uno addirittura mi ha detto che alcuni professori si allarmano un po’ troppo mentre invece dovrebbero stare buonini buonini… Ed allora mi spiace dover ammettere che sono discorsi troppo grandi persino per me che ho una età rispettabile; ritorno nel mio guscio, faccio lo struzzo e la paternale la tiro fuori a richiesta… devo solo correggere un mio grave difetto: credere in quello che faccio e soprattutto non essere più quella apparentemente distratta ma a cui nulla sfugge…
scusa la lungaggine ma sono veramente delusa amareggiata e continuo a chiedermi dove ho fallito…
 
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