Creato da ElettrikaPsike il 17/12/2012

ElettriKaMente

Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)

 

 

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Il canto di Natale degli assenti

 

Di norma, per il mio modo di pensare, non dovrebbe avere un senso distinguere l’omicidio di un uomo da quello di una donna in modo netto, essendo tutti esseri umani indipendentemente dal genere

e mi rendo conto che il fatto stesso di utilizzare un termine ad hoc per indicare l’assassinio di una donna

– come, appunto, femminicidio –

potrebbe ancora indurre qualcuno a pensare istintivamente ad un neologismo forzato.

In realtà, però, definire l’uccisione di una donna con questo specifico vocabolo non è affatto una superflua indicazione del genere della vittima, come sarebbe in un contesto di violenza mortale “neutra”, dove è puramente accidentale che la persona uccisa sia una donna o un uomo;

ma il preciso indicatore del movente.

Difatti, la parola in sé specifica che l’assassino è un uomo e che il motivo per cui la donna viene uccisa è proprio il fatto di essere una donna.

Va da sé che la vita di un uomo non conta certamente di meno; ma se non è mai stato necessario coniare un termine corrispettivo per il genere maschile e se non si sente mai parlare di “maschicidi” è solo perché, statisticamente, i casi di uomini assassinati per motivi legati alla gelosia, al possesso o semplicemente per misandria da parte delle donne, sono considerevolmente minori rispetto al contrario.

Quindi, una motivazione per questa granguignolesca parola esiste. E ce lo gridano gli innumerevoli fantasmi delle creature di sesso femminile che restano appese tra un addobbo e una pallina colorata sui nostri alberi di Natale.

Ed è per loro questo “canto” e per tutte le persone di cui sentiamo fortissima la presenza dell’assenza.

 

Ti diranno che ho vissuto, che ho osato volare molto in alto

in un mondo senza aria...

Te lo giuro, sono morta combattendo.

Te lo giuro, ho urlato tanto forte quanto ho volato in alto.

Ti ricorderai di me quando avrai di fronte tutte le donne che urleranno il mio nome.

Perché lo so, tu non ti fermerai.

Lotta per le vostre ali, quelle ali che mi hanno tagliato.

Lotta per loro, perché possano essere libere di volare più in alto di me.

Combatti perché possano urlare più forte di me.

Perché possano vivere senza paura, proprio come ho vissuto io.

Se domani sono io, se domani non torno, distruggi tutto.

Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.

 

 

 

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Commenti al Post:
woodenship
woodenship il 27/12/23 alle 01:30 via WEB
Spieghi bene il perché della parola "femminicidio". Molto più difficile è farla comprendere ai molti che sono ancora vittime di un luogo comune: uomini e donne pari sono nell'arrecarsi dolore a vicenda. E fa male sentire donne, come mi è capitato l'altro giorno in una discussione, che affermano ciò come fosse verità provata. Nemmeno le statistiche riescono a fare breccia in simili convinzioni. Del resto, in epoca d'intelligenza artificiale, l'informazione è più un logorroico spiattellare tutto ed il contrario di tutto, piuttosto che uno strumento per arrivare a discernere il reale, inquadrandolo in un contesto condiviso. Si che si arriva a contestare pure le statistiche, perché in esse, secondo la vulgata, vengono inseriti pure i casi di omicidi di donne che non hanno nulla a che fare coi femminicidi, a sentire costoro. È una dura battaglia questa che si combatte a livello informativo. Se non la si vince, sarà molto difficile venire a capo, a livello culturale, del problema. Un abbraccio con l'augurio per una fine d'anno serena ed un inizio dei migliori.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 08/01/24 alle 23:41 via WEB
Fai bene a sottolinearlo. Purtroppo va così, ed è vero, è una dura battaglia questa che si combatte a livello informativo. Una battaglia lunga quanto l'uomo, da quando ha iniziato ad ascoltare, a pensare e a parlare a sproposito; ma come hai giustamente ricordato tu, in epoca d'intelligenza artificiale è diventata ancora più complicata perché questo preciso periodo storico, più di ogni altro, ha connaturata in sé l'essenza stessa del divulgare (o meglio, spiattellare) tutto ed il contrario di tutto. Un augurio anche a te, wood. Anzi mille, duemila e più...
 
cassetta2
cassetta2 il 04/01/24 alle 14:58 via WEB
L'importante è non nascere donna in Iran o Afghanistan
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 08/01/24 alle 23:42 via WEB
Un "chi si accontenta gode così così", alla Ligabue?
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Arwen71 il 04/01/24 alle 20:50 via WEB
Di nuovo tanti auguri a te...spero davvero che tu stia presto meglio e con tutta la forza del mondo. Un post bellissimo...Moni.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 08/01/24 alle 23:44 via WEB
Me ne basterebbe anche un po' meno, ma un po' più di questa ;-) Grazie Monica e un abbraccio.
 
legrillonnoirdestael
legrillonnoirdestael il 05/01/24 alle 07:57 via WEB
Mi unisco agli auguri del tuo post, poco da aggiungere alle parole di Cristina Torres-Cáceres ovviamente. Bello che tu lo abbia ricordato. Ma un mio augurio speciale va a te adesso. Riprenditi prestissimo Ele noi ti aspettiamo.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 08/01/24 alle 23:45 via WEB
Ed io sono tornata almeno per un attimo per spazzare le feste...da brava bruja ;-p
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
ARGYRIA il 05/01/24 alle 08:57 via WEB
In ritardo ti faccio i miei auguri anche se è stato un Natale particolarmente triste tra guerre, femminicidi e angosce... come dici tu carico di assenze.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 08/01/24 alle 23:46 via WEB
Anche io, in ritardo - come sempre - li faccio a te. Carico di assenze ma anche di molte presenze di quelle assenze.
 
ravenback0
ravenback0 il 05/01/24 alle 16:42 via WEB
Non aggiungo altro perché è un post che dice già tutto, Ele. Un abbraccio Max.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 08/01/24 alle 23:47 via WEB
Grazie Max, un abbraccio a te.
 
rteo1
rteo1 il 09/01/24 alle 10:11 via WEB
Buongiorno e Buon anno. Anche per me è stato "tragico" (in P.S., con problemi cardiaci). Le "virgolette" sono doverose dal momento che sono ormai arciconvinto che "la vita è la vita" e che debba essere accettata per come essa è e non come si vorrebbe che fosse. Detto ciò, un breve "commento" sul tema, dopo avere letto quelli postati. Leggo che spesso, qui e altrove, si fa riferimento alla statistica. Va anche bene, ma i "femminicidi" non sono un dato statistico. Essi attengono al rapporto uomo-donna; ma non solo, perchè entra in gioco, più o meno sulla sfondo, anche il contesto socio-culturale e politico. Inoltre (ma è ormai una mia "fisima")non si è andati fino in fondo sulla natura umana e delle "creature" viventi. Forse se lo si facesse con maggiore oggettività si apprenderebbero "cose indicibili", almeno sotto il profilo c.d. etico, giacchè questo profilo è soltanto il frutto delle convenzioni civili e religiose. Per farla breve: la natura (uomini inclusi)si manifesta mediante rapporti di forza che pertanto sono "brutali" (vedasi cosa sta accadendo nella striscia di Gaza, o in Ucraina, in Iran, ecc., e nella opulenta America dove le stragi sono all'ordine del giorno a causa di un "male di vivere" che colpisce tutti). Il più "forte" fa violenza al più debole. E la donna certamente lo è, rispetto all'uomo, sia sul piano fisico che della gerarchia sociale. Poi certamente entrano in gioco anche fattori culturali, aventi alla base un'idea economica (il possesso) delle relazioni. La domanda, comunque, è: si potranno eliminare o ridurre i "femminicidi" ? e come ? Mi complimento per i post tutti di elevato livello qualitativo che impegnano la mente e la coscienza di chi li legge. Peccato che invece la tendenza è quella di seguire le "influencer" e i "panettoni", e forse il problema è anche conseguenza di queste tendenze, che spingono all'effimero anzichè a pensare, soprattutto per diventare migliori di come si è.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 11/01/24 alle 21:15 via WEB
Buon 24 a te, rteo. Ho appena lasciato un lungo commento al tuo lunghissimo post e riguardo al fatto che "la vita è la vita" e che debba essere accettata per com'è e non come si vorrebbe che fosse, come hai scritto, ti posso dire ciò che ho risposto da te, e cioè che non è affatto inutile o sbagliato attivarsi per avere un mondo che si avvicini quanto più possibile all’ideale che abbiamo di esso ma che va anche considerato che il mondo è intrinsecamente strutturato per restare in equilibrio tra opposizioni e divergenze, dove le forze opposte sono interconnesse e complementari nel contribuire all'armonia complessiva e all'assetto dell'universo. Ciò detto, sul fatto che la natura si esplichi (anche, e non solo, ovviamente) mediante rapporti di forza e tentativi di prevaricazione, non vi è alcun dubbio e se si possa o meno ridurre il fenomeno del femminicidio (e se si, con che mezzi) è una domanda che potrebbe avere una risposta simile a quella per le guerre e per i conflitti armati. Partiamo dal presupposto che la violenza contro le donne in generale - inclusi i femminicidi - non è un fenomeno nuovo, ha radici profonde nella storia umana e non nasce certo con l’adozione di questo neologismo, benché la percezione e la consapevolezza di questi problemi siano cambiate nel tempo e la società moderna stia cercando di affrontare in modo più esplicito questa forma di violenza di genere. In molte culture e periodi storici le donne sono state oggetto di discriminazione, violenza e oppressione e le pratiche culturali, le norme sociali e leggi discriminatorie hanno contribuito a perpetuarle. Le donne hanno lottato per secoli per i propri diritti e per il riconoscimento della loro dignità come individui da quando sono state messe al mondo e l'emergere del termine "femminicidio" o l'attenzione crescente su questi crimini riflettono solo un cambiamento nella consapevolezza sociale e nella volontà di affrontare il problema in modo più diretto. Ed è importante riconoscere che la violenza contro il genere femminile, proprio come non è limitata ad un periodo, non è nemmeno limitata all’interno di specifiche regioni geografiche e, soprattutto, che è presente in varie forme. Come per ogni altra piaga sociale richiede un impegno su più livelli, coinvolgendo aspetti sociali, culturali, legali ed educativi. Nulla di nuovo e teoricamente soluzioni scontate ed ovvie, ma che alla fine restano solo ipotetiche. Si dovrebbe pensare alla messa in atto di programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l'uguaglianza di genere e il valore di ogni individuo; all’applicazione di leggi efficaci; alla creazione di sempre maggiori e più consistenti ed efficienti reti di supporto, di emergenza e rifugi sicuri per garantire alle donne in pericolo un luogo dove cercare aiuto; al coinvolgimento diretto degli uomini come alleati nella promozione del rispetto e della parità di genere (la sensibilizzazione, infatti, dovrebbe necessariamente coinvolgere entrambi i sessi per creare un cambiamento culturale che abbia un significato) ed ancora, si dovrebbe pensare al monitoraggio e alla raccolta di dati accurati sulla violenza di genere per comprendere meglio il problema e sviluppare strategie mirate ed infine si dovrebbe puntare alla cooperazione internazionale per affrontare la violenza di genere su scala globale et cetera et cetera…Si risolverà del tutto? Forse no, ma siamo nel 2024 e sono quasi 80 anni che le donne in Italia votano. Le cose cambiano. Ed attualmente il diritto di voto per le donne è riconosciuto in quasi tutti i paesi del mondo, benché la parità di diritti e opportunità tra uomini e donne vari ovviamente in modo notevole a seconda delle aree geografiche. In Arabia Saudita, ad esempio, le donne hanno ottenuto il diritto di voto solo nel 2015 e sebbene gli Emirati abbiano fatto progressi nella promozione dei diritti delle donne, il diritto di voto potrebbe essere limitato in alcune aree. Ma se, di fatto, ci sono ancora troppi contesti in cui le donne devono subire ed affrontare discriminazioni e pesantissime limitazioni solo per il fatto di essere nate di genere femminile, ci sono anche molti luoghi in cui godono di una parità sostanziale ed hanno accesso ad opportunità simili agli uomini e gran parte delle nazioni occidentali e aree dell'Europa - come la Norvegia e la Svezia - sono note per i loro alti livelli di parità di genere. Tuttavia, lo sappiamo, in alcune zone del mondo, specialmente in alcune regioni del Medio Oriente, dell'Africa e dell'Asia, le donne possono ancora affrontare gravi limitazioni ed ostacoli significativi in termini di diritti e opportunità. Cambiano le cose si…ma non alla stessa velocità per tutti e non allo stesso prezzo.
 
rteo1
rteo1 il 12/01/24 alle 08:15 via WEB
"Diverse velocità" delle civiltà. È questa la logica del sistema. In occidente sono indubitabili i risultati finora conseguiti sebbene ci sia ancora molto da fare. Ma l'altra parte del mondo, ossia oltre la metà della popolazione mondiale, segue tradizioni e costumi diversi. Seguire gli ideali è cosa buona; se non altro aiuta a superare il vuoto della vita. Quest'ultima,però, potrebbe essere e volere altro. Ma sarà soltanto il tempo a dimostrarlo. E la "conflittualità" che appare potrebbe avere un senso del tutto incomprensibile alla "logica" umana, oppure avere una "logica" diversa. L'auspicio, comunque, è che almeno in Europa il "femminicidio" diventi un dato consegnato all'archeologia.
 
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