Creato da ElettrikaPsike il 17/12/2012

ElettriKaMente

Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)

 

 

« TRA SETTEMBRE E OTTOBRE,...CHI, COSA ESSER TU?!? »

“Non calpestare i sogni…e i Palmipedon neppur!”

 

 

“Mi è capitato molte volte di vedere un gatto senza sorriso…”

esclamò Alice,

“ma davvero mai un sorriso senza gatto!”

(Lewis Carroll – Alice nel Paese delle Meraviglie)

 

 

Ho riflettuto molto, per un motivo o per l’altro, sulla genialità di Lewis Carrol e nonostante la mia naturale idiosincrasia verso il wonderland (che, probabilmente, solo chi soffre di crisi angosciose e teme di perdere il controllo potrà immediatamente comprendere) ho, comunque, deciso di avvicinarmi a questo specchio deformante, cercando di superare il mio "panico reverenziale" con relativa attrazione/repulsione al seguito.

D’altronde, la paura va integrata in qualche modo alla vita e non c’è proprio verso di annullarla soltanto con un colpo di coda gommata, come farebbe uno stregatto (e i palmipedon neppur…)

Quindi, esorcizzando il timore verso lo spettro d'ogni gradazione di schizofrenia, ho scoperto che Carrol è davvero un ottimo grimaldello di cui rifornirsi per aprire (quasi) ogni porta dell’universo umano.

Così, lontana dal sentirmi come Dante nella selva nel mezzo del suo cammino terreno, sarò, invece, come Alice: svagata e incontentabile, delusa dalla razionalità eppure devota alla logica. Ma soprattutto ancora incapace di lasciarsi andare.

Una lezione, però, che entrambe dovremo pur imparare, a dispetto di tutte le nostre sdegnose reticenze.

Perchè, talvolta, davvero l’unico modo per vincere è proprio quello di smettere di opporre resistenza…

 

Un giorno Alice arrivò ad un bivio sulla strada e vide lo Stregatto sull’albero.

“Che strada devo prendere?” chiese.

La risposta fu un'altra domanda: “Dipende. Tu dove vorresti andare?”

“Non lo so…”, rispose Alice.

“Beh, se stanno così le cose – disse lo Stregatto –  allora non ha neppure importanza quale strada prenderai!”

 

            

 

 

 

IN SINTESI...

Una piccola "non-conclusione", necessariamente aperta, come ogni finale di un work in progress, suggerita da un commento lasciato da woodenship.

A che serve chiedersi dove si va, dice lui, giustamente. Se, dopotutto, ovunque andrai non potrai essere mai altro che te stesso, e al contempo, mai più te stesso?

E questa è una chiave per leggere la risposta/domanda dello stregatto.

Allo stesso tempo, però, è possibile considerarla anche al contrario, riflettendo sul fatto che non serve chiedersi che strada prendere, se non si ha prima ben chiaro dove si voglia andare, proprio perché non si sa chi si è.

Dunque? Saremo sempre noi stessi, eppure necessariamente mai gli stessi, conoscendoci come ci invita a fare l'Oracolo di Delfi, o diventando ciò che, però, in fondo, già siamo, in un paradosso che implica il ritornare ad essere ciò che già siamo. Ed in tutto questo, davvero...il "dove andare" si svuota di ogni suo significato, in termine di strada.

 

.

 
Rispondi al commento:
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 21/10/17 alle 16:16 via WEB
Ciao dom ed hellah, avete ragione, purtroppo la mia casella di posta non è mai utilizzabile, fondamentalmente perchè non la controllo mai e s'intasa di continuo da richieste più o meno folcloristiche di passanti annoiati e sconosciuti come accade a qualsiasi profilo femminile di Libero,-p, pertanto... perdono! ,-) Ho pubblicato questo commento anche se è una risposta ad un messaggio personale, perché credo sia di utilità pubblica sottolineare i disagi e i disservizi dei blog, specialmente se demotivano i bloggers e li inducono ad allontanarsi dal portale e a non scrivere più con la solita frequenza :-( Mi fa piacere che continuiate, però, anche solo per pochi ma resistenti motivi (grazie, onorata di essere fra quelli ;-)) a restare qui con noi e che comunque troviate il modo di contagiare con un po' di felicità reale e realtà appagata anche chi vi legge, qui sul "campo virtuale". P.S. Sicuramente ci sarà modo di approfondire l'argomento ma, la mia realtà, amici miei, è molto più "virtuale" di quanto non crediate, per milleeuno motivi e non ultimo per quelli, penalizzanti, di salute ,-)
 
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