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LA QUINTA STAGIONE

Si dice che l'innamoramento sia gravido di elementi magici perché è un prodigio caricato di potenza in divenire.

Tutto è un'ombra affacciata sul mistero ed il regalo per gli innamorati è già di per sé il fatto d'essere un inizio. E l'inizio è amabile perché tutto da inventare.

Tutto resta uguale nel processo alchemico definito innamoramento; ma tutto cambia a seconda che il sortilegio chimico sia rivestito di tinte primaverili, bagliori estivi, profumi autunnali o suggestioni d'inverno. L'incanto è uno, ma le modalità con cui le colonne sonore accendono la meraviglia sono diversissime.

Così parlano gli innamoramenti mercuriali della primavera: è l'adolescenza dell'anima e si ha voglia di cominciare un nuovo gioco, accogliere la luce di tanti allegri dire e fare, progettare e anche baciare. Farsi sedurre e giocare a conquistare, bianchi di luce tra i colori del meriggio e delle case ordinate lungo i viali alberati, attraversando la città con il passo sospeso di una musica leggera, nascosta tra i pensieri. Bagnati di novità e di regali che ancora non abbiamo scartato, sostando in una caffetteria e curiosando tra le giostre di scaffali in una vecchia libreria decò, viviamo l'innamoramento primaverile che ci sveglia, con un vento chiaro, dall'inverno. E ci si ritrova a leggere, sorridendo assorti, su una panchina colorata, scarabocchiando appunti per una seduzione ironica. E mentre il cielo è ancora azzurro, la luce comincia a declinare verso il tramonto, facendo diventare d'oro le aspettative dell'amore e di tutti i suoi rimedi...

Non si sa dove ti porta l'innamoramento che ti prende usciti dell'inverno e prima dell'estate; ma si è giovani e veloci e la canzone brilla di carezze dispettose.

D'estate la luna piena di raccolti con il biondeggiare delle messi entrano nel sangue e così, fluido, il cielo caldo ci fa da coperta nella notte. È la giovinezza che esplode in bellezza liquida di fuoco: la primizia di un invito dal sapore acuto e pungente - come era stata l'aria nuova della primavera - adesso è diventata languida, ferma come un lago, e l'amore sembra un erotismo mistico. Ci entra dentro, cadendoci addosso, e come un tuono sovverte il tempo, confondendo il nostro nome con il suo, sovrapponendo i ricordi a desideri ancora solo embrioni. Nell'innamoramento estivo siamo un raggio dentro il cerchio che smuove la vita intera e la Parca che fila il suo destino: tra i ronzii delle api a due corse da un fienile, amoreggiando con le ore della notte aperta, ballando il mare e nuotando nella musica che si muove come un cerchio, dentro un ruscello di montagna. E così ci specchiamo nel mattino che batte sopra il mare, accompagnati dal suono d'un amore tribale e, scalzi, rilanciamo, contrattando con il cielo ad un solo passo dalle stelle.

L'innamoramento dell'estate sembra eterno; ma vive di digitali purpuree e nelle malinconie che strappano a morsi i pezzi gloriosi della gioia.

L'amore che nasce nel tempo dell'autunno è quello dolce delle vigne e di tutti i segreti imbottigliati dentro un vino rosso, delle sere illuminate di candele e di lampioni bagnati dalla pioggia. È quello delle finestre da cui entrano i sussurri di una voce più clemente, di tepori d'acero e di brividi improvvisi. È l'innamoramento che profuma di carta, foglie d'ambra e libri aperti accanto a una coperta. È quello della voglia di ricominciare, quello inaspettato che s'incontra mentre si sta lì, seduti a riposare, appena scostati dai capelli gli ultimi granelli di salsedine, con gli animi già pronti ad apparecchiarsi per un romanzo suadente e immacolato. E si sta arrossati dentro il cuore in imbarazzi e gratitudine, mentre i grovigli di domande si dispongono con una meraviglia facile in un fiocco di risposte.

Questo amore é una musica lenta che batte sorprese mai sperate: ha la gioia di una primavera adolescente ma si snoda nelle ossa, facendosi radice, sinuoso e ardente come un falò acceso nell'estate.

L'amore che nasce nell'inverno, invece, ha trasformato i nodi che in autunno struggevano,  brucianti di liquore, in un lungo nastro che percorre le vie magiche di una vigilia di Natale. È il profumo di un bacio afferrato con le labbra e di un abbraccio d'occhi sotto un pino illuminato. Ha il sapore di una lunga strada buia in un borgo medievale, imbandita da un presepe a pochi passi da un'altra epifania; di vicoli aperti sul freddo della neve, di ricordi e di cuscini bianchi. Ed ha il gusto di cannella e cioccolato che si scopre in bocca quando si realizza un desiderio sotto l'albero rivestito d'incantesimo. È la fiaba che diviene adulta e l'età dell'innocenza che impara a farsi maga, maneggiando l'arte antica del compiere i miracoli.

L'innamoramento che nasce nel cuore buio dell'inverno non conosce nostalgie, perchè ha la forza intensa della sua stagione che sa trovare sempre un inizio dalla fine.

Si dice che l'innamoramento sia gravido di elementi magici perché è un prodigio caricato di potenza in divenire. E si dice che sia magico perchè annulla il tempo, inventando, in qualsiasi colore appaia, una stagione tutta sua, la quinta. Quella che, sebbene venga declinata in quattro modi differenti, sa restare pur sempre la stessa...

N.B.

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