Creato da ElettrikaPsike il 17/12/2012

ElettriKaMente

Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)

 

Messaggi del 21/09/2018

L’infallibilità popolare

 

 

 

Continuando a galleggiare sull’onda settembrina dei luoghi comuni - la stessa che aveva cullato la mia attenzione verso i ruoli genitoriali nel precedente post - vorrei fare ancora un viaggetto dissacrante sull’incongruenza, mostrando la saggezza popolare in tutta la sua operosità quando si riferisce alla realistica possibilità che un individuo sposato (o seriamente impegnato), in presenza di relazione clandestina (o comunque non istituzionalizzata) e parallela al legame riconosciuto, possa decidere effettivamente di scegliere la strada vecchia per la nuova.

Perchè è proprio in questo contesto - piuttosto discusso e anche forse troppo facilmente liquidato con esilaranti pretese di solennità (le stesse che da sempre contraddistinguono giudici e pastori) - che la vecchia saggezza popolare dà il meglio di se stessa, ripartendo buoni consigli e molto spesso rimpiangendo di non poter dare il cattivo esempio.

E se De André, di cotante perle d’assennata esperienza, ha fatto un capolavoro in musica, noi limitiamoci solo a prendere atto dei fatti.

 

 

 

Ma prima di soppesare l’infallibilità della doxa, una brevissima premessa a forma di perla:

[Sì, è vero, una persona impegnata è accompagnata ad un’altra e sarebbe cosa buona e giusta rispettare lo status quo; ma dove, di grazia, e in quale contesto umano, esiste un centro di gravità permanente e impermeabile, inviolabile ed asettico, esentato dalla possibile intromissione di agenti esterni e mutamenti di dinamiche? Ci si augura, in una sala operatoria; ma anche lì, gli sviluppi sono un tantino imprevedibili…Ed alla fine, ad essere onesti, si potrebbe anche dire che “tutti, in un modo o nell’altro, stavano con qualcuno prima di stare con qualcun altro…” però il punto non è la presenza o meno di un agente imprevisto ed esterno che si presenti a cospargere il seme del pericolo, quanto la sua possibilità di insediamento in un terreno fertile o refrattario. Sono solo la qualità e la condizione del terreno il solo problema a cui dobbiamo dare attenzione...]

 

 

Ed ora prendiamo una situazione tipo in cui una donna (ma si potrebbe tranquillamente parlare anche di un uomo), in seguito ad una scelta oculata, oppure per una totale inconsapevolezza ed un tranquillo disinteresse al riguardo, o, ancora, semplicemente suo malgrado, non sia riuscita a non coinvolgersi con un individuo già accompagnato - perché udite udite...succede, tra gli esseri umani, che a volte vincano i richiami emotivi sulle norme che dettano i divieti... - e che quindi, in un modo o in un altro, per un motivo o per l’altro, la sventurata, pur non chiamandosi Gertrude, abbia risposto di sì.

Passa il tempo (quanto, a vostro piacimento) e il marito fedigrafo (ma tranquillamente e indifferentemente si potrebbe parlare di una moglie) fa sospirare la compagna/amante non ufficiale perché, nonostante i proponimenti e gli spassionati piani progettuali, ancora non lascia la strada vecchia – né la casa – per la nuova via…E, a dirla tutta tutta, non sembra nemmeno così propenso ad accomiatarsi dalla moglie verso la quale si è dimostrato spergiuro, infrangendo una considerevole parte di presupposti su cui il patto matrimoniale si basava, preferendo fare democraticamente melina…

La buona saggezza popolare, dunque - il cui ruolo, nella nostra farsa, verrà indifferentemente assegnato alla madre, alla sorella o alle amiche predilette della "sventurata" – in questa precisa fase della storia, non mancherà di enumerare tutti i motivi per cui il traditore non lascerà mai il tetto dell’alleanza, partendo dalle leggi antropologiche, posandosi sulle eredità letterarie (scritte o tramandate oralmente) e non dimenticandosi le motivazioni pseudo-psicologiche o astrologiche del caso.

L’uomo è fragile – è pigro – ha bisogno di stabilità/affidabilità/ di un ruolo costituito – la letteratura scritta e di strada non fa che riportare esempi in questo senso, dalla figlia della vicina di casa ad Anna Karenina – la storia finisce sempre così, non la lascia...

E guai a provare a dire che nel romanzo tolstoiano era Anna Karenina quella sposata e che, in verità, aveva precisamente lasciato il marito per l’amante, perché la saggezza popolare risponderà prontamente che il punto non è quello, e che bisogna invece solo considerare come è andata a finire...

Andare a sindacare sui moventi del suicidio letterario, in quel caso, sarebbe un ulteriore gesto sacrificale e peraltro inutile perché la saggezza popolare ha ormai sentenziato.

 

A tutte le amanti: la vox populi dice che il vostro amato non lascerà mai la moglie, va sempre così.

 

Peccato, però, che la vox populi si comporti proprio come il marito infedele, perché sentenzia nello stesso modo sia per le amanti in attesa sia per le mogli tradite.

Infatti, mentre consola le afflitte sommergendo di parole postribolari tanto il marito appena emigrato quanto l’ex amante ora subentrata al ruolo ufficiale, ecco che motiva le sue ragioni partendo ugualmente dalle leggi antropologiche, posandosi sulle eredità letterarie (scritte o tramandate oralmente) e non dimenticandosi neppure in questo caso di farci entrare quelle psicologiche e/o astrologiche.

L’uomo è inaffidabile – quando perde la testa non lo ferma nessuno – per natura è irrequieto e avventuriero - se ne va sempre e sa resistere a tutto fuorché alle tentazioni – la letteratura scritta e di strada non fa che riportare esempi in questo senso, dai mariti che scappano con le badanti dei padri (o dei padri che scappano con le figlie delle loro badanti) fino ad Ulisse: guarda solo come finisce Penelope quando lui perde la testa per Circe o per una sirena qualsiasi...

Anche qui, pare inutile riaprire l’Odissea e ricordare che Ulisse ritorna. Non subito, si è preso i suoi tempi, certo, però ritorna.

 

Così, la conclusione per le mogli - quasi o appena - abbandonate, diventa: è inevitabile che se ne vada, mia cara, gli uomini lo fanno sempre.


 

 

Però, anche in questo caso, come sopra, inserisco una piccola precisazione dalla forma di perla, prima della conclusione effettiva:

[La vita è un regista molto meno rigido di quelli che assegnano le parti per un film, quindi occhio a catalogare con troppa severità quella “moglie”, quel “fedigrafo” o quella “amante” di turno come nemmeno Gesù nel Tempio... perché difficilmente ognuno di noi si ritroverà ad interpretare sempre una sola parte nell’arco della vita. I ruoli, a questo mondo, s’impersonano più o meno bene ma poi si riassegnano, ed anche con un’insolita ed ironica facilità…]

 

 

 

 

 

Conclusione: Sì, la saggezza popolare avrà pure tutta l’esperienza di un mondo molto antico sulle spalle e, forse, quando parla ha una sua ragionevolezza; ma in sostanza non stiamo a credere troppo alle sue promesse. Perché, ammettiamolo, le piace vincere facile affermando una cosa mentre giura il suo contrario…

Diamole, però, atto. 

In questo modo è certamente impossibile che si sbagli, e l’infallibilità popolare, subito dopo quella papale, è sempre salva nei secoli dei secoli.

 

 

 

 

 

 
 
 

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