Creato da elioerato il 06/07/2009

Di Noi Due

una storia

 

 

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Capitolo 13

Post n°13 pubblicato il 21 Agosto 2009 da elioerato
 

- Comunque.. sei un animale!
La canzonò Valerio, troppo divertito dalla figuraccia appena fatta da Alessandra per non approfittarne.
- E aspetta quando lo racconto ad Anna...
Lei rideva e non poteva contraddire una sola parola, imbarazzata si arrendeva a subire le battute di Valerio.
- No, dai, non prendermi in giro, tu non sai di cosa stai parlando, Vale... devi provare questo!
E senza dargli il tempo di rispondere gli infilò in bocca un pasticcino. L'essenza del ripieno era difficilmente riconoscibile, agrumi, liquore, miele forse, dolce e acre insieme. Ma squisito.
Soddisfatta lo guardava gustare il bignè e ripensava alla notte prima, com'era stato facile raccontargli chi fosse. Gli anni sprecati al conservatorio, e dopo la separazione dei suoi il cambio di piani, la decisione di vivere con la zia, il diploma alla scuola alberghiera, per diventare un'abile chef... disoccupata, vero... ma che sa suonare il piano. Era stato anche divertente elencare fallimenti e cambi di percorso, con lui sembrava fossero piccoli intoppi, piccole tappe per arrivare fino a questo punto... Il reale punto di partenza.
- Non credo di aver mai mangiato nulla di simile, è buonissimo.
Valerio aspettava che Alessandra gli rivelasse il segreto, era una fonte inesauribile di curiosità su ogni argomento, la notte prima lo aveva sbalordito su più fronti, compreso lo scherzo del caffè, e ora sospettava che fossero finiti in quel locale proprio per questi dolcetti...
- Sono meravigliosi, vero? Il segreto è negli ingredienti, semplici e buoni. E in un liquore caraibico, il RumOr, il rum d'oro, al miele...
Continuando a parlare avevano lasciato il bar e si avviavano verso casa. I discorsi si susseguivano veloci, saltando da un tema all'altro senza cambi bruschi... tutto era collegato al filo dei loro pensieri, come due persone che solo in quel momento si accorgevano di avere tante cose da dire, perchè avevano trovato chi sapeva ascoltare davvero.
Salirono all'appartamento, ovunque scatoloni contenenti libri, qualche cornice e stoviglie e utensili vari. Lo spazio sembrava ancora più piccolo, ma in un paio d'ore trovarono un posto per tutto. Per prima cosa Alessandra mise un po' di musica, curiosa di sentire cosa ascoltava lui, e ogni tanto interrompeva il lavoro per cambiare cd... Valerio restava sempre sorpreso dai suoi modi, la guardava muoversi divertita tra le sue cose, prendere decisioni su come piegare i vestiti, dove appendere i quadri, con una familiarità che nemmeno Lorenza, dopo anni, aveva raggiunto. E lui si era sentito diverso fin lì, senza dover razionalizzare ogni impressione, ogni sensazione. Ma adesso che tutte le sue cose erano con lui, e si preparava a dormire la prima notte nella sua nuova vita, sentiva svanire l'incoscienza vacanziera che lo aveva distratto da tanti pensieri tutta la settimana. Quella sorta di limbo, come quando aveva la febbre, in cui il mondo sembrava lontano e a lui indifferente. Ma così non era, doveva chiarire mille dettagli, doveva trovare un lavoro diverso, doveva capire tutto quello che era successo. Era adesso il suo reale punto di partenza.
Alessandra colse il cambio d'espressione, ogni tanto se ne accorgeva, lui si rabbuiava e sembrava che tutto intorno perdesse consistenza. Questo la spaventava, come tutte le cose che di lui ancora non sapeva. La sera prima vagamente aveva accennato a Lorenza, doveva essere stata una cosa seria, ufficiale, se lei chiamava i colleghi di lui per avere notizie. Non poteva essere finita in modo così immediato. Eppure le piaceva così tanto, non poteva fare a meno di sentirsi parte della sua storia. E continuava ad assecondare la voglia di passare tutto il tempo possibile con lui.
- Ale hai delle cose da fare? Mi spiace se perdi qui tutta la mattina...
- No, figurati... forse sei anche stanco di avermi in mezzo ai piedi... Vado... tanto abbiamo finito, no?
Che strano, doversi salutare per forza pur non volendo.
E Valerio non voleva che se ne andasse, ma non sapeva muoversi con lei, non voleva sembrare aggressivo come uno che ci prova o insicuro come un corteggiatore imbranato... Voleva restare sè stesso, semplicemente.
- Abbiamo finito, è vero...
e si illuminò di nuovo lo sguardo di Valerio, la soluzione per stare ancora un po' insieme:
- Adesso dovremmo brindare al trasloco concluso... Ma non ho niente in casa... Dai, se esci con me a fare la spesa magari ci fermiamo a prendere ancora dei pasticcini al rum...
Sorrideva radiosa Alessandra mentre rispondeva:
- Ok, li conserviamo per dessert... e a pranzo cucinerò per te, così almeno con quelli riuscirai a digerire anche me...
- Sono proprio curioso...
Spensero lo stereo e le luci ancora ridendo e dopo aver chiuso la porta fu un gesto così naturale per Valerio accompagnarla verso le scale cingendole la vita... Solo il contatto di un attimo, tanto da incrociarne lo sguardo sorpreso, vederla sorridere dolcemente... e poi tornare a ridere allontanadosi un po' per nascondere l'imbarazzo. Arrivarono alla macchina stranamente silenziosi e sorridenti, sospesi nei loro pensieri. La radio si accendeva automaticamente mettendo in moto, e trasmetteva il jingle della fine della pubblicità. Partì una delle solite canzoni, uno di quei motivetti senza troppo senso della musica italiana. Mentre lui guidava lei canticchiava, e anche lui si accorgeva di conoscerne le parole, tanto era stato martellante il ripetersi alla radio... Lei gli rivolse uno dei suoi sorrisi felici:
- Conosci il titolo di questa canzone?
- Non so, "Insieme"?
- No...
Continuava a sorridere lei, illuminata di quella gioia particolare dei suoi occhi...
- Ma ti ricordi come si chiama il liquore dei dolci di stamattina?
E Valerio, sicuro:
- RumOr!
E la voce della canzone, chiamata in causa, cantava docile "...che rumore fa la felicità?"
E si sorrisero allegri, come se fosse un piccolo segno del futuro che iniziavano a desiderare.
E mentre lei cantava a mezza voce, lui la guardava e diventava insofferente alla guida che gli impediva di voltarsi... a baciarla.

     

Che rumore fa la felicità
(Negrita)

Che rumore fa la felicità?

Come opposti che si attraggono,
come amanti che si abbracciano.
Camminiamo ancora insieme,
sopra il male sopra il bene,
Ma i fiumi si attraversano
e le vette si conquistano.
Corri fino a sentir male
con la gola secca sotto il sole.

Che rumore fa la felicità

Mentre i sogni si dissolvono
e gli inverni si accavallano
quanti spilli sulla pelle
dentro il petto sulle spalle,
ma amo il sole dei tuoi occhi neri
più del nero opaco dei miei pensieri
e vivo fino a sentir male
con la gola secca sotto il sole.
Corri amore, corri amore.

Che rumore fa la felicità

Insieme,
la vita lo sai bene
ti viene come viene,
ma brucia nelle vene 
e viverla
insieme
è un brivido è una cura
serenità e paura
coraggio ed avventura,
da vivere insieme,
insieme, insieme, insieme
…a te.

Che rumore fa la felicità.

Due molecole che sbattono
come mosche in un barattolo
con le ali ferme senza vento
bestemmiando al firmamento.
Mentre il senso delle cose muta
ed ogni sicurezza è ormai scaduta
appassisce lentamente
la coscienza della gente.

Che rumore fa la felicità.

Che sapore ha,
quando arriverà
sopra i cieli grigi delle città
che fingono di essere
rifugio per le anime.
Corri fino a sentir male
con la gola secca sotto il sole.
Corri amore, corri amore.

Che rumore fa la felicità

Insieme,
la vita lo sai bene
ti viene come viene,
ma brucia nelle vene
e viverla
insieme
è un brivido è una cura
serenità e paura
coraggio ed avventura,
da vivere insieme,
insieme, insieme, insieme
…a te.

 
 
 
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