Creato da elioerato il 06/07/2009

Di Noi Due

una storia

 

 

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Capitolo 17

Post n°17 pubblicato il 12 Settembre 2009 da elioerato

- Vale!! alla fine abbiamo dimenticato di prendere i miei pasticcini!
Valerio era ancora in cucina, lei sorridendo entrava nella stanza, con quella lunga maglietta, sì, ma portava ancora i jeans e se la stava annodando sui fianchi, a lato... Si rese conto che stava fantasticando, come un pazzo, e non potè fare a meno di riderne.
- Perchè fai così? cosa c'è?
- Niente.... davvero...
E poi, per far sorridere anche lei in quel suo modo speciale...
- Ti sta bene il rosso...
E sorrise davvero mentre abbassava gli occhi, imbarazzata, e aggiunse
- Vuoi distrarmi? ok, ti perdono, ma sappi che mi devi una decina di pasticcini...
Si muoveva sicura in quella piccola cucina, intanto spiegava che per un po' aveva vissuto lei lì, poi si era riappacificata con sua madre, ed era tornata a vivere con lei... ma in realtà era nomade, e il campo base restava sempre da Anna.
- Avevo visto una padella seria... dov'è?
- Non chiedere a me, sei tu che hai svuotato lo scatolone della cucina...
Intanto lei divertita trovava utensili e stoviglie, lui svuotava i sacchetti della spesa sul tavolo e man mano lei prendeva gli ingredienti che intendeva usare...
- Allora, hai una grande chef a disposizione... posso fare io o osi impormi qualche limitazione?
Rise di gusto Valerio di questa prepotenza, era divertente passare del tempo insieme, qualunque cosa facessero.
- No, no, non oso, mangio un po' tutto, e tra le cose che abbiamo comprato non c'è nulla che non mi piace...
Alessandra iniziò la preparazione spiegando ogni gesto come se fosse in un programma televisivo, lui lasciò perdere la spesa da sistemare e restò seduto a guardarla, era uno spettacolo ogni sua espressione, ogni sua parola.
- Non ero la migliore a scuola: la cucina moderna mi annoia, cambiare forma e sapore ai cibi, ricoprire di salsine tutto e costruire piatti belli esteticamente... e non distinguere più cosa c'è dentro... non mi piace mangiare così.. Quella tradizionale invece mi piace molto, è naturale e concreta, ma è troppo antiquata, non è possibile nutrirsi così quotidianamente, è pesante, difficile da digerire, la vita moderna ha bisogno di sapori buoni ma facilmente assimilabili...
- E quindi? come sarà la cucina del nuovo millennio?
Alessandra si sorprendeva sempre di Valerio, si accorgeva di fare discorsi che erano rimasti solo pensati, e con lui li esprimeva in modo immediato, diretto... E lui li coglieva, comprendeva, e si interessava con le sue domande...
- Ho una mia teoria... Credo che il futuro sia in una cucina nuova, equilibrata e naturale e veloce, ma non frettolosa... Le persone cenano in mezz'ora mediamente, e pranzano in metà tempo... Questa è la realtà, nei ristoranti resta ancora tutto statico e fermo in cene di due ore tra portate e pause, ma non è benessere quello che offrono: in quelli di extra lusso si mangia poco e non si resta soddisfatti, i sapori sono confusi e anonimi per quanto sono strani. In quelli tradizionali ci si abbuffa di cose buonissime, e definite e chiare, ma erano sane una volta, quando c'era la fame e quelli erano i piatti delle feste, invece mangiati spesso sono lesivi per l'apparato digerente umano...
Risero...
- Quello che ti preparo oggi è un tipico esempio della mia idea di cucina... vedremo se ti piace... il tempo è sempre poco per gustare più portate, meglio concentrarsi su una sola, che sia buona, completa, appagante. Per me il futuro è nei piatti unici, stuzzicano come se fossero antipasti, saziano come i tradizionali primi, soddisfano come i secondi. E poi il dolce, per viziarsi... Ma oggi faremo senza...
Valerio non riusciva a parlare, rapito, incantato. Ogni parola trasmetteva tutto di lei, nella voce, nelle espressioni, parlava e cucinava e sorrideva e tutto si animava della sua passione.
Lei ogni tanto lo guardava per capire se la stava seguendo, temeva di annoiarlo, si rendeva conto che a volte esagerava quando si faceva prendere dai discorsi, diventava esuberante e non dava spazio ad altro.
Stava preparando un semplice risotto ai porri e a parte cuocevano verdure tagliate a cubetti. Qualche spunto etnico rendeva il piatto particolare, tutto cuoceva separato per mantenere il proprio sapore e solo alla fine veniva unito a mantecare con un formaggio particolare, un po' affumicato, e servito. In ogni boccone Alessandra voleva che si sentissero chiari tutti gli ingredienti.
Lui apparecchiò e si sedettero a tavola. Il profumo era davvero invitante.
- Aspetta, manca il tocco finale.
Prese un limone e ne grattuggiò la scorza sui piatti fumanti. Era sorprendente come i profumi legassero tra loro, perfetti.
- Ecco, adesso puoi mangiare... non mi ricordo se ho messo il sale però...
- Lo mangerei lo stesso, sarebbe la giusta condanna per non averti preso i dolcetti al rum... Ma anche tu ti eri dimenticata...
Sempre battute, sempre sorrisi, come due amici di sempre che si ritrovano, pronti a ricordare figuracce passate e progetti futuri, chiaccheravano vicini nel posto e nell'anima, affini.

- Sono emozionata per domani sera, anche se qui ci conosciamo tutti mi agito sempre prima di una esibizione. E poi questa volta ci sei tu.
- Ma forse no... forse non posso venire...
- Lo sai che scherzi con il fuoco, vero? Provaci e vedrai, credo di avere ancora le mie vecchie chiavi, ti verrei a torturare nel sonno...
- No, no, verrò, non mancherei per nulla al mondo... e mi piace l'idea che puoi entrare qui quando vuoi, tieni pure le tue chiavi, così non devi entrare dalla finestra se vieni cacciata sia da casa di Anna che da quella di tua madre...
- Ho un carattere così terribile?
- No... penso di no... spero...

Continuavano a parlare e scherzare anche mentre lavarono i piatti e presto arrivò il momento di salutarsi.
- Oggi vado da una bimba a darle lezioni di piano, poi stasera proverò, ho un paio di canzoni nuove da sistemare...
- Vuoi che ti venga prendere alla stazione domani mattina?
- No, torno domani sera... Domani ho promesso di stare un po' con mia madre, shopping e chiacchere e parrucchiere, ma sarà meno noioso ora che mi hai dato uno scopo...
- Io? e quale?
- Ho assoluto bisogno di un vestito rosso per domani sera...
Lo diceva sorridendo, abbassando lo sguardo in quel suo modo imbarazzato, come per indicare la maglietta che ancora portava indosso. E un po' arrossendo aggiunse, con quel filo di voce che le saliva direttamente dal profondo:
- Voglio piacerti domani...
- Ale... Mi piaci già senza aggiungere nulla... Tu sei incredibile...
- Incredibile... perchè non credi che io sia vera?
- Sei vera...
Le accarezzò il viso, come aveva fantasticato prima. Si sorridevano, come fanno gli indecisi, quasi bacio, quasi no... Decise lei, uscendo da quel momento con un bacio, sulla guancia sì, ma intimo, dolcissimo.
- Vado a cambiarmi da Anna e poi alla stazione... Vale... Mi telefoni stasera? ...per la buonanotte?
Valerio era disarmato, questa seduzione a carte scoperte, senza giochi tattici di misteri e finte mosse, era assoluta, era ipnotizzante, non si era mai sentito così dentro gli occhi di un'altra persona...
- Certo...

Alle 4 Alessandra era già sul treno, nel suo posticino preferito, vicino al finestrino, l'ultimo posto della carrozza, il più isolato, e guardava fuori aspettando che il treno partisse, pensando a cosa provava, alle sensazioni indefinite dei giorni passati insieme a Valerio... La vibrazione del telefono la raggiunse dalla borsetta, lo prese e le brillarono gli occhi, sul display lampeggiava la scritta *VALERIO*...

 
 
 
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