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LETTERA APERTA

Post n°279 pubblicato il 10 Aprile 2009 da elisabetta982

LETTERA APERTA A "SUA SANTITA', PAPA BENEDETTO XVI"

 

Egregio Sig. Joseph Ratzinger,

la chiamo con il suo nome, perche' lei e' un uomo tra gli uomini, nulla di piu' e nulla di meno. E' nato come noi, solo che ha fatto carriera nell sua azienda chiamata Chiesa ed e' sapientemente arrivato al gradino piu' alto. Per il resto, nn ha nulla di miracoloso.

Quando si arriva ai vertici, ci si dovrebbe prendere alcune determinate 'responsabilita', cosa che lei nn ha evidentemente fatto. In piu', essendo lei successore dell'apostolo Pietro e capo della Chiesa Universale, dovrebbe aver nel suo DNA, quel punto in piu' della nota carita' cristiana. Ha dimostrato esattamente il contrario.

Evidentemente chi le scrive nn fa parte dei suoi discepoli, ne' tantomeno si considera cattolica. Mi ritengo una cristiana, ma nn una cattolica. Lei ne conoscera' sicuramente la differenza, almeno me lo auguro.

Oggi avrebbe dovuto officiare lei  l'immenso funerale. Nn rimanere a Roma, per preparare la Via Crucis. Perche' la Passione, la Via Crucis, nn e' nella capitale, ma era la'. La', in mezzo alla Passione di quelle persone, alla Via Crucis che tanta gente sta facendo. Le diro' di piu'. Secondo il mio modesto parere, ci sarebbe dovuto andare subito, uomo tra gli uomini, misero tra i miseri. Perche' vede, a tutti quelli che hanno la Fede, a tutti quelli che credono smisuratamente in lei e nelle sua religione, forse avrebbe fatto sicuramente bene vederla tra loro. Nn avrebbe di certo cambiato quello che e', ma sarebbe stato di molta importanza per molti. Io mi meravglio continuamente nel sentire persone che dicono con convinzione che la loro Fede li aiuta a sopportare dolori enormi. Nn ci credo, ma li rispetto profondamente e sono contenta se riescono a trovare un poco di conforto, anche se le cose di certo nn mutano. Ecco, lei doveva essere la'.  Nn inviare i suoi tirapiedi e mandare un messaggio, nn annunciare che andra' forse la settimana prossima. No, lei doveva essere la', essere in mezzo a chi sta soffrendo atrocemente perche' nn ha piu' nulla, e per nulla si intende neanche un paio di mutande proprie per cambiarsi. Hanno perso tutti i propri punti di riferimento, gli affetti piu' cari. Rimane loro solo il nulla e su questo dovranno ricostruire le loro vite, con la morte dentro, con la paura, con il dolore, con i loro traumi che nessuno mai glieli portera' via. E' rimasta loro la dignita' che prima avevano, quella della forza, ma la dignita' dell'essere umano, quella che nn dovrebbe mai venire meno, no.  Quella gli e' stata tolta.

Caro Sig. Ratzinger, lei dovrebbe in teoria seguire l'insegnamento del suo Dio, stare in mezzo a chi soffre, ma lei, evidentemente, nn ha questa predisposizione. Nulla dei suoi cosi' tanto sacri impegni, avrebbe potuta tenerla lontano, nulla. Esistono delle regole? Le regole possono sempre avere qualche eccezione. Nn mi dica che nn e' cosi'.

Probabilmente avra' seguito in televisione la diretta del funerale, o forse no. Io nn ho potuto, nn sono riuscita a vedere tanto dolore, perche' il mio dolore, le mie lacrime, nn sono niente di fronte al loro. Mi sarei sentita troppo misera e inutile. Certamente andra' la' prima o poi, in mezzo alla sua bella e santa scorta. Dira' le solite parole e se ne tornera' indietro, certo di aver fatto il suo dovere. Arrivera' un poco in ritardo e nn sara' di certo 'uomo tra gli uomini'. Nn si sporchera' la sua bella e immacolata veste bianca, fara' semplicemente cio' che andava fatto, nulla di piu'. La carita' cristiana l'avrebbe dovuta avere fin da subito. Come dire, fara' la solita 'visita di cortesia'. Il suo Dio si dice andasse anche in mezzo ai lebbrosi e nn stava di certo a distanza da loro. Ma lei nn e' Dio, e' semplicemente un omino, che spesso parla senza pensare, che spesso si vuole ergere, a nome della Chiesa, a giudice della vita degli altri, ad emettere sentenze sulle decisioni di vita e di morte degli esseri umani. Il suo Dio lasciava il libero arbitrio, se nn erro. Lei no. Lei nn sa nemmeno partecipare e stare accanto fisicamente ai suoi fedeli.

L'umilta' nn ha mai fatto parte della Chiesa e dei suoi componenti, a parte qualche rarissimo caso. Lei ne e' il rappresentante piu' esemplare. Spero che stasera quella croce che (forse) lei portera', le dia una botta in testa. Almeno le potra' far ricordare qualcosa. Spesso nn bastano le parole, ci vorrebbero anche i fatti.

Oggi tutte le persone con i propri dolori, affanni, pensieri e guai personali, dovrebbero tenerli da parte. Perche' ricordiamoci che diciamo sempre che le cose capitano agli altri, ma ricordiamoci anche che gli altri potremmo anche essere noi. Mettiamo da parte noi stessi, si metta da parte anche lei, 'Santo Padre' e pensiamo che il dolore nn guarda mai in faccia prima di colpire. 

Le auguro una bella giornata. Si prepari per la diretta in mondovisione.

Da parte mia le invio la mia piu' grande disapprovazione e disistima, per nn dire altro.

Fiera di nn essere una cattolica. Ma la mia rabbia e' piu' grande della sua Fede.

La saluto con profondo disgusto e insieme al lutto della mia famiglia, alla mia personale Via Crucis, le auguro anche una Buona Pasqua. Mi raccomando, nn esageri nel mangiare. Lei e' un uomo, se lo ricordi ogni tanto. Un peccatore, come tanti.

 

Elisabetta



 
 
 
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Elisabetta

 

 

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