TagLET'S BLOGil blog di Giovanni Di Stefano Sicilia, racconti e una carrellata su quello che si vede, si legge, si scrive il blog di Alessandro Giorgiutti un anticonformista vero che non se la beve il blog di Alessandro Trevisani le notizie raccontate a mo’ di storie il blog di Lavinia Farnese tutto o quasi su Lavinia CANZONI CHE PARLANOA te Jovanotti Safari
STO LEGGENDO...Enzo Biagi Manuale del Novecento Rizzoli A volte capita che non si ha molto tempo per leggere e iniziando un libro si rischia di non concluderlo mai. Allora le cose sono due: o uno si limita a leggere distrattamente i titoli dei giornali oppure si concentra sugli ingredienti dei biscotti della colazione. C'è una terza possibilità: i dizionari, divisi per voci, lunghe al massimo una pagina, che possono essere letti in qualsiasi momento libero, senza il rischio di perdere il filo. E' il caso di questo libro, in cui Enzo Biagi dice la sua sui protagonisti del secolo appena trascorso, personaggi, il più delle volte, da lui incontrati, anche se per pochi minuti. Uno dei tanti grazie che bisogna dire a questo maestro del giornalismo. ALBUMCon Chicca e Giusi, il giorno della mia laurea, luglio 2005 Con Simone, a Lecce, in piazza Mazzini, agosto 2005 Al Sestriere, per le Olimpiadi Invernali, febbraio 2006 Con Gianpaolo al master, maggio 2006 Con Elena, durante lo stage all'Ansa, luglio 2007 Con la mia macchina la notte della vittoria dell'Italia ai Mondiali, luglio 2007 Sul circuito di prova di Quattroruote, febbraio 2007 A Perugia. il giorno della consegna del premio dedicato ad Ilaria Alpi, marzo 2007 MOMENTI DI VERO GODIMENTO4 LUGLIO 2006 Dov’eravate? Sì, dove eravate quella sera? La sera del quattro luglio 2006. Alle undici, quando Fabio Grosso l’ha buttata dentro al 120’? E poi si è messo a correre scuotendo la testa, con gli occhi del bambino che ha appena scartato il regalo di Natale? Non ci credeva neanche lui, ma con quel tiro a girare Grosso aveva appena regalato all’Italia la finale della Coppa Del Mondo.Dov’eravate? Non potete non ricordarvelo. Tutta l’Italia è esplosa quando quel pallone si è infilato dietro le spalle di un Lehmann immobile, parabola imprendibile e irripetibile. Italia –Germania. Una partita soffertissima. Le porte che sembravano stregate. Pali, traverse, parate. La palla che non vuole entrare. L’acido lattico che si fa sentire, perché si va ai supplementari, e la tensione aumenta. Meno male che non c’è più quel maledetto golden gol, che ci ha condannato agli Europei del 2000 e ai Mondiali del 2002.Ammettetelo. L’avete giocata pure un po’ voi, quella partita, dovunque foste. A casa vostra. Al lavoro, con un occhio o un orecchio rivolto verso la tv. Nelle piazze, che poi sono impazzite di festa. Per questo non potete non ricordarvi dov’eravate.Area personale- Login
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Post n°111 pubblicato il 17 Luglio 2007 da elvona
Lui vuole partecipare ai Mondiali e alle Olimpiadi. Ma la Federazione Internazionale di atletica dice di no, perchè quelle gambe di carbonio lo avvanteggerebbero troppo nella progressione. Come se ogni atleta non avesse i suoi punti deboli e i suoi punti di forza. Insomma, che gli storpi facciano gli storpi. Pardon, i diversamente abili.
Post n°110 pubblicato il 12 Luglio 2007 da elvona
CALCIO: INTER; MORATTI, NON PARTECIPIAMO AD ASTE PER CHIVU (ANSA) - MILANO, 3 LUG - Un Moratti insolitamente sbrigativo CALCIO: INTER; MORATTI, NON PARTECIPIAMO AD ASTE PER CHIVU (2) (ANSA) - MILANO, 3 LUG - La dichiarazione di Moratti potrebbe (ANSA) - MILANO, 23 GIU - Una mano bianca, da adulto, che I44-LH
(ANSA) - MILANO, 21 GIU - L'estate in Italia inizia con le (ANSA) - MILANO, 20 GIU - ''Si continua a parlare del suo
Post n°109 pubblicato il 10 Luglio 2007 da elvona
Stamattina riflettevo. Un anno fa ero completamente afona. Il giorno prima lo avevo passato a dipingere le bandierine dell'Italia da attaccare alla mia macchina. L'attesa. Poi la finale, di cui non sono ancora riuscita a recuperare le foto. Una trentina di persone 'sedute' davanti a una vecchia tv piazzata in giardino, le zanzare, che come al solito, mi devastano i polpacci, la lattina di birra che vola per aria quando Materazzi pareggia, i rigori visti tutti abbracciati. E poi il delirio dopo il rigore di Grosso, la notte passata a festeggiare, il cellulare perso , e la voce pure. Insomma, una notte da ricordare e raccontare a chi non c'era e non se l'è potuta godere, sperando possa avere la fortuna di viverne una così.
Post n°107 pubblicato il 28 Giugno 2007 da elvona
Tag: partito democratico, veltroni
E alla fine lo fece. Dopo anni di tira e molla, di "io faccio il sindaco", di "quando scade il mio mandato a Roma me ne vado in Africa", Walter ha deciso di mettersi in pista. In realtà la sua corsa è iniziata da tempo, perchè come tutti sanno, per anni si è mosso sottotraccia, senza fare troppo rumore, ma senza neppure mai perdere di vista l'obiettivo. La gente del centrosinistra si aggrappa a Veltroni come fosse se fosse l'ultima scialuppa del Titanic. Ieri al Lingotto, dove l'eterno delfino ha presentato la sua candidatura a leader del costituendo Partito Democratico, la gente era talmente tanta che in molti si sono dovuti accontentare del maxischermo. Qual è il rischio? E' come quando si aspetta che un giocatore di cui si riconosce il talento, ma che non è mai risultato determinante nei momenti clou, risolva la partita decisiva. Ansia da prestazione, eccesso di pressione, chiamatelo come volete, ma la candidatura di Veltroni si presenta come l'ultima chance per il centrosinistra e per lo stesso Veltroni: e questo potrebbe essere un handicap non da poco.
Post n°106 pubblicato il 27 Giugno 2007 da elvona
MUSICA: ESORDIO PER MICOL BARSANTI, LO SPONSOR E' JOVANOTTI (ANSA) - MILANO, 11 GIU - ''Quando ho ascoltato il demo di
(ANSA) - MILANO, 10 GIU - E' arrivato a meta' mattina in PARTO IN MORTE CEREBRALE: OGGI NICOL HA COMPIUTO UN ANNO (ANSA) - MILANO, 10 GIU - Oggi Nicol ha festeggiato il suo
Post n°105 pubblicato il 10 Giugno 2007 da elvona
Tag: negramaro, stage ansa
Primi dieci giorni di stage, tra giri di nera, conferenze stampa un po' così ma anche qualche soddisfazione...come l'incontro con i Negramaro, sei ragazzi di Lecce e dintorni che si chiamano come uno dei vini di più buoni prodotti in Salento, la loro terra. Hanno pubblicato il terzo album, ''La Finestra", che ho potuto ascoltare in anteprima. Mi è piaciuto, anche se il mio non può essere considerato un giudizio oggettivo, dato che i Negramaro mi sono sempre piaciuti, sin dai loro esordi. Se devo dare due titoli, dico "Una volta tanto" e "E così". MUSICA: NEGRAMARO, VOGLIAMO EMOZIONARCI PER EMOZIONARE /ANSA I44-TC
Post n°103 pubblicato il 17 Maggio 2007 da elvona
Tag: giornale gratuito, second life
Gli italiani in Second Life sono quasi 200mila e da qualche giorno possono informarsi su quello che accade nella loro seconda vita grazie ad un giornale, gratuito, che racconta storie e approfondisce temi del mondo parallelo creato dalla Linden Lab. Cronache dall'irrealtà, in italiano, dunque. Il giornale si chiama "2L ITALIA World - Second Life Magazine", dove ‘’2L’’ sta, appunto, per Second Life. La rivista ha redazione, giornalisti e sede nel mondo virtuale. La versione ‘’stampata’’ viene distribuita come free press all'interno del mondo a 3D e ha una sua edizione nel web (www.2LItaliaworld.it )in formato pdf (30 pagine a colori). In primo piano, la politica: il dibattito sulla scelta della Linden di "privatizzare" la repressione dei comportamenti illeciti, la mobilitazione contro la pedofilia, ma anche servizi sui Dico virtuali e sulle sperimentazioni e-learning italiane. Due i redattori: Eddie Tower ed Asya Masala, cronisti che battono palmo a palmo la seconda dimensione, sulla base degli strumenti che mette a disposizione la piattaforma telematica. Proprietario della testata, l'editore Alessandro73Rossini.
Post n°102 pubblicato il 11 Maggio 2007 da elvona
Tag: gazzetta dello sport
Con che cosa si fa un giornale? Bè, sopratutto servono inchiostro e carta. Quella della Gazzetta dello Sport è inconfondibilmente rosa. Non un rosa qualasiasi, ma proprio quel rosa lì, che ha accompagnato per decenni le gioie e i dolori dei tifosi italiani. Per una che sotto il sole di agosto, al mare, legge la Gazzetta sotto l'ombrellone (con insulti allegati di parenti ed amici), capite che toccare con con mano la carta della Gazza è un evento da ricordare. Grazie a Fede per la foto.
Post n°99 pubblicato il 10 Aprile 2007 da elvona
Da ieri Corleone è in festa per celebrare un anno di libertà dal padrino. Una festa che durerà tre giorni. Proprio l’anno scorso di questi tempi, infatti, veniva catturato Bernardo Provenzano, il boss dei boss, capo assoluto di Cosa Nostra, latitante da oltre quarant’anni. Mentre tutt’Italia si chiedeva chi avesse vinto tra Prodi e Berlusconi, gli uomini dello polizia di Palermo, dello Sco e del Dac, facevano irruzione in una masseria vicino Corleone, il paese natale dello zio Binnu, che non si era mai voluto allontanare troppo da quello che, dopo l’arresto di Riina, era diventato a buon diritto il suo feudo. Da quel giorno il termine pizzino è entrato nel vocabolario comune. Grazie a questi bigliettini Provenzano comunicava in codice con i suoi uomini, dialogava con i politici e gli imprenditori, mandava messaggi d’amore alla moglie. A tradirlo sembra essere stato proprio l’ultimo pizzino, scambiato con l’ amata la mattina dell’arresto. Eccolo il boss. Per quarantatrè anni l’unica immagine che si aveva di lui era quella foto del ‘59, in cui sembrava appena uscito dal barbiere, con i capelli lucidi di brillantina. Ora non è più un fantasma: occhiali spessi e aria dimessa, passava le sue giornate a sfogliare un libro di medicina illustrata, o leggendo la Bibbia. Nel covo ne sono stati trovati tre esemplari, con alcuni passi sottolineati. Del resto, ogni suo lettera ai picciotti la concludeva così: “Vi benedica il Signore e vi protegga... Sappia che là dove ti posso essere utile, con il volere di Dio, sono a tua completa disposizione”. Per pasto, si concedeva della ricotta fresca, accompagnata da cicoria. Sembra incredibile che quest’omuzzo, con nemmeno la seconda elementare, tenesse in scacco tutta la Sicilia, e buona parte dell’Italia. Chi ha preso il posto di Provenzano in cima alla Cupola di Cosa Nostra? Un altro fantasma, Matteo Messina Denaro, anni 45, roccaforte a Castelvetrano, provincia di Trapani, 50 omicidi, latitante ormai da più di 13 anni. Il curriculum non sembra lasciare dubbi sulle attitudini del candidato. Come tutti oggi sappiamo, poi, le elezioni di un anno fa le ha vinte Prodi per 24 mila voti. Qualcuno ha organizzato una festa per celebrare la ricorrenza?
Post n°98 pubblicato il 31 Marzo 2007 da elvona
I Dico come incesto e pedofilia. Se mai ce ne fosse stato bisogno, il neo - presidente della Cei, Angelo Bagnasco, ribadisce, con quest'espressione, la posizione estremista assunta dalla Conferenza Episcopale nei confronti della proposta di legge del governo sulle unioni di fatto. In settimana, la stessa Conferenza Episcopale aveva lanciato un duro monito ai politici catttolici: divieto di votare il disegno di legge Bindi-Pollastrini, appellandosi alla libertà di coscienza in politica. Un vero e proprio ordine, senza possibilità di repliche. Eppure, i Dico sono tutt'altro che una proposta avanzata. Non dimentichiamoci che in Spagna, dove Zapatero ha legalizzato i matrimoni gay, il cattolicissimo Aznar, aveva fatto propria la proposta dei Pacs, acronimo che da noi in Italia non si può nemmo nominare, se no col rischio di venire fulminati dalla scomunica. I Dico nostrani sono già di per se' un compromesso al ribasso, frutto di un estenuante lavoro di mediazione, eppure tutto questo al Vaticano non interessa. L'impressione è che le gerarchie ecclesiastiche abbiano del tutto perso la capacità di ascoltare la società: cosa estremamente grave per una istituzione come la Chiesa che vorrebbe porsi come universale. Paragonare due persone che hanno deciso di vivere insieme, legandosi l'un l'altra da con un nucleo, peraltro molto limitato di diritti e doveri, a pedofili e colpevoli d'incesto è un' enormità che non ha nessuna giustificazione. Sulla questione, vale la pena citare il Bonsai di Sebastiano Messina, pubblicato su Repubblica del 29, dal titolo emblematico: LA NOTA DEMOCRATICA. Vivaci polemiche ha suscitato ieri, in Vaticano, la bozza riservata di una "nota costituzionale" all´esame del Consiglio dei ministri e considerata dalle gerarchie d´Oltretevere una indebita interferenza nella sovranità spirituale della Chiesa.
Post n°97 pubblicato il 30 Marzo 2007 da elvona
Una volta bastava saper scrivere bene. Senza errori ortografici almeno. Ora per fare il giornalista devi adattarti alla logica del multimediale e della multipiattaforma ( e sperare che quella massa di vecchi che occupa le redazioni da 30 anni sia colta da improvviso malore, chi si deve toccare si tocchi). Repubblica ha intervistato Hubert Burda, numero uno dell'omonimo gruppo editoriale tedesco, oggi a Roma per un convegno organizzato dalla Fieg, l'associazione degli editori, con un titolo che è tutto un programma: "Lo scenario futuro dei media, la stampa tra crisi e cambiamento". Secondo Burda, la rivoluzione digitale avrà lo stesso effetto storico dell'invenzione della stampa, che spazzò via il mondo degli amanuensi e delle illustrazioni filigranate che arricchivano i manoscritti. Insomma, il messaggio è chiaro: chi non si adegua alla rivoluzione digitale rischia di finire come gli scriba. I media tradizionali non dovrebbero avere problemi: devono soltanto saper sfruttare il loro marchio anche nel mondo digitale. Quanto agli operatori del settore, insomma a quelli che una volta si chiamavano giornalisti, devono sapere che la crescita delle entrate potrebbe venire solo dai media digitali, non da quelli tradizionali. Insomma, saremo giornalisti senza giornali. Come diceva il saggio: che culo!
Post n°96 pubblicato il 18 Marzo 2007 da elvona
Come se Ilaria non lo sapesse che la Somalia, oggi come allora, è una terra pericolosa. Che per le strade di Mogadiscio, piene di buche e di polvere, è facile morire. Lo sapeva, Ilaria. Era lì il 12 luglio 1993, quando vennero massacrati quattro giornalisti, due reporters britannici della Reuters, un fotografo tedesco dell’Associated Press, e un tecnico del suono. Viaggiavano su una Toyota. Tentavano di raggiungere una zona della città bombardata poco prima dagli americani. L’auto venne aggredita da una folla inferocita, a colpi di bastoni e pietre. “In battaglia con il taccuino. Così muoiono i soldati della notizia”. Con queste parole Ilaria avrebbe poi descritto quella scena terribile, cui aveva assistito, a pochi metri di distanza. Non vi preoccupate. Quante volte l’avrà ripetuto Ilaria ai suoi genitori? Loro non ci avevano neanche provato a trattenerla. Era determinata, Ilaria. Voleva ritornare in Somalia, nonostante la situazione stesse peggiorando. Nonostante ci fosse già stata altre volte, l’anno prima, a più riprese. Ma non le bastava. Voleva raccontare il ritiro del contingente italiano, il fallimento della missione internazionale di pace che lasciava la Somalia in una situazione peggiore, se possibile, di quella precedente alla missione stessa. Voleva raccontare di una terra che stava per essere definitivamente abbandonata al suo dolore. E, soprattutto, voleva raccontare di chi, sul dolore di quella terra, aveva fatto grandi affari. Era appena tornata dalla ex–Jugoslavia e già voleva ripartire, ma non c’era nessun operatore RAI disponibile ad accompagnarla. E’ il destino degli inviati. Devono muoversi in coppia, come gli sbirri, con un operatore. Complementari e indispensabili l’uno per l’altro. Allora Ilaria aveva pensato a Miran Hrovatin, un cineoperatore freelance della Videoest di Trieste, conosciuto in Bosnia, qualche settimana prima. “Pronto Miran? Ho bisogno di qualcuno che venga con me in Somalia”. Miran non ci aveva pensato due volte ad accettare. L’idea di vedere un posto nuovo lo entusiasmava. E poi con Ilaria aveva trovato un buon feeling. Così l’11 marzo s’imbarca insieme ad Ilaria a Pisa, su un aereo militare. Destinazione Mogadiscio. “Torno presto, non preoccuparti, è come una vacanza”. Miran aveva rassicurato la moglie Patrizia, prima della partenza. Voleva sdrammatizzare. Sapeva che lei era contraria a quel viaggio, anche se non era certo il primo in una zona a rischio. Sapeva che lei aspettava con più apprensione le sue telefonate, dopo la morte di Marco Luchetta, Alessandro Ota, Dario D’Angelo, a Mostar, sotto i colpi delle granate, appena qualche settimana prima. “Sarò prudente, ma il lavoro è lavoro” aveva tagliato corto. E a Miran il suo lavoro piaceva. “Bosaso, Mugne, Shifco (fondi FAI)…1400 miliardi di lire…dove è finita tutta questa impressionante mole di denaro?” Questa domanda Ilaria l’aveva appuntata su uno dei suoi taccuini, ma se la portava dentro. Voleva vedere con i suoi occhi quella strada, la Garoe – Bosaso, perfettamente asfaltata, che collegava il nulla al nulla. Voleva vedere quelle navi, donate dalla cooperazione italiana alla Somalia come pescherecci, ma che in realtà venivano usate per trasportare rifiuti tossici e armi. Quelle armi che stavano insanguinando la Somalia.Dopo quattro giorni a Mogadiscio, Miran e Ilaria volano a Bosaso. Per vedere con i loro occhi quello di cui si sussurrava: che sulla tragedia della Somalia qualcuno in Italia ci guadagnava. Insomma, Ilaria e Miran cercavano la verità. E non volevano tenersela per se’. Le domande più scomode si tengono per ultime. E’ un modo per non irritare l’intervistato sin dall’inizio del colloquio. Un trucco del mestiere. Infatti Ilaria, prima di arrivare alla domanda sulle navi donate dalla cooperazione, parla di tutt’altro con Abdullay Mussa Bogor, meglio conosciuto come il sultano di Bosaso. Non appena Ilaria nomina quelle navi, Bogor improvvisamente diventa evasivo. Gioca a non rispondere, tanto che Miran smette di girare. Poi ricomincia. Si è reso conto che il sultano sta dicendo qualcosa d’interessante. Ma Bogor si accorge che la telecamera è stata riaccesa. Fa capire che non vuole essere ripreso mentre dice quelle cose. Per Ilaria è la conferma che le voci sul traffico d’armi sono vere. Il giorno stesso telefona al Tg3, dice che lei e Miran stanno per rientrare a Mogadiscio, che ha un buon servizio. Quel servizio non andrà mai in onda. "Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sé non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri". Così Joseph Pulitzer esortava i giornalisti a fare il loro mestiere. Cercare la verità, a costo di venirne inghiottiti. Perché le verità umane, purtroppo, non sono quasi mai piacevoli. Fanno male. A chi le scopre, in primo luogo. Chissà cosa farebbe Ilaria, se fosse ancora qui. Chissà cosa direbbe della sua Somalia, delle Corti islamiche, dei bombardamenti americani. Oggi Ilaria avrebbe 46 anni. Chissà se sarebbe rimasta inviata di guerra o avrebbe condotto il tg da Roma. E Miran? Lui di anni oggi ne avrebbe 58. La loro vita si è fermata su una Toyota scassata a Mogadiscio, il 20 marzo 1994. Sono passati 13 anni, e ancora non sappiamo chi ha sparato alla verità. Elvira Pollina Con questo articolo ho vinto il premio del concorso Festival Internazionale del Giornalismo, sezione carta stampata, "Ilaria e Miran, una storia ancora da raccontare".
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STAGE ALLA REDAZIONE MILANESE DELL'ANSA Igor Cassina alla cerimonia di conferimento delle Stelle Oro del Coni, 4 giugno 2007, take I centri sociali milanesi si preparano ad accogliere Bush a Roma, 4 giugno 2007, take Presentazione dell’album dei Negramaro “La Finestra”, 7 giugno 2007, servizio barrato Ansa Zucchero dopo il concerto a Milano, 8 giugno 2007, dichiarazione Primo compleanno di Nicol, nata da mamma cerebralmente morta, 10 giugno 2007, servizio Presentazione del primo cd di Micole Barsanti, scoperta da Lorenzo Jovanotti, 11 giugno 2007, take Giovanni Branchini, procuratore di Suazo, nella sede del Milan, 22 giugno 2007, take FESTIVAL DEL GIORNALISMO DI PERUGIA 21 - 25 MARZO 2007 Vai all’articolo “Chi ha sparato alla verità”, vincitore della sezione carta stampata
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