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SUPPOSTA DEL GIORNO

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«Mi sono battuto perchè Enzo Biagi non lasciasse la televisione, ma alla fine prevalse in Biagi il desiderio di poter essere liquidato con un compenso molto elevato».

Silvio Berlusconi a Tv 7, 15 febbraio 2008

 

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Dalle parole ai fatti

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Sicilia, racconti e una carrellata su quello che si vede, si legge, si scrive


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tutto o quasi su Lavinia


 

CANZONI CHE PARLANO

A te

Jovanotti

Safari

Il buon Baudo ogni anno ci ricorda che la canzone vincitrice del Festival è quella di cui la gente fischietta il motivo il giorno dopo la prima serata della kermesse sanremese. Sarà. Di questi tempi, però, la popolarità di una canzone si misura, oltre che con le vendite del cd singolo e con la quantità di download, anche con la presenza del brano su Youtube come colonna sonora di videoclip e audiogallery creati dagli utenti. Ecco perchè, secondo me, il brano A te, che Jovanotti ha inserito nel suo nuovo album Safari, è già un successo: non è uscito nessun videoclip, ma il popolo della Rete si è sbizzarrito a crearne a bizzeffe. Segno che questa canzone parla al cuore di molti.

>>>ARCHIVIO

 

STO LEGGENDO...


Enzo Biagi

Manuale del Novecento

Rizzoli


A volte capita che non si ha molto tempo per leggere e iniziando un libro si rischia di non concluderlo mai. Allora le cose sono due: o uno si limita a leggere distrattamente i titoli dei giornali oppure si concentra sugli ingredienti dei biscotti della colazione. C'è una terza possibilità: i dizionari, divisi per voci, lunghe al massimo una pagina, che possono essere letti in qualsiasi momento libero, senza il rischio di perdere il filo. E' il caso di questo libro, in cui Enzo Biagi dice la sua sui protagonisti del secolo appena trascorso, personaggi, il più delle volte, da lui incontrati, anche se per pochi minuti. Uno dei tanti grazie che bisogna dire a questo maestro del giornalismo.

>> ARCHIVIO

 

ALBUM

Luglio 2005 013

Con Chicca e Giusi, il giorno della mia laurea, luglio 2005

Simo & Elvi

Con Simone, a Lecce, in piazza Mazzini, agosto 2005

Io al Sestriere

Al Sestriere, per le Olimpiadi Invernali, febbraio 2006

T'ann'ard! 

Con Gianpaolo al master, maggio 2006

Con Elena, durante lo stage all'Ansa, luglio 2007

CDSC01873

Con la mia macchina la notte della vittoria dell'Italia ai Mondiali, luglio 2007

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Sul circuito di prova di Quattroruote, febbraio 2007

A Perugia

A Perugia. il giorno della consegna del premio dedicato ad Ilaria Alpi, marzo 2007

 

Alla tipografia di Corriere e Gazzetta, maggio 2007

Con Nicola, ottobre 2007

 

MOMENTI DI VERO GODIMENTO

4 LUGLIO 2006

Dov’eravate? Sì, dove eravate quella sera? La sera del quattro luglio 2006. Alle undici, quando Fabio Grosso l’ha buttata dentro al 120’?  E poi si è messo a correre scuotendo la testa, con gli occhi del bambino che ha appena scartato il regalo di Natale? Non ci credeva neanche lui, ma con quel tiro a girare Grosso aveva appena regalato all’Italia la finale della Coppa Del Mondo.Dov’eravate? Non potete non ricordarvelo. Tutta l’Italia  è esplosa quando quel pallone si è infilato dietro le spalle di un Lehmann immobile, parabola imprendibile e irripetibile. Italia –Germania. Una partita soffertissima. Le porte  che sembravano stregate. Pali, traverse, parate. La palla che non vuole entrare. L’acido lattico che si fa sentire, perché si va ai supplementari, e la tensione aumenta. Meno male che non c’è più quel maledetto golden gol, che ci ha condannato agli Europei del 2000 e ai Mondiali del 2002.Ammettetelo. L’avete giocata pure un po’ voi, quella partita, dovunque foste. A casa vostra. Al lavoro, con un occhio o un orecchio rivolto verso la tv. Nelle piazze, che poi sono impazzite di festa. Per questo non potete non ricordarvi dov’eravate.
 

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Creato da: elvona il 24/10/2005
In continua evoluzione, ma non si sa verso dove

 

 

IO STO CON PISTORIUS

Post n°111 pubblicato il 17 Luglio 2007 da elvona
 

Alla partenza ha un tempo di reazione lentissimo. Non è facile scattare dai blocchi quando al posto delle gambe hai due protesi di carbonio, che sembrano un paio di sci. E anche le curve sono un problema. Ma è negli ultimi metri che Oscar Pistorius si scatena, tanto che se la gioca con chi le gambe ce l'ha di carne ed ossa.

Lui vuole partecipare ai Mondiali e alle Olimpiadi. Ma la Federazione Internazionale di atletica dice di no, perchè quelle gambe di carbonio lo avvanteggerebbero troppo nella progressione. Come se ogni atleta non avesse i suoi punti deboli e i suoi punti di forza. Insomma, che gli storpi facciano gli storpi. Pardon, i diversamente abili.

 
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STAGE

Post n°110 pubblicato il 12 Luglio 2007 da elvona

CALCIO: INTER; MORATTI, NON PARTECIPIAMO AD ASTE PER CHIVU

   (ANSA) - MILANO, 3 LUG - Un Moratti insolitamente sbrigativo 
con i cronisti ha stoppato oggi i tentativi di sapere da lui
possibili novita' sulla caccia dell'Inter al difensore romeno
Cristian Chivu. Il presidente nerazzurro si e' limitato a
negare, rispondendo a una domanda, che l'Inter abbia intenzione
di partecipare a qualsiasi tipo di ''asta'' (in contrapposizione
col Real e in subordine il Barcellona) per aggiudicarsi il
giocatore della Roma.
    ''L'Inter non fa nessuna asta per Chivu, l'Inter non fa
nessuna asta per nessun giocatore'', ha detto Massimo Moratti
prima di allontanarsi dal suo ufficio di Milano. (SEGUE).

CALCIO: INTER; MORATTI, NON PARTECIPIAMO AD ASTE PER CHIVU (2)

   (ANSA) - MILANO, 3 LUG - La dichiarazione di Moratti potrebbe
significare che il club nerazzurro, dato per favorito nella
corsa a Chivu, si sente molto tranquillo dopo l'offerta che
avrebbe fatto alla Roma: 14 milioni piu' la comproprieta' di
Obinna. Oppure, che qualcosa e' cambiato oggi dopo l'incontro di
questa mattina a Fiumicino tra il ds del Real, Pedja Mijatovic,
e quello della Roma, Daniele Prade'. L'offerta del Real sarebbe
sostanziosa: non meno di 16 milioni di euro, o la meta' piu'
l'esterno brasiliano Cicinho.
   Intanto nel pomeriggio Prade' e' arrivato in Lega Calcio a
Milano per l'assemblea delle societa', e quindi sono possibili
sviluppi con la controparte nerazzurra. (ANSA).


PEDOFILIA: SU COMUNE MILANO STRISCIONE CONTRO LOVE BOY DAY

   (ANSA) - MILANO, 23 GIU - Una mano bianca, da adulto, che
contiene una manina nera, da bambino, come per proteggerla.
Sotto, la scritta: ''Difendiamo i nostri bambini. Milano dice no
al Love boy day e ad ogni abuso''. Questo il contenuto dello
striscione che il sindaco di Milano Letizia Moratti, il
vicesindaco Riccardo De Corato, l'assessore alle politiche
sociali Mariolina Moioli insieme ai rappresentanti di alcune
associazioni di genitori hanno srotolato questa mattina dal
balcone centrale di Palazzo Marino.
   ''Questa e ' molto piu' di una risposta simbolica - ha
spiegato la Moratti - e' solo una tappa di un percorso che il
comune di Milano sta conducendo insieme alle associazioni per
sensibilizzare famiglie e docenti, e renderli in grado di
identificare questo dramma devastante che e' la pedofilia''.
   Il sindaco ha poi espresso l'impegno del comune di Milano
perche' la pedofilia sia identificata dalle Nazioni Unite come
crimine contro l'umanita':''Stiamo promuovendo una raccolta di
firme da presentare alle Nazioni Unite. Ci stiamo attivando per
coinvolgere le citta' con cui Milano e' gemellata'' ha detto la
Moratti.
   Sul Gay pride milanese di oggi pomeriggio, la Moratti ha
voluto distinguere evitando qualsiasi identificazione tra
pedofilia e omossessualita': ''Ho il massimo rispetto per chi
vive in modo diverso la sua sessualita''' ha detto il sindaco,
che pero' non ha voluto commentare le affermazioni di ieri
dell'assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi in merito alla
mostra 'Arte e Omosessualita':''Non ho avuto il tempo di stare
dietro a tutte le dichiarazioni del mio assessore'' ha detto la
Moratti. (ANSA).

     I44-LH
2007-06-23 13:00:00 NNNN


FESTA MUSICA: RADIO SPENTE PER SALVARE IL MADE IN ITALY/ANSA

   (ANSA) - MILANO, 21 GIU - L'estate in Italia inizia con le
radio spente: Audiocoop, l'associazione delle etichette
indipendenti, ha invitato per oggi gli ascoltatori a non
sintonizzarsi sui grandi network radiofonici, quelli, per
intenderci, che per tutta la stagione estiva inondano le spiagge
e i locali con i cosiddetti tormentoni.
   Il motivo? Il troppo poco spazio concesso alla musica
italiana e in particolare alla produzione indipendente,
nonostante gli ottimi riscontri dal punto di vista delle vendite
e degli eventi live, come spiega Giordano Sangiorgi, presidente
di Audiocoop: ''Il fatturato annuo della musica italiana ammonta
a 400 milioni di euro e la produzione indipendente contribuisce
per il 25 per cento. Eppure solo il 15 per cento dei brani piu'
trasmessi dalle radio sono italiani''.
   Sembra che a dettare legge siano le grandi multinazionali
estere che premono sulle emittenti per promuovere soprattutto
proposte straniere, ''trascurando i talenti italiani,che
rischiano di venire soffocati da una logica del genere''
denuncia Sangiorgi il quale confida un buon riscontro della
protesta, ''perche' la gente sensibile a questo problema e' piu'
di quanto si pensi''.
   ''Abbiamo ricevuto adesioni - prosegue Sangiorgi - da oltre
50 associazioni tra cui Adoc, Adiconsum e Arci''.
   Anche la politica si e' dimostrata sensibile: niente radio
per 50 parlamentari, guidati da Pietro Folena, presidente della
commissione Cultura alla Camera.
   E proprio alla politica si guarda per risolvere la questione:
Audiocoop propone che venga introdotto il meccanismo delle quote
per legge, come avviane in Francia, oppure che siano istituiti
degli incentivi per le radio che trasmettono musica italiana.
   Radio spente oggi, dunque, contro quella che Sangiorgi
definisce ''omologazione culturale'' ma che rischia di avere
anche conseguenze dal punto di vista economico occupazionale.
   Una protesta che sembra essere tutto fuorche' di nicchia, se
e' vero che hanno dato la loro adesione anche produttrici come
Caterina Caselli e Claudia Mori ma soprattutto una star come
Vasco Rossi, stasera in concerto a San Siro.
   E lo stesso Linus, direttore di Radio Dj, una delle emittenti
piu' ascoltate nel nostro paese ammette che tanti grandi radio
hanno abbandonato la musica italiana.
   Un bene prezioso da proteggere ormai come fosse una specie in
via d'estinzione. (ANSA).


CALCIO: MILAN; GATTUSO, KAKA' RESTA, SPERO TORNI SHEVCHENKO

   (ANSA) - MILANO, 20 GIU - ''Si continua a parlare del suo
futuro, ma io sono sicuro che Kaka' rimarra' al Milan. Lui e'
senza dubbio il giocatore piu' rappresentativo di questa
squadra, quello in grado di fare la differenza''. Gennaro
Gattuso in vacanza nella sua Corigliano ha commentato a Milan
Channel le voci di mercato che vogliono il fuoriclasse
brasiliano in partenza da Milano, destinazione Real Madrid.
''Con questi presupposti - ha aggiunto il centrocampista
rossonero - il Milan del futuro verra' sempre piu' costruito su
di lui. Poi noi lo conosciamo bene e possiamo tranquillamente
affermare che Ricky ama la maglia del Milan''.
    Sul mercato della societa' rossonera, Ringhio dice ancora:
''Mi piacerebbe ritrovare Shevchenko, anche per smentire tutti
coloro che scrivono che la vecchia guardia non lo vorrebbe
piu'''.    Gattuso ha gia' la testa alla prossima stagione e
rivolge un pensiero all'allenatore Carlo Ancelotti: ''E' una
persona straordinaria sotto ogni punto di vista ed e' un piacere
lavorare con lui. Cio' che mi fa ridere di meno e' che il
prossimo anno sara' affiancato da uno come Billy Costacurta, che
gia' esigeva tantissimo da noi come calciatore, mi immagino
adesso da allenatore''. (ANSA).


 
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NOTTI MAGICHE

Post n°109 pubblicato il 10 Luglio 2007 da elvona

Stamattina riflettevo. Un anno fa ero completamente afona. Il giorno prima lo avevo passato a dipingere le bandierine dell'Italia da attaccare alla mia macchina. L'attesa. Poi la finale, di cui non sono ancora riuscita a recuperare le foto. Una trentina di persone 'sedute' davanti a una vecchia tv piazzata in giardino, le zanzare, che come al solito, mi devastano i polpacci,  la lattina di birra che vola per aria quando Materazzi pareggia, i rigori visti tutti abbracciati. E poi il delirio dopo il rigore di Grosso, la notte passata a festeggiare, il cellulare perso , e la voce pure. Insomma, una notte da ricordare e raccontare a chi non c'era e non se l'è potuta godere, sperando possa avere la fortuna di viverne una così.

 
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SENZA PAROLE

Post n°108 pubblicato il 08 Luglio 2007 da elvona

SENZA PAROLE

 
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IL WALTER E' NUDO

Post n°107 pubblicato il 28 Giugno 2007 da elvona
 

E alla fine lo fece. Dopo anni di tira e molla, di "io faccio il sindaco", di "quando scade il mio mandato a Roma me ne vado in Africa", Walter ha deciso di mettersi in pista. In realtà la sua corsa è iniziata da tempo, perchè come tutti sanno, per anni si è mosso sottotraccia, senza fare troppo rumore, ma senza neppure mai perdere di vista l'obiettivo.

La gente del centrosinistra si aggrappa a Veltroni come fosse se fosse l'ultima scialuppa del Titanic. Ieri al Lingotto, dove l'eterno delfino ha presentato la sua candidatura a leader del costituendo Partito Democratico, la gente era talmente tanta che in molti si sono dovuti accontentare del maxischermo.

Qual è il rischio? E' come quando si aspetta che un giocatore di cui si riconosce il talento, ma che non è mai risultato determinante nei momenti clou,  risolva la partita decisiva. Ansia da prestazione, eccesso di pressione, chiamatelo come volete, ma la candidatura di Veltroni si presenta come l'ultima chance per il centrosinistra e per lo stesso Veltroni: e questo potrebbe essere un handicap non da poco.

 
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COME STAGE?

Post n°106 pubblicato il 27 Giugno 2007 da elvona

MUSICA: ESORDIO PER MICOL BARSANTI, LO SPONSOR E' JOVANOTTI

   (ANSA) - MILANO, 11 GIU - ''Quando ho ascoltato il demo di
Micol, cio' che mi ha colpito di piu' e' stata la sua voce''.
Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, ha una punta di orgoglio
nel parlare di Micol Barsanti, la ventiquattrenne cantautrice
lucchese che oggi ha presentato a Milano il suo album d'esordio,
'La chiave del sole', prodotto da Soleluna, l'etichetta di
Jovanotti.
   ''Da uno a dieci sono emozionata 25 mila'' confessa Micol,
pochi minuti prima della sua esibizione live, alle prese con la
scelta delle scarpe. ''Entrare in questo mondo e' difficile,
pero' se non smetti mai di crederci in qualche modo ci arrivi''.
   ''Certo, ci sono delle rinunce da fare, ma se hai un sogno
vai dritta per la tua strada - Micol ne e' convinta -. Arrivano
anche dei momenti in cui perdi la fiducia, e allora e'
importante avere vicino persone che ti sappiano motivare''. Una
di loro per Micol e' stata Cecilia Dazzi, l'attrice romana,
coautrice delle canzoni dell'album. Nove tracce ''che parlano
d'amore, la cosa che tutto muove'' spiega Micol, cresciuta a
pane, chitarra e musica italiana.
   ''L'ho conosciuta tre anni fa: prima di farla arrivare
all'album ho voluto che guardasse un po' come funziona questo
mondo, anche da dietro le quinte'', spiega Jovanotti. ''Quanto a
me - dice l'ex 'ragazzo fortunato' - sono gia' in sala di
registrazione, conto di uscire al piu' presto, non so se
quest'anno o all'inizio del prossimo''. (ANSA).


BUSH A ROMA: RIENTRATI A MILANO IN TRENO GRUPPI MANIFESTANTI

   (ANSA) - MILANO, 10 GIU - E' arrivato a meta' mattina in
stazione centrale il treno, partito da Roma la scorsa notte, su
cui hanno viaggiato gruppi di aderenti ai centri sociali, che
avevano partecipato alla manifestazione svoltasi ieri nella
capitale in occasione della visita di George W. Bush.
   ''Quando ieri sera siamo arrivati in stazione Tiburtina per
prendere il treno - racconta Luca Corradini, portavoce del
centro sociale il Cantiere - ci siamo trovati di fronte ad un
cordone di carabinieri e polizia in assetto antisommossa, che
non faceva passare nessuno se privo del titolo di viaggio''.
   ''Prima di partire abbiamo aspettato delle ore, perche'
Trenitalia si era impuntata nel farci pagare altri 20 euro per
tornare a casa, nonostante gli accordi presi a Milano dopo
un'estenuante trattativa'', dice Corradini. Che aggiunge: ''Il
comportamento di Trenitalia e' stato irresponsabile: in stazione
Tiburtina si sono creati momenti di grande tensione che hanno
rischiato di finire in tragedia. Mentre aspettavamo che la
situazione si sbloccasse, da un cavalcavia ci sono piovuti
addosso numerosi oggetti, lanciati da membri di gruppi di
estrema destra. Un ragazzo, che non e' di Milano, e' stato
colpito da un cartello stradale ed e' stato portato in
ospedale''.
   Per quanto riguarda la manifestazione, ''non ci sono dubbi
sul fatto che sia stata un successo - afferma Corradini -, e'
stato un corteo colorato e vivace. Gli incidenti sono in gran
parte da imputare al comportamento provocatorio delle forze
dell'ordine, che hanno caricato addirittura a Piazza Navona. E
comunque - conclude - si e' trattato di episodi di scarso peso,
considerando che a Roma c'era Bush, il re della guerra, per
colpa di cui ogni giorno muoiono nel mondo centinaia di
persone''. (ANSA).


PARTO IN MORTE CEREBRALE: OGGI NICOL HA COMPIUTO UN ANNO

   (ANSA) - MILANO, 10 GIU - Oggi Nicol ha festeggiato il suo
primo compleanno. Un anno fa, quando veniva alla luce,
all'ospedale di Niguarda di Milano, la sua mamma, Cristina, 35
anni, era cerebralmente morta da 78 giorni, in coma dopo che era
stata colpita da aneurisma, quando era alla 17esima settimana di
gravidanza.
   Un giorno, il 10 giugno  2006, in cui per la famiglia di
Nicol si mischiarono la gioia e il dolore, l'angoscia e la
speranza: ''Il Signore ce ne ha portata via una, speriamo che ci
lasci l'altra'' sussurro' ai giornalisti la nonna materna della
piccola.
    Alla nascita, dopo 29 settimane di gestazione, la bimba
pesava appena 715 grammi: il peso piu' basso mai registrato
negli undici casi verificatisi al mondo di gravidanze prolungate
dopo la morte cerebrale della madre.
   Oggi Nicol, vestitino bianco e rosa e scarpine in tinta,
capelli corti castano scuro e un ricciolo schiacciato in fronte,
e' tornata al Niguarda, al reparto di Pediatria e di
Neonatologia, accompagnata da papa' Toni, 25 anni, dalla nonna
paterna e da due cuginetti. E' stata accolta dagli stessi medici
e infermieri che assistettero lei e la madre durante quei giorni
difficili e che l'hanno festeggiata con una torta ai frutti di
bosco.
  ''Guardo Nicol e rivedo Cristina'' ha detto oggi Toni, che
aveva conosciuto la compagna un anno prima. Un amore a prima
vista, e subito il desiderio di un figlio. Nicol ha gli occhi
scuri, dello stesso taglio del papa'. E' una bambina vivace,
che, secondo i medici, ''ha uno sviluppo neurologico e
relazionale adeguato alla sua eta'''.
   Oggi quindi e' un giorno di festa, e non solo per Nicol, ma
anche per quelle persone che hanno ricevuto gli organi di mamma
Cristina, i cui familiari autorizzarono l'espianto, e che hanno
ripreso a vivere grazie a lei.  (ANSA).

 
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NEGRAMARO

Post n°105 pubblicato il 10 Giugno 2007 da elvona
 
Foto di elvona

Primi dieci giorni di stage, tra giri di nera, conferenze stampa un po' così ma anche qualche soddisfazione...come l'incontro con i Negramaro, sei ragazzi di Lecce e dintorni che si chiamano come uno dei vini di più buoni prodotti in Salento, la loro terra. Hanno pubblicato il  terzo album, ''La Finestra", che ho potuto ascoltare in anteprima. Mi è piaciuto, anche se il mio non può essere considerato un giudizio oggettivo, dato che i Negramaro mi sono sempre piaciuti, sin dai loro esordi. Se devo dare due titoli, dico "Una volta tanto" e  "E così".

MUSICA: NEGRAMARO, VOGLIAMO EMOZIONARCI PER EMOZIONARE /ANSA
IN USCITA DOMANI 'LA FINESTRA' NUOVO ALBUM DELLA BAND
   (ANSA) - MILANO, 7 GIU - ''Vogliamo emozionarci per poter
emozionare il pubblico: e' questo l'obiettivo della nostra
musica''.
Giuliano Sangiorgi, leader del gruppo Negramaro, e' un
fiume in piena quando si tratta di parlare del nuovo album della
band, 'La finestra', in uscita domani nei negozi. ''E' un disco
'di pancia' - spiega Giuliano - registrato su bobina in presa
diretta, con pochissimi take per dare un effetto live''.
   I sei ragazzi di Lecce, che vivono tutti insieme in un
casolare vicino Parma, si sono trasferiti per quattro mesi a San
Francisco,dove hanno registrato il cd, ai Plant studios.
   ''Non siamo preoccupati di arrivare al successo di 'Mentre
tutto scorre', la nostra piu' grande paura e' di non emozionarci
piu' per le cose che suoniamo''
dice il leader della band
salentina, che aggiunge: ''Se non avessimo avuto qualcosa da
dire saremmo usciti piu' tardi''.
   Oltre al singolo 'Parlami d'amore', gia' molto trasmesso
dalle radio, l'album contiene 13 brani, piu' una 'ghost track',
'Pelle e calamaio', nata per caso negli studios di San
Francisco, e inserita senza modifiche.
   Tra le canzoni, che spaziano da sonorita' rock alle ballate
piu' intimiste, ce n'e' una che sta particolarmente a cuore alla
band: 'Cade la pioggia', che vede la partecipazione di un ospite
d'eccezione, Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti.''Con Lorenzo
e' successa una magia, ci siamo capiti subito'' ricorda
Giuliano. Altre guest star del disco sono il Coro dell'Accademia
di Santa Cecilia e i Solis String Quartet.
   Nell'album c'e' spazio anche per l'impegno sociale: il brano
'Tu ricordati di me' descrive l'orrore di una societa' che si
autodistrugge con la guerra: ''Se tu mi uccidi, non muoio solo
io, ma muori anche tu. E' un concetto vecchio, ma fa sempre bene
ricordarlo, contro ogni perbenismo da guerra giusta'' dice
Giuliano.
   I Negramaro sono un gruppo che e' arrivato al successo
partendo dall'underground: ''Siamo rimasti noi stessi, la nostra
musica non e' cambiata da quando suonavamo di fronte a poche
persone. Perche' dovremmo farci problemi se siamo arrivati al
grande pubblico? Non e' una vergogna essere pop''
.
   La band portera' il nuovo album in giro per l'Italia con un
tour che si aprira' il 24 giugno a Cuneo e si chiudera' il 16
agosto a Lecce.
    (ANSA).

     I44-TC
2007-06-07 17:31:00 NNNN


 
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CRONACHE DALLA SECONDA DIMENSIONE

Post n°103 pubblicato il 17 Maggio 2007 da elvona
 

Gli italiani in Second Life sono quasi 200mila e da qualche giorno possono informarsi su quello che accade nella loro seconda vita grazie ad un giornale, gratuito, che racconta storie e approfondisce temi del mondo parallelo creato dalla Linden Lab. Cronache dall'irrealtà, in italiano, dunque. 

Il giornale si chiama "2L ITALIA World - Second Life Magazine", dove ‘’2L’’ sta, appunto, per Second Life.  La rivista ha redazione, giornalisti e sede nel mondo virtuale. La versione ‘’stampata’’ viene distribuita come free press all'interno del mondo a 3D e ha una sua edizione nel web (www.2LItaliaworld.it )in formato pdf (30 pagine a colori).

In primo piano, la politica: il dibattito sulla scelta della Linden di "privatizzare" la repressione dei comportamenti illeciti, la mobilitazione contro la pedofilia, ma anche servizi sui Dico virtuali e sulle sperimentazioni e-learning italiane.

Due i redattori: Eddie Tower ed Asya Masala, cronisti che battono palmo a palmo la seconda dimensione, sulla base degli strumenti che mette a disposizione la piattaforma telematica. Proprietario della testata, l'editore Alessandro73Rossini.

 
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LA CARTA DELLA GAZZA

Post n°102 pubblicato il 11 Maggio 2007 da elvona
 

La carta della Gazza

Con che cosa si fa un giornale? Bè, sopratutto servono inchiostro e carta. Quella della Gazzetta dello Sport è inconfondibilmente rosa. Non un rosa qualasiasi, ma proprio quel rosa lì, che ha accompagnato per decenni le gioie e i dolori dei tifosi italiani. Per una che sotto il sole di agosto, al mare, legge la Gazzetta sotto l'ombrellone (con insulti allegati di parenti ed amici), capite che toccare con con mano la carta della Gazza è un evento da ricordare. Grazie a Fede per la foto.

 
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25 APRILE, VIVA L'ITALIA.

Post n°101 pubblicato il 25 Aprile 2007 da elvona
 

Non so perchè ma è andato fuori sincrono. Comunque si capisce.

 
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Sì PRONTO?

Post n°100 pubblicato il 22 Aprile 2007 da elvona

inter-cet-ti-amo

 
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SENZA PADRINI?

Post n°99 pubblicato il 10 Aprile 2007 da elvona
 

Da ieri Corleone è in festa per celebrare un anno di libertà dal padrino. Una festa che durerà tre giorni. Proprio l’anno scorso di questi tempi, infatti,  veniva catturato Bernardo Provenzano, il boss dei boss, capo assoluto di Cosa Nostra, latitante da oltre quarant’anni.

Mentre tutt’Italia si chiedeva chi avesse vinto tra Prodi e Berlusconi, gli uomini dello polizia di Palermo, dello Sco  e del Dac, facevano irruzione in una masseria vicino Corleone, il paese natale dello zio Binnu, che non si era mai voluto allontanare troppo da quello che, dopo l’arresto di Riina, era diventato a buon diritto il suo feudo.

Da quel giorno il termine pizzino è entrato nel vocabolario comune. Grazie a questi bigliettini Provenzano comunicava in codice con i suoi uomini, dialogava con i politici e gli imprenditori, mandava messaggi d’amore alla moglie. A tradirlo sembra essere stato proprio l’ultimo pizzino, scambiato con l’ amata la mattina dell’arresto.

Eccolo il boss. Per quarantatrè anni l’unica immagine che si aveva di lui era quella foto del ‘59, in cui sembrava appena uscito dal barbiere, con i capelli lucidi di brillantina. Ora non è più un fantasma: occhiali spessi e  aria dimessa, passava le sue giornate a sfogliare un libro di medicina illustrata, o leggendo la Bibbia. Nel covo ne sono stati trovati tre esemplari, con alcuni passi sottolineati. Del resto, ogni suo lettera ai picciotti la concludeva così: “Vi benedica il Signore e vi protegga... Sappia che là dove ti posso essere utile, con il volere di Dio, sono a tua completa disposizione”. Per pasto,  si concedeva della  ricotta fresca, accompagnata da cicoria.

Sembra incredibile che quest’omuzzo, con nemmeno la seconda elementare, tenesse in scacco tutta la Sicilia, e buona parte dell’Italia.

Chi ha preso il posto di Provenzano in cima alla Cupola di Cosa Nostra?  Un altro fantasma, Matteo Messina Denaro, anni 45, roccaforte a Castelvetrano, provincia di Trapani, 50 omicidi, latitante ormai da più di 13 anni. Il curriculum non sembra lasciare dubbi sulle attitudini del candidato.

Come tutti oggi sappiamo, poi, le elezioni di un anno fa le ha vinte Prodi per 24 mila voti. Qualcuno ha organizzato una festa per celebrare la ricorrenza?

 
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IO DICO CHE ESAGERANO

Post n°98 pubblicato il 31 Marzo 2007 da elvona
 

I Dico come incesto e pedofilia. Se mai ce ne fosse stato bisogno, il neo - presidente della Cei, Angelo Bagnasco, ribadisce, con quest'espressione, la posizione estremista assunta dalla Conferenza Episcopale nei confronti della proposta di legge del governo sulle unioni di fatto.

In settimana, la stessa Conferenza Episcopale aveva lanciato un duro monito ai politici catttolici: divieto di votare il disegno di legge Bindi-Pollastrini, appellandosi alla libertà di coscienza in politica. Un vero e proprio ordine, senza possibilità di repliche.

Eppure, i Dico sono tutt'altro che una proposta avanzata.  Non dimentichiamoci che in Spagna, dove Zapatero ha legalizzato i matrimoni gay, il cattolicissimo Aznar, aveva fatto propria la proposta dei Pacs, acronimo che da noi in Italia non si può nemmo nominare, se no col rischio di venire fulminati dalla scomunica. I Dico nostrani sono già di per se' un compromesso al ribasso, frutto di un estenuante lavoro di mediazione, eppure tutto questo al Vaticano non interessa.

L'impressione è che le gerarchie ecclesiastiche abbiano del tutto perso la capacità di ascoltare la società: cosa estremamente grave per una istituzione come la Chiesa che vorrebbe porsi come universale. Paragonare due persone che hanno deciso di vivere insieme, legandosi l'un l'altra da con un nucleo, peraltro molto limitato di diritti e doveri, a pedofili  e colpevoli d'incesto è un' enormità che non ha nessuna giustificazione.


Sulla questione,  vale la pena citare il Bonsai di Sebastiano Messina, pubblicato su Repubblica del 29, dal titolo emblematico: LA NOTA DEMOCRATICA.

Vivaci polemiche ha suscitato ieri, in Vaticano, la bozza riservata di una "nota costituzionale" all´esame del Consiglio dei ministri e considerata dalle gerarchie d´Oltretevere una indebita interferenza nella sovranità spirituale della Chiesa.


Particolarmente contestato il passaggio nel quale i ministri rivolgono "una parola impegnativa ai cittadini democratici che operano in ambito ecclesiale", esortandoli a non approvare più con un silenzio passivo "l´insopportabile esclusione delle donne dal sacerdozio", un divieto che non solo "è inaccettabile sul piano di principio e pericoloso sul piano sociale ed educativo", ma contiene "una palese e grave violazione dell´articolo 3 della Costituzione, che vieta ogni discriminazione sulla base del sesso".


Ieri pomeriggio si erano formate due correnti, in seno alla Conferenza Episcopale. La prima invocava la rottura del Concordato, rivendicando l´autonomia cattolica della Chiesa dal laicismo giuridico. La seconda, al contrario, si preparava a organizzare il "Constitution day", con la partecipazione di suore, badesse e - per la prima volta - monache di clausura. Poi in serata, solo in serata, qualcuno ha letto la data del documento: 1° aprile.

 
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SIAMO TUTTI DIGITALI

Post n°97 pubblicato il 30 Marzo 2007 da elvona
 

Una volta bastava saper scrivere bene. Senza errori ortografici almeno. Ora per fare il giornalista devi adattarti alla logica del multimediale e della multipiattaforma ( e sperare che quella massa di vecchi che occupa le redazioni da 30 anni sia colta da improvviso malore, chi si deve toccare si tocchi).

Repubblica ha intervistato Hubert Burda, numero uno dell'omonimo gruppo editoriale tedesco, oggi a Roma per un convegno organizzato dalla Fieg, l'associazione degli editori, con un titolo che è tutto un programma: "Lo scenario futuro dei media, la stampa tra crisi e cambiamento".

Secondo Burda, la rivoluzione digitale avrà lo stesso effetto storico dell'invenzione della stampa, che spazzò via il mondo degli amanuensi e delle illustrazioni filigranate che arricchivano i manoscritti. Insomma, il messaggio è chiaro: chi non si adegua alla rivoluzione digitale rischia di finire come gli scriba.

I media tradizionali non dovrebbero avere problemi: devono soltanto saper sfruttare il loro marchio anche nel mondo digitale. Quanto agli operatori del settore, insomma a quelli che una volta si chiamavano giornalisti, devono sapere che la crescita delle entrate potrebbe venire solo dai media digitali, non da quelli tradizionali.

Insomma, saremo giornalisti senza giornali.  Come diceva il saggio: che culo!

 
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CHI HA SPARATO ALLA VERITA'

Post n°96 pubblicato il 18 Marzo 2007 da elvona

Come se Ilaria non lo sapesse che la Somalia, oggi come allora, è una terra pericolosa. Che per le strade di Mogadiscio, piene di buche e di polvere,  è facile morire. Lo sapeva, Ilaria.  Era lì il 12 luglio 1993, quando vennero massacrati quattro giornalisti, due reporters britannici della Reuters, un fotografo tedesco dell’Associated Press, e un tecnico del suono. Viaggiavano su una Toyota. Tentavano di raggiungere una zona della città bombardata poco prima dagli americani. L’auto venne aggredita da una folla inferocita, a colpi di bastoni e pietre.

“In battaglia con il taccuino. Così muoiono i soldati della notizia”. Con queste parole Ilaria avrebbe poi descritto quella scena terribile, cui aveva assistito, a pochi metri di distanza.
    
La notizia del massacro arriva tra gli altri giornalisti. Le prime informazioni sono confuse. Non si sa chi e quanti siano i morti. I reporter italiani all’Hamama, l’albergo di Mogadiscio Nord che li ospitava, cominciano a contarsi. Ilaria non c’è.  Si teme che possa essere stata aggredita anche lei. Massimo Alberizzi, inviato del Corriere, dà l’allarme. Ilaria non si trova. Poi la sua voce compare sulle frequenze radio utilizzate dai giornalisti: “E’ tutto a posto, non vi preoccupate”.

Non vi preoccupate. Quante volte l’avrà ripetuto Ilaria ai suoi genitori? Loro non ci avevano neanche provato a trattenerla. Era determinata, Ilaria. Voleva ritornare in Somalia, nonostante la situazione stesse peggiorando. Nonostante ci fosse già stata altre volte, l’anno prima, a più riprese. Ma non le bastava. Voleva raccontare il ritiro del contingente italiano, il fallimento della missione internazionale di pace che lasciava la Somalia in una situazione peggiore, se possibile, di quella precedente alla missione stessa. Voleva raccontare di una terra che stava per essere definitivamente  abbandonata al suo dolore. E, soprattutto, voleva raccontare di chi, sul dolore di quella terra, aveva fatto grandi affari.

Era appena tornata dalla ex–Jugoslavia e già voleva ripartire, ma non c’era nessun operatore RAI disponibile ad accompagnarla. E’ il destino degli inviati. Devono muoversi in coppia, come gli sbirri, con un operatore. Complementari e indispensabili l’uno per l’altro.  Allora Ilaria aveva pensato a Miran Hrovatin, un cineoperatore freelance della Videoest di Trieste, conosciuto in Bosnia, qualche settimana prima.

“Pronto Miran? Ho bisogno di qualcuno che venga con me in Somalia”. Miran non ci aveva pensato due volte ad accettare. L’idea di vedere un posto nuovo lo entusiasmava. E poi con Ilaria aveva trovato un buon feeling. Così l’11 marzo s’imbarca insieme ad Ilaria a Pisa, su un aereo militare. Destinazione Mogadiscio.

“Torno presto, non preoccuparti, è come una vacanza”. Miran aveva rassicurato la moglie Patrizia, prima della partenza. Voleva sdrammatizzare. Sapeva che lei era  contraria a quel viaggio, anche se non era certo il primo in una zona a rischio. Sapeva che lei aspettava con più apprensione le sue telefonate, dopo la morte di  Marco Luchetta, Alessandro Ota, Dario D’Angelo, a Mostar, sotto i colpi delle granate, appena qualche settimana prima. “Sarò prudente, ma il lavoro è lavoro” aveva tagliato corto. E a Miran il suo lavoro piaceva.

“Bosaso, Mugne, Shifco (fondi FAI)…1400 miliardi di lire…dove è finita tutta questa impressionante mole di denaro?” Questa domanda Ilaria l’aveva appuntata su uno dei suoi taccuini, ma se la portava dentro. Voleva vedere con i suoi occhi quella strada, la Garoe – Bosaso, perfettamente asfaltata, che collegava il nulla al nulla. Voleva vedere quelle navi, donate dalla cooperazione italiana alla Somalia come pescherecci, ma che in realtà venivano usate per trasportare rifiuti tossici e armi. Quelle armi che stavano insanguinando la Somalia.Dopo quattro giorni a Mogadiscio, Miran e Ilaria volano a Bosaso. Per vedere con i loro occhi quello di cui si sussurrava: che sulla tragedia della Somalia qualcuno in Italia ci guadagnava. Insomma, Ilaria e Miran cercavano la verità. E non volevano tenersela per se’.

 Le domande più scomode si tengono per ultime. E’ un modo per non irritare l’intervistato sin dall’inizio del colloquio. Un trucco del mestiere. Infatti Ilaria, prima di arrivare alla domanda sulle navi donate dalla cooperazione, parla di tutt’altro con Abdullay Mussa Bogor, meglio conosciuto come il sultano di Bosaso. Non appena Ilaria nomina quelle navi, Bogor improvvisamente diventa evasivo. Gioca a non rispondere, tanto che Miran smette di girare. Poi ricomincia. Si è reso conto che il sultano sta dicendo qualcosa d’interessante. Ma Bogor si accorge che la telecamera è stata riaccesa. Fa capire che non vuole essere ripreso mentre dice quelle cose.  Per Ilaria è la conferma che le voci sul traffico d’armi  sono vere. Il giorno stesso telefona al Tg3, dice che lei e Miran stanno per rientrare a Mogadiscio, che ha un buon servizio. Quel servizio non andrà mai in onda. 
 

"Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sé non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri".

Così Joseph Pulitzer esortava i giornalisti a fare il loro mestiere. Cercare la verità, a costo di venirne inghiottiti. Perché le verità umane, purtroppo, non sono quasi mai piacevoli. Fanno male. A chi le scopre, in primo luogo.

Chissà cosa farebbe Ilaria, se fosse ancora qui. Chissà cosa direbbe della sua Somalia, delle Corti islamiche, dei bombardamenti americani. Oggi Ilaria avrebbe 46 anni. Chissà se sarebbe rimasta inviata di guerra o avrebbe condotto il tg da Roma. E Miran? Lui di anni oggi ne avrebbe  58. La loro vita si è fermata su una Toyota scassata a Mogadiscio, il 20 marzo 1994.  Sono passati 13 anni, e ancora non sappiamo chi ha sparato alla verità.

Elvira Pollina


Con questo articolo ho vinto il premio del concorso Festival Internazionale del Giornalismo, sezione carta stampata, "Ilaria e Miran, una storia ancora da raccontare".

A Perugia

http://www.festivaldelgiornalismo.com/concorsi.html

 
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