emergenzambiente

tematiche ambientali regione abruzzo

 

FUORI IL PETROLIO DALL'ABRUZZO

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Novembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30  
 
 

STOPO CONSUMO DEL TERRITORIO

Stop al Consumo di Territorio


 

logo sito denuclearizzato

 

AREA PERSONALE

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Novembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30  
 
 
 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: emergenzambiente
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 62
Prov: PE
 

INCENERITORI

Inceneritori:La legge di Lavoisier applicata ai rifiuti: La legge di Lavoisier (o di costanza delle masse nelle reazioni chimiche) ci dice che “la quantità di materia totale di un sistema chiuso rimane costante”. Il che significa che è possibile trasformare le sostanze, ma non annullare la loro massa. Dalla combustione di una tonnellata di rifiuti bruciata si ottengono complessivamente circa due tonnellate di sostanze: - una tonnellata di fumi - 280kg/300kg di ceneri solide, cancerogene, da smaltire in discariche speciali - 30 kg di ceneri volanti (estremamente tossiche) - 650 kg di acqua sporca (da depurare) - 25 kg di gesso Nel processo di incenerimento, ai rifiuti da bruciare occorre infatti aggiungere calce viva e una rilevante quantità di acqua. Nulla si crea, nulla si distrugge, e tutto si trasforma, viene insegnato in seconda media, eppure, in modo bipartisan, i nostri politici sono ancora suggestionati dal “mito prometeico”.
 

HERMANN DALY

Hermann Daly, uno dei fondatori dell' economia ecologica fornisce la seguente ricetta per una economia sostenibile (notare bene che parla di "economia" e non "sviluppo")

1-Sfruttare le risorse rinnovabili ad un ritmo che non superi la capacità di rigenerazione dell' ecosistema.
2-Limitare l'uso di tutte le risorse, in modo da produrre un livello di rifiuti che possano essere assorbiti dall'ecosistema
3-Sfruttare le risorse non rinnovabili ad un ritmo che, per quanto possibile, non superi il ritmo di introduzione di sostituti rinnovabili

 

 

NON È UNA TESTATA GIORNALISTICA

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7/03/2001. Le foto presenti sul blog sono dei rispettivi autori, nel caso violino i diritti d'autore saranno rimosse in seguito a pronta comunicazione.
 

 

« - 34Ma quale sviluppo »

Un po' di diossina ci mancava

Post n°835 pubblicato il 30 Aprile 2013 da emergenzambiente
 
Foto di emergenzambiente

Foto di emergenzambiente
WWF: DIOSSINA A BUSSI E DECINE DI SOSTANZE TOSSICHE OLTRE I LIMITI DI
LEGGE.

COMUNICATO STAMPA WWF DEL 29/04/2013

Disastro ambientale di Bussi: anche la diossina nei terreni.

Falda profonda e superficiale con decine di sostanze tossiche e/o
cancerogene migliaia di volte oltre i limiti di legge.

WWF: emerge un quadro della contaminazione ancora più grave, alcuni
contaminanti continuano a fuoriuscire dall'area, servono azioni immediate.

"Un disastro ambientale di enorme entità, terreni e falde contaminate da
decine di sostanze con valori migliaia di volte oltre i limiti di legge;
come se non bastasse, accertata anche la presenza della diossina" il WWF
diffonde i dati dei monitoraggi sulla contaminazione del sito di Bussi
in Provincia di Pescara.

L'associazione, dopo un laborioso lavoro di accesso agli atti presso
vari enti, è in grado di diffondere i dati più recenti relativi ad una
parte consistente del Sito Nazionale per le Bonifiche di Bussi, una
delle 37 aree più inquinate d'Italia secondo il Ministero dell'Ambiente,
perimetrato con Decreto nel 2008 a seguito dei sequestri operati dal
Corpo Forestale dello Stato nell'area nel 2007.

I monitoraggi ambientali sono quelli realizzati dalla società Environ
per conto dell'attuale proprietaria del sito industriale, la Solvay SPA.
Ricordiamo che sulla base del Testo Unico dell'Ambiente, il
D.lgs.152/2006, anche il proprietario non responsabile della
contaminazione di un sito è obbligato a realizzare un Piano di
Caratterizzazione e a mettere in atto la cosiddetta Messa in Sicurezza
d'Emergenza affinché i contaminanti non fuoriescano dal sito, con un
adeguato piano di monitoraggio. Sottolineiamo che la società Solvay è
stata riconosciuta quale parte civile nel procedimento penale in corso,
che lo scorso 18 aprile ha visto il rinvio a giudizio in Corte di
Assise, per reati gravissimi come avvelenamento delle acque e disastro
ambientale, di 19 persone riconducibili alla precedente proprietaria del
sito, la Montedison. L'ISPRA, per conto dell'Avvocatura dello Stato, ha
stimato un danno ambientale di 8,5 miliardi di euro e una contaminazione
di circa 2 milioni di mc di terreni, oltre a quella relativa all'acqua
di falda.

La Solvay ha realizzato due sistemi di messa in sicurezza d'emergenza,
uno per la falda superficiale e uno per la falda profonda, nonché alcuni
interventi relativi a piccolissime aree di rimozione di hot-spot di
contaminazione di terreni. Si tratta del sistema "pump and treat" in cui
si crea una cosiddetta barriera idraulica al limite dello stabilimento.
L'acqua viene pompata in superficie da alcuni pozzi allineati e trattata
con filtri a carbone attivo per estrarre i contaminanti.

I dati dei monitoraggi realizzati dal privato, validati dall'Agenzia
Regionale per la Tutela dell'Ambiente (ARTA; l'agenzia è presente ai
campionamenti e realizza "contro-analisi" sul 10% dei campioni)
costituiscono il riferimento per tutte le azioni di bonifica del sito e,
sono, quindi, pubblici. Infatti sono stati discussi nel corso
dell'ultima conferenza dei servizi svoltasi presso il Ministero
dell'Ambiente lo scorso 6 dicembre 2012.

I dati presentati oggi si riferiscono esclusivamente all'attuale area di
proprietà Solvay e ad alcuni pozzi/piezometri posti a valle dell'area
industriale nella Valle del Pescara alla confluenza tra il fiume Tirino
e il Pescara. Altri dati, relativi alla situazione di contaminazione
generale dei terreni e delle varie aree contermini al sito industriale
sono stati già presentati dall'associazione durante una conferenza
stampa svoltasi nel 2010 (riportati nella Tabella 4 che si allega di
nuovo).
Per quanto riguarda il monitoraggio delle falde, lo schema segue un
criterio di questo tipo, da monte verso valle, seguendo, molto
schematicamente la direzione di flusso della falda:
-Pozzi/piezometri nell'area industriale posta attorno al fiume Tirino;
-Pozzi di barriera idraulica per la Messa in Sicurezza (pump and treat)
nell'area industriale;
-Pozzi "spia" posti ai confini dell'area industriale a valle della
barriera idraulica; questi pozzi servono per verificare l'efficienza e
l'efficacia dei sistema di trattamento;
-Pozzi nella Valle del Pescara alla confluenza del Tirino con il Pescara
posti al di fuori dell'area industriale per verificare l'eventuale
presenza di altri apporti di contaminanti da monte. Ricordiamo, infatti,
che il sito di Bonifica si estende anche in altre aree poste lungo il
fiume Pescara, come la discarica Tremonti (si vedano le 2 mappe allegate
della Environ, modificate dall'associazione per evidenziare la posizione
dei principali elementi, come fiumi, barriere idrauliche, pozzi spia e
pozzi nella Valle del Pescara e discarica Tremonti)

La situazione nell'area industriale a monte delle barriere idrauliche
nel 2012 (tabella 1)
Il quadro di contaminazione riscontrato nell'area industriale è
sconfortante. Su 43 parametri presi in considerazione (singole sostanze
o gruppi di sostanze, tutte tossiche e/o cancerogene) per 35 sono stati
riscontrati superamenti delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (o
dei limiti indicati dall'Istituto Superiore di Sanità) per la falda
superficiale e 23 per la falda profonda. La stragrande maggioranza dei
piezometri della rete di monitoraggio posta all'interno dell'area
industriale evidenzia superamenti dei limiti.
Alcune sostanze mostrano superamenti di enorme entità: il cloroformio
453.333 volte i limiti nella falda superficiale e 46.607 volte nella
falda profonda; il tricloroetilene 193.333 volte nella falda
superficiale e 156 nella profonda; il mercurio 2.100 volte nella falda
superficiale; il diclorometano 1.073.333 volte in falda superficiale e
3.267 volte nella falda profonda; il tetracloruro di carbonio 666.667
volte nella falda superficiale e 3733 volte nella falda profonda.

I pozzi spia sull'efficienza/efficacia del sistema di trattamento
(tabella 2)
Il sistema di trattamento è in grado di ridurre drasticamente il livello
della contaminazione ma non riesce ad abbattere sotto la soglia di
contaminazione alcune sostanze. Tra il 2007 e il 2012, 9 parametri sono
risultati comunque superare la Concentrazione Soglia di Contaminazione
per la falda superficiale e 3 per la falda profonda. In particolare il
monocloroetilene ha avuto picchi di 106 volte il limite di legge per la
falda superficiale e 264 volte per la falda profonda; inoltre
superamenti si sono verificati anche recentemente nei monitoraggi del
2012. Pertanto, come evidenziato anche dal Ministero dell'Ambiente
nell'ultima conferenza dei servizi, alcune sostanze continuano a
fuoriuscire dal sito nonostante il trattamento. A tal proposito il WWF
ha inviato una circostanziata lettera al Ministero e ai vari enti
sollecitando l'adozione di misure completamente efficaci.

I pozzi nella Valle del Pescara (tabella 3)
La situazione peggiora andando verso valle nei pozzi/piezometri che
monitorano la falda nell'area della confluenza del fiume Tirino con il
Fiume Pescara. Nel biennio 2011-2012 per la falda superficiale ben 11
parametri sono risultati essere oltre i limiti di legge, mentre per la
falda profonda sono stati 12 i parametri non conformi. Tra questi,
sostanze estremamente tossiche e/o cancerogene come, a mero titolo di
esempio, il benzene (33 volte i limiti nella falda superficiale) il
monocloroetilene (132 volte nella falda superficiale e 112 volte nella
profonda), l'esacloroetano (16 volte nella falda superficiale e 152
volte nella falda profonda).
Pertanto esistono lungo il Pescara ulteriori fonti di contaminazione.
Ricordiamo, tra l'altro, che a monte di questi punti di monitoraggio
abbiamo la discarica abusiva Tremonti.

Terreni
Nel 2011 la Environ per conto della Solvay ha proceduto a ricercare in
campioni di suolo posti all'interno del sito industriale le diossine e i
furani, sostanze estremamente pericolose. Su 29 campioni ben 9 sono
risultati avere valori superiori ai limiti di legge per le aree
industriali (se si prendesse a riferimento il limite per le aree a
destinazione verde/residenziale sarebbero 16). Il campione più
contaminato presentava un valore di 23,7 volte il limite di legge per le
aree industriali (237 volte se si dovesse prendere in considerazione i
limiti per le aree a verde/residenziale, qualora si volesse riportare il
sito a questi usi). Dichiara Augusto De Sanctis, referente acque del WWF
Abruzzo "La situazione di compromissione dell'ambiente a Bussi è
veramente drammatica, uno dei posti peggiori in Italia e in Europa.
Servono immediati provvedimenti, sia per rendere completamente efficaci
gli interventi di messa in sicurezza di emergenza in tutte le aree, sia
quelle industriali che quelle circostanti, per evitare la diffusione
verso valle degli inquinanti. In alcune zone gli interventi di messa in
sicurezza di emergenza devono iniziare, quando la legge prevede che
siano attuati entro le 24 ore dalla scoperta della contaminazione. Altre
aree all'interno del perimetro devono addirittura essere caratterizzate,
a 5 anni dall'istituzione del Sito Nazionale per le Bonifiche. In
generale, bisogna procedere alla bonifica. L'obiettivo è quello di
riportare un'area posta tra il Parco Nazionale della Majella e il Parco
Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ad una qualità ambientale
elevata, in considerazione dell'enorme importanza dell'area sotto il
profilo idrogeologico, in quanto in questo sito scorre quasi tutta
l'acqua della regione. Esistono esempi magnifici di siti riportati alla
vita, come è accaduto in Germania nella Rurh dove in poco più di 10
anni, chiamando le migliori menti del Paese e stanziando adeguate
risorse, decine di siti inquinati sono diventati parchi e aree di
richiamo turistico (parchi a tema; percorsi; musei). Riteniamo altresì
indispensabile che gli enti assicurino la costante informazione circa i
risultati dei monitoraggi come previsto dalle norme europee e dal
D.lgs.195/2005 sulla trasparenza dei dati ambientali che prevede che
ogni anno chiunque detenga la banche dati sui monitoraggi ambientali
debba renderle pubbliche ed accessibili via WEB. Spiace evidenziare che
il Ministero dell'Ambiente è in questo senso inadempiente, così come il
Commissario delegato Arch. Adriano Goio, nonché gli organismi regionali
e locali, e questo nonostante le chiare indicazioni sul coinvolgimento
dei cittadini contenute nella mozione approvata all'unanimità dalla
Commissione Rifiuti della Camera sul sito di Bussi nel 2008.
Particolarmente grave è l'assenza di dati, evidenziata anche nell'ultima
conferenza dei servizi del 6 dicembre 2012, sulla situazione della
discarica Tremonti e delle aree contermini. Infine, è grave che la Val
Pescara non sia stata ricompresa nello studio epidemiologico SENTIERI
realizzato dall'Istituto Superiore di Sanità, che ha coinvolto gran
parte dei siti nazionali di bonifica con risultati estremamente
allarmanti sugli effetti degli inquinanti che si ritrovano in queste
aree sulla salute delle comunità. Il WWF già nel 2007 chiese con un
sit-in lo svolgimento di un'approfondita indagine epidemiologica anche
in considerazione del fatto che per decenni fu captata e immessa nella
rete acquedottistica acqua contaminata dai Pozzi S. Angelo, posti
immediatamente a valle del sito di Bussi, ora fortunatamente chiusi
grazie alla denuncia del WWF e di Maurizio Acerbo, allora deputato di
Rifondazione Comunista. Fu costituito un gruppo di lavoro (la ASL
incredibilmente mandò il responsabile del SIAN sottoposto a procedimento
penale proprio per questi fatti!) che si arenò subito, anche in
considerazione dello stato pietoso delle banche dati delle ASL relative
ai dati di base come la mortalità nella popolazione e l'assenza del
registro dei tumori. La situazione di Bussi deve essere considerata
prioritaria da tutte le pubbliche amministrazioni coinvolte".

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

INFO


Un blog di: emergenzambiente
Data di creazione: 05/04/2008
 

REGIONALI 2014 RICHIESTE AI CANDIDATI

2014 richieste ai candidati 

 

IN ABRUZZO SCOPPIAMO DI ENERGIA

TRIVELLE IN VISTA -DOSSIER 2013-

DOSSIER WWF MILIONI DI REGALI

SEGUICI SUI SOCIAL NETWORK!

Twitter: @AmbienteAbruzzo

Facebook: Emergenza Ambiente Abruzzo

 

CARTINA PETROLIO AGGIORNATA AL 2011

 

FUORI IL PETROLIO DALL'ABRUZZO

PETROLIO CHI DECIDE COSA

Lo schema delle autorità competenti può essere riassunto così: -La Direzione Generale dell’Energia e delle Risorse Minerarie è la massima autorità nel campo energetico nazionale nell’attribuire i titoli minerari. Nel suo ambito opera l’Ufficio Nazionale per gli Idrocarburi e Geotermia (UNMIG), con tre uffici periferici a Roma, Bologna e Napoli, al quale è demandato il compito del rilascio dei permessi, delle concessioni e il controllo delle attività produttive. -Il Comitato Tecnico per gli Idrocarburi e la Geotermia è il principale organo consultivo del Ministero dell’Industria in materia. E’ nominato per decreto dal Ministro dell’Industria e dura in carica per tre anni. Il Comitato esprime un parere, peraltro non vincolante, sull’assegnazione dei titoli minerari richiesti in concorrenza, e valuta le varie situazioni su cui è chiamato a pronunciarsi, quali la variazione dei programmi di lavoro, l’unificazione degli stessi fra titoli adiacenti interessati alla stessa tematica, l’assegnazione di concessioni di coltivazione alla società o gruppo che ha scoperto il giacimento ecc. Le riunioni del comitato avvengono a intervalli trimestrali. -Il Ministero dell’Ambiente, attraverso la Direzione Generale della Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) è l’istituto preposto a fornire la valutazione dell’impatto ambientale di ogni singolo progetto industriale e quindi anche di quello relativo al settore degli idrocarburi. Si avvale anche del parere della Sovrintendenza ai Beni Culturali e Ambientali, competenti territorialmente. Alcune competenze specifiche sono demandate direttamente alle Regioni interessate e attraverso deleghe, a Provincia e Comuni.
 

ULTIME VISITE AL BLOG

cassetta2ormaliberakrukken71ficomormauromarsiliiamandaclark82emilytorn82Geol_F.Ciabattonigiuseppina.finiziod722lucrezias.lsFiorentinoAlessiop.spadavecchiad.speraddioavvocatosquadronebernezzese1987
 

A ME GLI OCCHI

Il linguista Noam Chomsky ha elaborato la lista delle “10 Strategie della Manipolazione” attraverso i mass media.
1 - La strategia della distrazione. L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti.
Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).
2 - Creare il problema e poi offrire la soluzione. Questo metodo è anche chiamato “problema - reazione - soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare.
3 - La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi.
4 - La strategia del differire. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato.
5 - Rivolgersi alla gente come a dei bambini. La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente.
6 - Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione. Sfruttare l'emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell'analisi razionale e, infine, del senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti….
7 - Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori" (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).

8 - Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità. Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti...

9 - Rafforzare il senso di colpa. Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta

10 - Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca. Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti. Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.

Noam Chomsky
Fonte: www.visionesalternativas.com.mx

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963