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Librerie italiane vuote diminuiscono i lettori

Post n°61 pubblicato il 22 Maggio 2012 da emmedicom
 
Foto di emmedicom

Sempre meno italiani leggono almeno un libro all'anno, nonostante l'aumento della produzione libraria complessiva. Leggono di più le donne, i giovani e i laureati, specialmente se abitano al centro nord Passano sempre meno libri tra le mani degli italiani. I lettori, di tutte le età, sono diminuiti. Secondo l'Istat, nel 2011 sono poco meno di 26 milioni quelli che hanno letto almeno un libro, il 45,3% della popolazione. L'1,5% in meno rispetto al 2010. Di questi 26 milioni quasi la metà non ha letto più di tre libri che non fossero legati a motivi scolastici o professionali. Solo il 13,8% appartiene alla categoria dei lettori "forti", quelli che cioè hanno letto almeno un libro al mese. Il primato resta alle donne, il 51,6% legge almeno un libro all'anno, contro il 38,5% degli uomini. Una differenza marcatissima tra i 15 e i 44 anni, ma che tende a stabilizzarsi oltre i 60 anni.

I lettori più assidui sono i ragazzi tra gli 11 e i 17 anni (60,5%). L'ambiente familiare è importantissimo: legge il 72% dei ragazzi tra sei e 14 anni, figli di lettori, mentre la percentuale cala al 39% se i genitori non leggono. Anche il titolo di studio influisce fortemente sui livelli di lettura, specialmente a parità di età: si va da un massimo dell'81,1% tra i laureati a un minimo del 27,9% tra chi ha la licenza elementare o nessun titolo di studio. Rispetto al 2010 la quota di lettori tra le persone in possesso di un diploma di scuola secondaria inferiore o superiore è diminuita di circa due punti percentuali. Con riferimento alle persone di 15 anni e più, se si tiene conto della condizione professionale, si evidenziano livelli di lettura superiori alla media tra dirigenti, imprenditori e liberi

professionisti (69%), direttivi, quadri e impiegati (66,3%) e studenti (65,3%). I più bassi livelli di lettura si registrano tra gli operai (32%), i ritirati dal lavoro (33,6%) e le casalinghe (34,4%).
 
DIFFERENZE TERRITORIALI - Al Centro-Nord si legge di più. La percentuale di lettori è superiore al 48% della popolazione, mentre al Sud e nelle Isole si scende sotto il 35%. Un'eccezione tra le regioni del Mezzogiorno è la Sardegna, dove la quota dei lettori è superiore alla media nazionale (46,7%). La differenziazione geografica non è solo nella lettura, ma anche nella produzione: due libri su tre sono pubblicati e stampati a Milano, Roma o Torino. Lombardia, Lazio e Piemonte sono infatti, rispettivamente, la prima, la seconda e la terza regione per produzione di titoli e tirature. Bene anche l'Emilia-Romagna e la Toscana. Grossa contrazione invece in Puglia, Calabria e Sardegna.

LA RIVINCITA DELL'ONLINE - Più di un milione e 900 mila persone tra 16 e 74 anni, il 27,8% delle persone che effettuano acquisti online, ha comprato libri, giornali, riviste o ebook su internet. Di questi due milioni circa, oltre la metà (53,9%) sono giovani tra 16 e 24 anni, più abituati all'utilizzo delle nuove tecnologie. L'e-commerce poi, rileva l'Istat, può essere un metodo per avvicinare la popolazione ai prodotti culturali e alla lettura. Un non lettore su tre (32,4%) ha letto o scaricato prodotti editoriali digitali dalla rete e il 43,3% ha consultato un'enciclopedia online, o wiki. La propensione rimane però legata al grado di alfabetizzazione culturale: i lettori deboli che leggono o scaricano libri e riviste online sono il 48,8%, il 69% quelli che consultano un wiki, mentre tra i lettori forti le percentuali salgono rispettivamente al 68,5% e all'85,5%.

EDITORIA - La crisi non risparmia gli editori, che registrano un saldo negativo. Nel 2010 si contano 2.700 case editrici, ma rispetto all'anno precedente il numero dei nuovi editori è inferiore al numero di quelli che hanno cessato l'attività. Bene invece la produzione libraria complessiva. Il 2010 segna un incremento passando da 57.558 opere pubblicate nel 2009 a 63.800, un aumento del 10,8%. Leggermente in crescita anche le tirature: un aumento del 2,5%, da 208 a 213 milioni di copie. Ma le case editrici puntano a offrire una scelta maggiore al lettore: aumentano i titoli del 6,8% e diminuiscono le tirature medide del 23,6%. Ampia preferenza poi per il lowcost: le edizioni il cui costo è inferiore ai dieci euro sono, sia per titoli (26,2%) che per tirature (40%), le pubblicazioni più consistenti. Complessivamente però il valore della produzione libraria è in calo. Nel 2010 è quantificabile in poco più di 4.052 milioni di euro: il 9,3% in meno rispetto all'anno precedente e il 16,4% rispetto al 2005.

 

 

 
 
 
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