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« appuntipunto di domanda »

questi erano

Post n°169 pubblicato il 25 Novembre 2012 da emmekappamk

Abbiamo detto ai nostri studenti e ai loro genitori che siamo in agitazione, per i tagli sconsiderati, le classi sempre più numerose, il contratto bloccato, l'offerta formativa impoverita. Ci abbiamo messo la faccia, in cerca di fiducia e di un riconoscimento morale e sociale.
Abbiamo detto che non ci sono più soldi, che certe politiche mirano solo ai tagli sconsiderati nella Scuola Pubblica mentre agevolano quella privata; abbiamo detto loro che le classi sono sempre più numerose e non riusciamo a garantire ai nostri figli, agli adulti di domani, l’istruzione di qualità che meritano e cui hanno diritto;
abbiamo raccontato di essere in agitazione perché non ci sono interventi sull’edilizia delle scuole le quali versano in condizioni tali da mettere a repentaglio la sicurezza di ognuno dei nostri giovani;
abbiamo detto di mobilitarci contro il caro-libri, perché l’istruzione è un diritto di tutti;
abbiamo detto che siamo stanchi di non vedere riconosciuta la nostra professionalità; siamo stanchi di sapere sminuito l’impegno che ogni giorno profondiamo, dentro e fuori dalla classe;
abbiamo sottolineato come i precari hanno visto togliersi illegittimamente il diritto alle ferie che qualsiasi lavoratore matura con il proprio sacrificio;
qualcuno ha fatto sentire la propria voce contro un concorso a cattedra di indubbia inutilità ed inefficacia, prodotto di un calcolo volto al mero guadagno per certe caste inaffondabili nel nostro Paese;
abbiamo ribadito che l’apporto del lavoro dei precari della scuola (docenti ed ATA) è fondamentale per tenere in piedi un sistema tanto complesso quanto malconcio.
abbiamo detto che ci è stato tolto il diritto alla malattia, poiché stare male significa vedersi decurtare lo stipendio.
Abbiamo gridato forte perché i tagli sulle cattedre di sostegno sono un vero e proprio crimine: la scuola è di tutti, abbiamo detto.
Ed abbiamo detto, agli studenti e ai loro genitori, che il contratto dei lavoratori della scuola, vecchio di 6 anni ormai, è stato bloccato fino al 2014 e forse anche oltre; abbiamo detto loro che esso è stato modificato unilateralmente e che 140.000 lavoratori della scuola perdono il loro posto a causa dei tagli sconsiderati.
Abbiamo aggiunto che questi stessi tagli hanno impoverito l’offerta formativa a discapito dei nostri figli.
Abbiamo detto loro la verità, e ci abbiamo messo la faccia;
abbiamo alzato la voce e convocato assemblee e ci siamo talvolta messi gli uni contro gli altri cercando una mediazione affinché fossimo uniti sotto un’unica bandiera “lavoratori della scuola”;
abbiamo detto che avremmo sospeso le gite, le uscite didattiche, i progetti e l’assolvimento di incarichi non obbligatori poiché niente è più retribuito;
abbiamo urlato ancora contro i tagli alla ricerca, perché la cultura e la scienza sono il pane dei cittadini di oggi e di domani.
Tutto questo abbiamo detto: la faccia del Prof. di Italiano, quella della Prof. di Matematica, quella della Maestra di Sostegno e la faccia del Maestro di Inglese… e tante altre facce, quelle sempre in cerca di fiducia e di un riconoscimento morale e sociale, prima ancora che economico. Abbiamo detto loro di darci fiducia e appoggio, perché siamo motivati dal senso del dovere e non siamo sanguisughe statali scansafatiche. Ci siamo preparati ad una guerra bianca, lo sciopero generale (una volta tanto, generale…)
Oggi, 22 Novembre, con un comunicato congiunto, CISL, UIL, GILDA, SNALS, esprimono la loro soddisfazione e comunicano l’annullamento dello sciopero del 24 Novembre in quanto gli SCATTI DI ANZIANITA’ SONO STATI RIPRISTINATI.
E tutto il resto non conta più? Dico, tutto il resto che fine ha fatto? E la nostra faccia?

questi erano i problemi della scuola?

 
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