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Canzone d'autunno
I singhiozzi lunghi
dei violini d'autunno
mi feriscono il cuore
con languore
monotono.
Ansimante
e smorto, quando
l'ora rintocca,
io mi ricordo
dei giorni antichi
e piango;
e me ne vado
nel vento ostile
che mi trascina
di qua e di là
come la foglia
morta.
P. Verlaine
Ultima strofa de...
CANTO NOTTURNO
DI UN PASTORE ERRANTE DELL'ASIA
Dimmi: perché giacendo
A bell'agio, ozioso,
S'appaga ogni animale;
Me, s'io giaccio in riposo, il tedio assale?
Forse s'avess'io l'ale
Da volar su le nubi,
E noverar le stelle ad una ad una,
O come il tuono errar di giogo in giogo,
Più felice sarei, dolce mia greggia,
Più felice sarei, candida luna.
O forse erra dal vero,
Mirando all'altrui sorte, il mio pensiero:
Forse in qual forma, in quale
Stato che sia, dentro covile o cuna,
È funesto a chi nasce il dì natale.
G. Leopardi...
il ritorno al blog suona macabro, lugubre, senza la spinta giusta. Il caso vuole che in questo periuodo così mi senta. Senza alcuno slancio, faccio fatica a fare qualsiasi cosa. Semplicemnte non ho voglia, non credo che ne valga la pena e perdo tempo. Dietro non si sa cosa. Penso e rimugino. Mi affliggo e esito. Verbo che conosco bene. Quello del restare immobile è un mio vecchio mantra e la mia eterna dannazione.
Avresti proprio voglio di uno schianto... |
sembri rassegnarti a una mancanza di ispirazione, un gioco al massacro, tra il pensare, il dire e il fare. Dove l'ultimo dei tuoi pensieri è sempre il primo che devi scacciare.
Pensi tante cose, ne desideri ancora di più. Al momento non ne fai nessuna, langui malinconicamente, in un pozzanghera; come tante gocce ferme lì, pendenti, indecise se lasciarsi cadere o restare aggrappati a quel briciolo di sicurezza che tì dà aggrapparti alla ringhiera.
Quella presa disperata che ti fa restare attaccato a un passato che non c'è più... |
restare al palo, immaginarsi qualcosa di diverso, scrivere a caso, il sole che scalda. Le dita vanno avanit confuse, in cerca di ispirazione. Non scrivo da tanto, il cervello rimbomba nel vuoto, l'aria che passa, nel giorno di riposo, torno a scrivere, a leggere. Non credo più di poterlo fare, sopportare l'inedia e questo semplcie andare e venire, senza meta, senza sogni, senza arte. Ricerco un suono, che ne valga la pena. Perché ora, quello che sento, non vale più nulla.
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Post n°752 pubblicato il 19 Gennaio 2014 da maden2005
...e ti senti piccolo anche nel nuovo anno, non riesci a pensare ad altro. Senti che la realtà sta cambiando e la percezione pure. Non sai reagire. Muori lentamente, ma senza idee. Tristemente solo non sai neanche morire. Vaghi in quei mille pensieri senza alcun senso e fondamento. Perso, ondeggi, vagabondo di te stesso. |
Passano i giorni, le settimane, i mesi e le settimane senza accorgersene. Il tempo a volte è così crudele che illude e lascia passare tutto in silenzio anche quell'attimo tanto atteso. Sono mesi che non aggiorno questo blog, che più di un blog è sempre stato un angolo dei miei pensieri, della mia vita privata. Scrivo, scrivo e continuo a scrivere, non qui, solo in forme diverse e forse più istituzionalizzate; sicuramente più noiose. L'importante è scrivere, questo arricchisce. Scrivere arricchisce anche la scrittura. Come si può vedere la mia si è arricchita di punteggiatura e razionalità. Eheh ma quello è sempre stato un effetto voluto, diciamola così (per nascondere l'ignoranza). Arrivano momenti e sensazioni strani come sempre alla fine dell'anno, in questo Natale che non sento per nulla e che mi rifiuto di accettare nel momento definitivamente ateo della mia vita. Incerto, resto qui e aspetto, non so cosa, che questo momento passi e che io ripossa tornare leggero come l'aria. Come ieri.
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L’essenza della scrittura: l’urgenza e la pazienza. Lo scrittore invece è qualcuno che non ha scelta. Avrebbe potuto scrivere questo o quello, ma il libro gli s’impone come una calamità: non ce n’è che uno che può scrivere, quello che gli viene dalla pancia. E’ quasi questione di vita o di morte. “Questa urgenza è ben compensata, o meglio provocata, da un riflesso opposto: la pazienza. Per scrivere bene bisogna saper attendere, ‘lasciare il libro in infusione dentro di sé’. Spesso s’immagina lo scrittore al lavoro come un fannullone inquieto che si fa deporre un coniglio dalle muse: è esattamente così. Scrivere presuppone tempo, noia, silenzio e solitudine. E’ una questione di disciplina: scrivere è anche trattenersi dallo scrivere. Lo scrittore, quello vero, ha dunque dentro di sé un bisogno imperativo di dire la cosa più bella e importante al mondo, altrimenti rischia di scoppiare, e ciononostante deve poltrire, oziare, prendere (perdere…) tempo, accendere un fuoco d’inverno, nuotare d’estate”.
Frédéric Beigbeder |
Ferie ormai finite e il tran tran quotidiano che ricomincia frenetico come il maltempo annunciato da questo precoce autunno. Il riposo aiuta anche se una settimana di crociera mi ha riportato indietro di Mesi fisicamente. Il ritorno svuota e non mi sento con gli stimoli giusti. Vago ancora vuoto.. SolitA testa. |
Non faccio che scrivere in questo periodo. Idee, situazioni, personaggi, paranoie.... Chissà se poi davvero ne vale la pena. CHissà se ne esce qualcosa. Sempre sto maledetto flusso di coscienza. Una volta per tutte ne scrivo e dopo non ne esce più I miei appunti sono peggio di sto blog.
Dovrei uscire un pò. Cazzo il 15 agosto e sto qui dentro.
Dovrei farmi qualche domanda.
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Ogni attimo della vita è inaspettato, ogni secondo che si succede può dare una sorpresa, un evento nuovo, un emozione, una nuova vita, la morte. Non ci si rende conto abbastanza di come ogni piccolo secondo sia importante e si da troppo per scontato quello che si ha intorno, non facciamo che circondarci di cose, le si accumula, ci beiamo nel guardarle, utilizzarle e ricomprarne. Le cose essenziali le tralasciamo, consideriamo il nostro tempo inesauribile, perché sicuri, che quella cosa, non capiterà certo a noi?! Immortali. Dovrei iniziare a pensarci davvero, all'infinità, insostenibilie leggerezza dell'essere, all'immortalità che non esiste e alla inesorabile finitezza della vita. Non faccio che isolarmi, nella realtà, e psicologicamente, chiudendomi dietro a un muro, escludendo tutti e tutto. Accumulo cose, faccio cose, che non mi portano a nulla. Di questo passo sto sprecando maledettamente, quei secondi. Il tempo passa e prima o poi, quel pulman, anziché evitarmi, mi beccherà in pieno. In quel caso, i secondi saranno finiti e io... Cosa mi troverò? ...in pochi secondi tutta una vita... |
ritorna il tema della solitudine inqueste ultime, calde sere di luglio. Un'estate strana che non sembra estate. Ormai mi son abituato a vivere luglio da solo, capita spesso, che delle distanze mi facciano intorno solitudine. A trent'anni, ho scoperto che questo buco, caldo, impiastricciato di troppi pensieri del passato, mi sta stretto. Ci soffoco qui dentro. Avrei bisogno di uscire un pò... |
Secondo... La parola del giorno... Nella gara di durata... Nella nostra vita insieme... Un altro tassello.. Poteva non esserci... Potevi non esserci.. Ma siamo qui... Ancora insieme.. Nonostante tutto... Perché il grande obiettivo.. Non è tanto essere il terzo, il secondo o il primo... Io voglio essere l'unico per te.. Ti amo.... Ovunque tu sia... Road to the first...
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Inviato da: candida.mordillo
il 14/04/2014 alle 14:21
Inviato da: maden2005
il 19/06/2013 alle 23:32
Inviato da: Only.Music1
il 06/06/2013 alle 10:26
Inviato da: tuamak
il 05/05/2013 alle 13:39
Inviato da: P.P.65
il 01/12/2011 alle 08:45