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Come funziona il "MEG"

Post n°2 pubblicato il 26 Febbraio 2007 da MrPlank
 
Foto di MrPlank

Ora vi spiego un po' come funziona il progetto MEG.
Il MEG produce energia elettrica, apparentemente dal nulla, intercettando le onde elettromagnetiche longitudinali presenti in abbondanza nel vuoto dello spazio. Il Dr. Bearden ha quindi iniziato numerosi esperimenti per "sfruttare" queste onde che vengono chiamate "longitudinali" per distinguerle da quelle ordinarie, le "trasversali". E dove c'è un campo elettromagnetico c'è un flusso di onde longitudinali che oscilla nel vuoto locale.
Per i meno ferrati in Fisica, ricordiamo prima in parole molto semplici un fenomeno ben noto.  Prendiamo ad esempio una bobina alimentata da una batteria. Finchè il circuito è chiuso, la corrente passa generando un campo magnetico nella bobina e nello spazio attorno.  Se però apriamo improvvisamente il circuito, per la cosiddetta reazione di Lenz, la tensione e la corrente circolante hanno entrambe un picco improvviso, prima di interrompersi, superiore ai valori iniziali.  Questo comportamento costituisce una evidente asimmetria nel comportamento del campo elettromagnetico e, come già detto, è un fenomeno ben noto anche se, di fatto, non spiegato.
Immaginiamo un pendolo:  per metterlo in moto dovremo fare un certo sforzo per dare una serie di spinte sincronizzate col suo periodo finché, raggiunta l'oscillazione voluta, basterà uno sforzo piccolissimo - teoricamente nullo - per mantenerla.
E fin qui ci siamo, l'analogia fra un pendolo e qualunque circuito oscillante è evidente:  diamo energia (spingiamo) finché il circuito oscilla, teoricamente all'infinito.  Ora però dobbiamo inserire nell'esempio la asimmetria ...
Il pendolo è sempre là, che attende la nostra spinta.  Stavolta però proprio vicino al pendolo c'è un muro, dietro il quale tira un forte vento.  Quando l'ampiezza dell'oscillazione raggiungerà e supererà il muro, il pendolo riceverà una forte spinta dal vento, tornando indietro con più forza di prima, e quindi noi a quel punto potremo pure smettere di spingere perché continuerà ad andare da solo, risospinto ogni volta indietro dal colpo di vento.  Di più:  dal suo moto potremmo anche, con una piccola dinamo, prelevare una certa quantità di energia, la quale sarebbe automaticamente rimpiazzata dal colpo di vento.
Come funziona
Beh, l'esempio del pendolo al vento è un bel pò approssimativo, ma aiuta a rendere l'idea di una inerzia da superare e una soglia oltre la quale c'è un apporto extra di energia dall'esterno che vince gli attriti  (dissipazioni) e mantiene il moto.
Quindi, sia chiaro, la 1ª legge della Termodinamica è sempre valida:  tanto il nostro "pendolo dietro il muro" quanto il MEG, infatti, non creano energia dal nulla, ma trasformano quella di una fonte naturale (il vento o un campo di forza  sinora sconosciuto).  Pertanto il fantomatico moto perpetuo non ha nulla a che vedere col MEG, e bisogna che questo sia ben chiaro al lettore.
Adesso identifichiamo le parti del MEG servendoci dell'esempio del pendolo dietro il muro:il pendolo è un nucleo ferromagnetico con avvolgimenti (come in un trasformatore), la massa in movimento è il campo magnetico, chi dà la spinta iniziale è il circuito di controllo, la dinamo è l'avvolgimento di uscita, e il "vento oltre il muro" è il flusso elettromagnetico longitudinale nel vuoto locale.
Come è fatto il MEG
Potrebbe anche sembrare una specie di trasformatore, ma non lo è.
Essenzialmente si compone di un nucleo magnetico rettangolare microcristallino, con interposto un forte magnete permanente, due piccoli avvolgimenti attuatori (input) detti di controllo e due avvolgimenti collettori di uscita (output).  Agli avvolgimenti di controllo va collegata una fonte di impulsi ad una frequenza determinata, e a quelli di uscita il carico.
A dispositivo spento, il flusso magnetico prodotto dalla presenza del magnete permanente
centrale si suddivide equamente entro la sezione delle due "C" laterali del nucleo ferromagnetico.
Alla attivazione del dispositivo, un impulso ad uno solo dei circuiti di controllo devia il flusso in una sola metà, poi l'impulso cessa e - mentre il campo tende a ridistribuirsi - arriva l'impulso all'altro controllo, che forza il flusso nell'altra metà, e così via.
In breve, il flusso viene fatto rimbalzare da una metà all'altra del nucleo ferromagnetico, per mezzo di impulsi sincronizzati inviati dai circuiti di controllo.  Questi inizialmente innescano il processo sincronizzando il ritmo, per così dire, della saturazione e svuotamento
del campo magnetico che così inizia ad oscillare fra una metà e l'altra del nucleo, in un ciclo continuo detto ping-pong.
Dopo qualche ciclo per così dire di pompaggio, si ha la saturazione, ed è possibile cominciare ad attingere energia dal picco di tensione e di corrente prodotto dalla reazione di Lenz, tramite i circuiti collettori.  L'alimentazione e il sincronismo degli impulsi di controllo viene mantenuto tramite un adeguato feedback positivo con l'uscita.  Abbastanza semplice, come tutte le cose davvero geniali.

(da www.progettomeg.it/tecnica.html )

 
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