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Un'avventura verticale

Post n°4 pubblicato il 17 Agosto 2005 da mmase


Vi è mai capitato di voler convincere qualcuno di quanto sia fantastica un'attività che vi appassiona particolarmente, magari scontrandovi con la sua indifferenza totale o persino con un velato disprezzo? Mi viene in mente mio padre che mi intercetta mentre sono sul punto di uscire verso la falesia di turno, zaino da roccia sulle spalle. Per un momento i nostri sguardi si incontrano e mi sembra chiaramente di leggere nel suo qualcosa di molto simile a: "ma che cazzo stai andando a fare"? Una volta ho tentato di spiegargli (mi capita molto spesso anche con gli amici o con le nuove conoscienze) in cosa consistesse il free climbing, mi è uscito un discorso del tipo: "beh raggiungo la base della parete, mi lego la corda indosso, metto le scarpette e dò una controllata al materiale. Successivamente, assicurato da un compagno, inizio la salita. Ogni tot metri trovo una specie di anello metallico fissato alla roccia e per mezzo di un moschettone ci attacco la corda, in modo da proteggermi in caso di caduta. La scalata termina appena raggiungo la catena sulla sommità della via, a questo punto mi faccio calare." Risposta: "Ah, tutto qua?".
TUTTO QUA ? Come fare a spiegare la sensazione di trovarsi sulla parete, circondati dalla natura, le emozioni che ti pervadono quando raggiungi la cima? Come dare un'idea dell'incredibile miscela di forza, equilibrio, tecnica e autocontrollo richiesta per ingannare, per un attimo, la forza di gravità? Difficile descrivere la sensazione di trovarsi a venti metri da terra, aggrappato a qualche presa da mezza falange proprio sul punto cruciale della via e di colpo intuire il movimento giusto per proseguire, la chiave di lettura di un passaggio che, fino a qualche secondo prima, pensavi impossibile. Poco male se poi ti ritrovi con la pelle delle dita consumata, così tanto che persino l'acqua tiepida, sulle mani, sembra bollente ! Pare davvero un piccolo prezzo da pagare per i panorami che puoi ammirare da lassù e per la gioia di aver di nuovo vinto l'ennesima piccola sfida con te stesso. Ricordo più o meno le stesse sensazioni di indifferenza quando provavo a descrivere le meraviglie di correre in mountain bike per i boschi, i sentieri e le piste forestali. Posso dire in tutta sincerità che senza queste cose sarei morto, non riesco a capire in che modo si possa farne a meno. Avete mai un desiderio irrefrenabile di libertà, di staccare completamente dalla città, dal grigio e dal caos ? In caso affermativo come lo soddisfate ?

 
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