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Miracolo a Le Havre
Post n°14 pubblicato il 18 Gennaio 2012 da epagogico
Già… nel quartiere di Le Havre non accadono miracoli, così pensa Arletty, però ogni tanto fioriscono i ciliegi tra le case malandate e le viuzze strette dove la luce penetra a fatica. La Natura… nel bene e nel male, fa tutto lei? No, no… oltre alla Natura sembra esserci dell’altro, altre forze in gioco dove possiamo affondare e rimestare con le nostre mani. E talvolta, come per magia, il mio fatalismo mi abbandona, lo sento lentamente evaporare. Così mi piace contraddirmi e penso che non basti stare a guardare. Anche nelle cose più logore e consolidate c’è sempre una eccezione che manda a puttana la regola e allora perché non crederci? Avrebbe qualche effetto positivo il contrario? I miracoli talvolta possono indossare un vestito giallo, ricordo di giorni felici, oppure degli occhi neri di un ragazzino capitato lì per caso come una merce qualsiasi, o ancora possono prendere le sembianze di un ananas poggiato su un lurido tavolo di un bar tra le facce stralunate e rassegnate dei soliti avventori, come una tropicale via di fuga. “Dalla periferia del mondo a quella di una città” cantava De Gregori , e Kaurismäki ci accompagna proprio in quella periferia dove la gente non piange più perché piangere non serve a nulla e dove la legge non sempre è uguale a giustizia. Che cosa importa se non sapremo mai che cosa accadrà al di là della Manica, se sarà un inizio o una fine, ma una piccola scintilla scocca dall’apatia che ci circonda: quindi avvicino le mie mani fredde e mi lascio scaldare. |
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