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« Un angelo senza DioCiao, fratello... »

Oimè, quanto somiglia al tuo costume il mio!

Post n°22 pubblicato il 26 Gennaio 2006 da sisifogi

 

A Mary Shirley... Solo per te

 

Quella sera, sul divano di casa mia, scivolavano delicate le mie mani sul tuo corpo.

Potevi essere una delle tante che su quel divano avevano lasciato il loro odore, ma le mie mani accarezzavano qualcosa di diverso, che le altre non avevano… il tuo dolore divenne la ragione del mio amore.

Ti ho nascosto questo segreto per tutta la sera, anche dopo che sono uscito da te.

Il giorno dopo, nella tua camera ti ho amata in silenzio, ma poco mancò che ti sussurrassi all’orecchio il segreto.

A chi potevo confidare questo segreto?

Al vento? Lo avrebbe tradito.

Alle stelle? Troppo lontane.

Agli uomini? Non avrebbero capito.

Soltanto a te potevo confidarlo, tu l’avresti serbato.

Se solo saresti stata più accorta, ti sarebbe bastato chinare il capo sul mio cuore e il mio segreto ti sarebbe stato svelato senza che io proferissi alcuna parola.

Così nella notte, chiuso nella mia cella e nella cella del mio cuore, lo confidai alla notte.

“C’è una ragazza – dissi alle tenebre – bella più del sogno della mia anima, pura più della luce del sole, profonda più delle sorgenti del mare, eletta più del volo dell’aquila, limpida più dell’acqua sorgiva…

Io amo questa donna, l’amo più della mia vita, più di tutti i miei desideri, lei è il mio unico desiderio; più di tutti i miei pensieri, lei è il mio unico pensiero… Io l’AMO!”

“Notte custodisci questo mio segreto, serbalo finché io non abbia il coraggio di svelarlo a lei”. Ci promisimo reciprocamente un complice silenzio.

Questa sera, sotto un cielo carico di stelle, alla luce tenua di un medaglione di luna, il fragore delle onde del mare, un freddo pungente dei nostri corpi seminudi, avvinti in un abbraccio senza respiro e una sottile lacrima che silenziosa scende lenta sul mio viso, le mie labbra si schiudono per dirti: “TI AMO” “TI AMO MIA PICCOLA SHIRLEY”

Il tuo volto si fece grave e pensoso, le tue esili braccia mi strinsero tenacemente, fortemente come se volessi farmi entrare dentro di te.

Poco dopo le mie orecchie udirono il suono tremulo della tua voce:

“MAI NESSUNO ME LO AVEVA DETTO”

Ed io ti avvinghiai a me con la forza tenace delle mie labbra.

Quando ti staccasti vidi, al pallido chiarore della luna, il tuo volto contratto e gli occhi bassi, per poi fissarmi a catturare i miei:

“PERDONAMI MA IO NON POSSO… NON POSSO DAVVERO AMARTI… HO TROPPA PAURA DELL’AMORE!” dicesti esitante e tremante.

Mia piccola Shirley, mia graziosa fanciulla conosco le tue sofferenze passate, un dolore tremendo ti ha lacerato il cuore. C’è chi per nulla, a tuo confronto, di ciò che tu hai patito, ha chiuso le porte del cuore all’amore per l’eternità.

Ti capisco, comprendo veramente il tuo timore, sì lo so!

Tu pensi che io non abbia alcun timore? Ma non è proprio il timore a rendere interessante l’amore? Non sono forse le nostre paure a rendere interessante la vita? Di cosa possiamo mai essere certi? Non ci sono certezze su questa terra, tranne la MORTE, eppure non continuiamo ugualmente a vivere? Così, come si vive la vita bisogna vivere l’amore.

Non pretendo il tuo amore, già il mio è un amore senza pretese. Mi è bastato solo il tuo BENE a colmare il mio grande cuore d’amore.

Se un giorno vincessi le tue paure e chiamassi questo tuo BENE AMORE, tranne per quella dolce sensazione provocata dal suono della tua voce, io non potrei più ricevere nulla di quanto già mi stai dando.

Sono dunque io a consigliarti di non amarmi se volessi amarmi così come ciecamente hai amato il tuo fidanzato che tanto dolore ha cagionato al tuo cuore già malato. Sono ancora io a consigliarti di non amarmi se l’amore se l’amore fosse una rinuncia alla tua vita, se fosse una rinuncia alla tua libertà.

TU NON SEI MIA ED IO NON SONO DI NESSUNO!

 

 

 

 

 
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