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da cenerentola_07 con la seguente motivazione :
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L' amico e lo straniero è un libro molto bello e molto particolare per la vicenda narrata e per il modo in cui è stata nrrata, da Timm Uwe. Il libro è edito in Italia da Mondadori
Lo scrittore narra di una vicenda vera, dove il protagonista, un suo vecchio amico e compagno di studi, viene ricordato da Uwe non come un protagonista della storia, ma come il giovane che lui aveva conosciuto così bene tanti anni prima
" A Berlino, il 2 giugno 1967, durante una manifestazione contro la visita dello Scià in Germania, uno studente, Benno Ohnesorg, viene ucciso da un colpo di pistola esploso a distanza ravvicinata da un agente in borghese.
Ha ventisei anni e non è mai stato impegnato attivamente in politica.
L'omicidio viene negato dalle autorità e la sua morte assurda è la miccia che infiammerà di lì a poco il movimento di protesta studentesco.
A quarant'anni di distanza Uwe Timm torna ad affrontare quel momento e il suo contesto storico e lo fa in una maniera analoga al riflettere doloroso e intenso che in un suo precedente libro, Come mio fratello, lo aveva sostenuto nella rievocazione della propria tragedia familiare, della quotidianità nazista e dei suoi strascichi nel dopoguerra in Germania.
Anche in questo caso Uwe non è uno spettatore ed un cronista distaccato perchè Benno Ohnesorg era stato per lui innanzitutto l'amico e il compagno di studi nel collegio in cui entrambi si erano ritrovati dopo avere intrapreso, per necessità, una diversa carriera personale, dopo anni di un "mestiere non amato".
Uniti da una medesima passione per la letteratura e dal desiderio della scoperta di sé, e di una propria lingua, i due condividono la passione per i libri e i tentativi iniziali di scrittura prima che le loro vite prendano direzioni distinte.
Una "breve parabola" è il tragitto di Benno Ohnesorg, segnato da un destino tragico e poi paradossale nel momento stesso in cui diventa un "esempio politico", così lontano dall'essenza vera del ragazzo pensoso e quieto, sensibile e schivo.
E' invece un percorso lungo e faticoso quello di Uwe Timm.
Un percorso legato anche, come per tutti, al destino del proprio tempo, che porta all'impegno politico e alla coscienza di un "essere straniero", sulle tracce di Camus e delle letture che hanno saputo plasmare una generazione, come strumento per proteggersi dall'insincerità, approdando, infine all'abbandono consapevole di quella estraneità stessa.
Una storia di incontri con persone e luoghi, una rievocazione sincera e critica, compiuta con passo ora leggero ora sofferto, nel territorio della memoria e nel punto in cui essa lambisce il presente."
"In L'amico e lo straniero raccontando dell'amico Timm racconta anche di sé, guidando il lettore nella percezione del mondo di chi aveva vent'anni nella prima metà degli anni sessanta: la cultura come grande ideale, la speranza di emanciparsi mediante la cultura (entrambi, Timm e Ohnesorg, provengono da un ceto medio-basso), l'atteggiamento di rifiuto. sostanziato di idee esistenzialiste (lo "straniero" è quello di Camus), nei confronti di uno stato e di una società la cui legittimazione etica appare caduta in discredito e, infine, il processo di trasformazione di questo "non-conformismo", tutto sommato ancora passivo, nell'impegno attivo all'interno del movimento studentesco.
Ma, soprattutto, c'è l'amico Benno, uomo sensibile che scrive splendide poesie e che in realtà è un individuo sostanzialmente "impolitico".
È questo Ohnesorg che Timm riesce a salvare con un gesto da vero amico, evitando così che scompaia riducendosi a mero simbolo mediatico.
Nell'incipit riflette sulla difficoltà di trovare una lingua appropriata per la commemorazione dell'amico:
"Lo scalpore provocato dalla sua morte impedì nelle prime settimane e nei primi mesi che nel ricordo si insinuasse il sentimento. Lo sdegno trasformava ogni approccio partecipe ed emotivo nella necessità di interrogarsi su come si erano svolti i fatti, sulle circostanze, sui retroscena. Non trovavo una lingua per lui".
Scrivendo questo libro, Timm l'ha trovata. " di Gerhard Friedrich
Nella copertina c'è un'immagine molto intensa di quell'uccisione così sconvolgente; la giovane donna che sorregge il corpo del giovane ferito è stata rintracciata molti anni dopo da Timm Uwe e la sua testimonianza si aggiungerà a quella del figlio del suo amico
Tra le riflessioni di Uwe mi ha molto colpito quella dove lo scrittore osserva come sia stato difficile affrontare la morte e la storia del suo vecchio amico e come questo ritardo gli abbia impedito di parlare con persone importanti, come la moglie di Benno, per esempio...
A volte l'istinto di sopravvivenza è più forte del desiderio di ricordare a se stessi ed agli altri l'uomo che è diventato un simbolo ed un martire di un 'epoca storica così difficile e complessa, ma ancora tanto vicina, e ancora tanto tragica ...
La vicenda di Benno mi era completamente sconosciuta ; forse quando successe ero troppo piccola e non ero ancora una appassionata cultrice di storia contemporanea
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