INTERNET INCENSURABILE?

Post n°18 pubblicato il 05 Febbraio 2006 da erre75
Foto di erre75

Notizie di censure a siti internet arrivano oramai giornalmente,ma l'unica cosa che ci interessa veramente è che se una cosa puo' risultare sgradita viene subito ritenuta illecita.

Ecco alcuni esempi dei giorni scorsi:

"La potenza e l'aggressività della censura cinese continuano a mietere vittime illustri su Internet. Dopo Yahoo! e Microsoft, anche Skype avrebbe deciso di assecondare le "esigenze" del regime e di filtrare le chiamate effettuate tramite il suo software in Cina.

Tra i termini oscurati dal gestore spiccano alcune voci importanti quali "Dalai Lama" o "Fanlu Gong", la setta religiosa basata sulla ginnastica che ha più di cento milioni di adepti e che il governo cinese combatte anche con il carcere e la tortura; ma la lista nera del regime è molto lunga.

Tecnicamente parlando, quando un cinese pronuncerà i termini "vietati", il software di Skype riconoscerà il vocabolo proibito e lo coprirà automaticamente con un miagolio digitale o con un abbassamento improvviso del tono della conversazione. La grande muraglia elettronica di Pechino ha colpito ancora. "

Un altro ancora:

"LE AUTORITA’ CINESI hanno imbavagliato Google. E il più noto motore di ricerca mondiale sembra accettare di buon grado questa restrizione della sua professata tendenza all’informazione completa. La penetrazione nella Repubblica Popolare, del resto, è arrivata per l’azienda di Mountain View al termine di una vera e propria epopea. Due anni fa, proprio a seguito del rifiuto del motore di ricerca di piegarsi alla censura, il governo cinese aveva interdetto l’accesso a Google ai computer che si collegavano alla Rete dal proprio territorio nazionale, salvo poi fare marcia indietro in seguito alle accanite pressioni esercitate dall’opinione pubblica mondiale. Ma a una rigida condizione: quella di autolimitarsi nella presentazione dei risultati, attraverso l’omissione dei siti cosiddetti “sgraditi” alle autorità comuniste."

Nel prossimo futuro sapremo se la censura a/su internet servira' a qualcosa,ma ringraziamo attualmente chi tramite internet ci fa scoprire e leggere cose che la censura nasconde sui media tradizionali.

 
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PRESTITI A TEMPO...INDETERMINATO

Post n°17 pubblicato il 30 Gennaio 2006 da erre75
Foto di erre75

In questi ultimi tre anni in Italia è ormai emersa una nuova classe di poveri, quelli in giacca e cravatta, i nuovi schiavi del turbocapitalismo multinazionale, una nuova classe di morti di fame: quelli con il mutuo erogato al 100 per cento a tasso variabile, quelli con un lavoro atipico a singhiozzo, quelli con l’utilitaria pagata a 20 euro al mese, quelli che fanno la spesa a rate di 5 euro al mese al centro commerciale.

 

Si spende anche quando non si può spendere (situazione molto preoccupante dal punto di vista socioeconomico), grazie a società finanziarie di prestito al consumo al limite dell’usura, pubblicizzate da qualche personaggio televisivo trasformato in adescatore mediatico per le sue fattezze ed aspetto rassicuranti.  Cominciate a svegliarvi dal torpore innocente di chi si è fatto sinora abbindolare da questa “schiavitù mediatica dell’ultimo modello appena uscito” o del “beneficio senza sacrificio”.

 


Sono ormai dappertutto, vi stanno bombardando e vi stanno convincendo a spendere anche quando non potete o non volete, la loro presenza è ormai dilagante (se non preoccupante): spot televisivi, radiofonici, inserzioni su testate giornalistiche, volantini nella cassetta della posta e sul tergicristallo dell’auto: chiedi e ti sarà dato.

Spendere il denaro che non si possiede è sintomo di una grave carenza di responsabilità, soprattutto se quel denaro lo si spende (non possedendolo) per andare in vacanza in qualche località esotica o per avere l’ultimo modello di videofonino ultima generazione: e tutto questo solo per poter fare lo sborone con gli amici del bar  e/o per non sentirsi inferiori socialmente.

Pensate come rispetto a qualche decina d’anni il paese e la sua popolazione sono cambiati profondamente, quando per comperare una casa o un automobile si accantonava anno dopo anno, rinuncia su rinuncia, lira su lira ed alla fine arrivava il giorno tanto sospirato in cui si andava dal concessionario di auto o dal notaio per il rogito e si “cacciava fuori di tasca propria” sino al 60/70 per cento del prezzo di quello che si comperava.  Il resto si finanziava.  Razionalmente.

 

Allora sì, aveva senso dire: “Mi sono comprato l’auto, mi sono comprato la casa”. Oggi sarebbe più opportuno affermare “la banca mi ha comprato la casa e l’auto anticipando tutto, spero di non essere globalizzato e perdere tutto, oltre che il posto di lavoro”.   In triveneto esiste una banca (purtroppo non posso farvi il nome) che eroga i mutui sino al 120 % per cento: non è un errore avete letto bene, vi prestano il denaro per acquistare in toto il 100 per cento dell’immobile e un 20 per cento in più per altre frivolezze (probabilmente per comprarvi già la bara da morto).

 
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PRESTITI A TEMPO...INDETERMINATO

Post n°16 pubblicato il 30 Gennaio 2006 da erre75
Foto di erre75

In questi ultimi tre anni in Italia è ormai emersa una nuova classe di poveri, quelli in giacca e cravatta, i nuovi schiavi del turbocapitalismo multinazionale, una nuova classe di morti di fame: quelli con il mutuo erogato al 100 per cento a tasso variabile, quelli con un lavoro atipico a singhiozzo, quelli con l’utilitaria pagata a 20 euro al mese, quelli che fanno la spesa a rate di 5 euro al mese al centro commerciale.

 

Si spende anche quando non si può spendere (situazione molto preoccupante dal punto di vista socioeconomico), grazie a società finanziarie di prestito al consumo al limite dell’usura, pubblicizzate da qualche personaggio televisivo trasformato in adescatore mediatico per le sue fattezze ed aspetto rassicuranti.  Cominciate a svegliarvi dal torpore innocente di chi si è fatto sinora abbindolare da questa “schiavitù mediatica dell’ultimo modello appena uscito” o del “beneficio senza sacrificio”.

 


Sono ormai dappertutto, vi stanno bombardando e vi stanno convincendo a spendere anche quando non potete o non volete, la loro presenza è ormai dilagante (se non preoccupante): spot televisivi, radiofonici, inserzioni su testate giornalistiche, volantini nella cassetta della posta e sul tergicristallo dell’auto: chiedi e ti sarà dato.

Spendere il denaro che non si possiede è sintomo di una grave carenza di responsabilità, soprattutto se quel denaro lo si spende (non possedendolo) per andare in vacanza in qualche località esotica o per avere l’ultimo modello di videofonino ultima generazione: e tutto questo solo per poter fare lo sborone con gli amici del bar  e/o per non sentirsi inferiori socialmente.

Pensate come rispetto a qualche decina d’anni il paese e la sua popolazione sono cambiati profondamente, quando per comperare una casa o un automobile si accantonava anno dopo anno, rinuncia su rinuncia, lira su lira ed alla fine arrivava il giorno tanto sospirato in cui si andava dal concessionario di auto o dal notaio per il rogito e si “cacciava fuori di tasca propria” sino al 60/70 per cento del prezzo di quello che si comperava.  Il resto si finanziava.  Razionalmente.

 

Allora sì, aveva senso dire: “Mi sono comprato l’auto, mi sono comprato la casa”. Oggi sarebbe più opportuno affermare “la banca mi ha comprato la casa e l’auto anticipando tutto, spero di non essere globalizzato e perdere tutto, oltre che il posto di lavoro”.   In triveneto esiste una banca (purtroppo non posso farvi il nome) che eroga i mutui sino al 120 % per cento: non è un errore avete letto bene, vi prestano il denaro per acquistare in toto il 100 per cento dell’immobile e un 20 per cento in più per altre frivolezze (probabilmente per comprarvi già la bara da morto).

 
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POVERA ITALIA

Post n°15 pubblicato il 16 Gennaio 2006 da erre75
Foto di erre75

La foto parla chiaro;sempre in quel posto ce lo infilano.

Ecco come viene fotograta l'italia alla fine del 2005(spero che dopo la pubblicazione della foto potrò continuare a scrivere nel blog).

La sintesi non è per nulla rassicurante: «Un Paese confuso e abulico, che tentenna sulla strada da intraprendere, schiacciato sul presente e incapace di proiettarsi nel futuro, alla ricerca di un progetto». Il rapporto per il 2005 dell’Eurispes, che pure fra milletrecento pagine individua non solo i difetti ma anche i pregi dell’Italia di oggi, descrive un Paese «in stallo», con «nuove forme di disuguaglianza sociale», oltre 14 milioni di individui «poveri o quasi poveri» e che perde fiducia nelle istituzioni, nessuna esclusa, e nel futuro.

Il rapporto parte da uno dei temi più dibattuti in questi mesi: la crisi di competitività del sistema Italia. Si riporta l’ultima classifica mondiale del World Economic Forum - l’Italia è scesa dal 33° posto al 47° - ma anche quella della Heritage Foundation «più benevola», che ci pone al 26esimo posto. Due i dati particolarmente negativi: il calo costante dell’indice della produzione industriale e il sempre più scarso peso nell’innovazione tecnologica.

C’è però anche qualche segnale positivo: un «piccolo primato» che l’Italia può vantare dovuto alla discesa di sedici punti della pressione fiscale sui ricavi delle imprese: dal 53,2% al 37,2%. «C’è però chi ha fatto di più e meglio di noi», e per questo l’Italia «resta fra i Paesi a più alta pressione fiscale sulle imprese»

Altro tema forte del rapporto sono le disuguaglianze e l’aumentare del disagio sociale: secondo Eurispes oggi in Italia ci sono 4 milioni e 700 mila famiglie e oltre 14 milioni di persone «povere o quasi povere». Un «logoramento» di salari e pensioni dovuto al carovita, pari, per Eurispes, all’8% annuo tra il 2001 e il 2004 e che avrebbe causato un calo del loro potere d'acquisto di oltre il 20% per operai e impiegati. Per questo oggi si ricorre agli acquisti a rate, che vivono «un vero e proprio boom»: non per comprare viaggi e vestiti, ma per l'auto, gli elettrodomestici o i mobili. C’è invece chi cerca strade più rapide e punta sul gioco d'azzardo: 23 i miliardi spesi in scommesse nel 2004.

Una volta eravamo il popolo di navigatori e poeti,ora siamo un popolo di giocatori e...indebitati.

 
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IL GOVERNATORE DELLE LOBBIES

Post n°14 pubblicato il 08 Gennaio 2006 da erre75
Foto di erre75

Qui di seguito notizie importanti su chi ha sostituito Antonio Fazio( o meglio "Fazioso"), e' un pò lungo ma molto interessantebuona lettura.

La Goldman Sachs & Co. è sicuramente una delle banche d’affari private più potenti del mondo. Sorta nel 1869 a Manhattan (New York) grazie a due immigrati tedeschi: Marcus Goldman e Samuel Sachs.


In questi giorni Mario Draghi è stato nominato governatore di Bankitalia, al posto del dimissionario Antonio Fazio. Cosa c’entra, direte voi, Mario Draghi con il colosso bancario?


C’entra eccome: Mario Draghi è vicepresidente della Goldman Sachs per l’Europa, la cui sede centrale ha gli uffici nel miglio quadrato più ricco (e potente) del mondo: la City di Londra! Questa cittadella grande all’incirca 2.6 km quadrati, è certamente piccola di dimensione ma non per influenza, visto che nelle sue street hanno sede le più importanti multinazionali e/o banche del globo!

Come mai un uomo legato e stipendiato molto bene da una banca privata così potente viene nominato direttore della Banca più influente d’Italia? Quella banca, per intenderci, che s’incamera il Signoraggio monetario nazionale e una parte del Signoraggio europeo?

 


Ma chi è questo Mario Draghi? Facciamo un passo indietro.


Il professor Draghi è stato dal 1991 al 2001 Direttore Generale del Tesoro e presiede dal 1993 il Comitato per le Privatizzazioni, egli infatti è l’artefice delle grandi privatizzazioni statali (dall’IRI alla Telecom, Enel, Eni e altre grandi aziende dello Stato).


Quindi un personaggio di tutto rispetto!

 


Talmente di rispetto che fu uno dei privilegiati ospiti alla colazione (non da Tiffany) ma a bordo del panfilo reale della regina Elisabetta, il “Britannia”. Siamo nel 1992, e ci troviamo al largo di Civitavecchia, ma non su territorio italiano ma inglese. Qui vennero decise le sorti economiche dell’Italia.

In quel periodo il tanto amato(da chi?)Carlo Azeglio Ciampi dirigeva la Banca Centrale nel governo ritardò una speculazione della sterlina da parte del filantropo George Soros contro la lira che ne causò la sua svalutazione del 30%. Nel vano tentativo di arginare l’attacco, l’esperto di finanza Ciampi prosciugò le riserve in valuta estera della Banca d’Italia: ben 48 miliardi di dollari (quasi 100 mila miliardi di vecchie lire)!!!

 


Stranamente pochi mesi prima di questa speculazione criminale, per l’esattezza il 2 giugno 1992, avvenne un incontro segreto a bordo del panfilo reale della regina Elisabetta II d’Inghilterra,il "Britannia" appunto.

Il 1992 fu un anno molto particolare: crisi Prima Repubblica, uragano Tangentopoli, attacco alla lira da parte del filantropo George Soros che Carlo Azeglio Ciampi non riuscì o non volle impedire. E non è tutto, sentite a tal proposito cosa disse in quegli anni Reginald Bartholomew (ambasciatore americano a Roma e futuro presidente di Merril Lynch Italia): «Continueremo a sottolineare ai nostri interlocutori italiani la necessità di essere trasparenti nelle privatizzazioni, di proseguire in modo spedito e di rimuovere qualsiasi barriera per gli investimenti esteri».
Avete capito? Rimuovere ogni barriera per gli investimenti esteri!!! E’ proprio quello che hanno fatto Draghi & C.

 


Ha talmente lavorato bene, che oggi Draghi è stato premiato con la direzione della Banca d’Italia. «Una scelta di alto profilo» dice Romano Prodi in merito al nuovo capo di Palazzo Koch!


E ci credo: il leader della sinistra è stato (e forse lo è ancora) consulente guarda caso proprio della Goldman Sachs (nonché presidente dell’Iri per ben due volte), e uno dei protagonisti della svendita italiana. In tredici anni decine e decine di grosse aziende nostrane passarono in mani straniere (per esempio Buitoni, Invernizzi, Locatelli, Ferrarelle, e moltissime altre).

Quindi non è poi strano che Mario Draghi piaccia tanto a Prodi, anche perché sembrerebbe, e qui il condizionale è d’obbligo, che la campagna elettorale di Romano sia finanziata da una certa Linda Costamagna una privata signora. Fin qui nulla di male. Ma se venisse fuori che questa signora è la moglie di Claudio Costamagna, Amministratore delegato della Goldman Sachs per l’Europa, la cosa cambierebbe? Certo che sì.


Ma allora…non è che questo colosso - membro della potentissima lobbies bancaria internazionale - ha tutte le intenzioni di privatizzare l’intero Stato, aprendo ulteriormente all’estero (alle sorelle) e controllando il sistema monetario del nostro paese? Questa preoccupazione non è campata in aria, visto che dopo l’incontro sul “Britannia” (tra le cui banche ospiti c’erano proprio i vertici della Goldman) sono iniziate quelle mega privatizzazioni e acquisizioni che hanno depredato e svenduto i patrimoni pubblici. E poi come non preoccuparsi, se il nuovo controllore del sistema monetario e/o bancario (governatore di Bankitalia) italiano e il capo del governo (prossimo) sono finanziati e controllati dalla stessa banca d’affari privata?

Facciamo dei tentativi su chi potranno essere le prossime società preda?

TELECOM in testa a tutte.

 
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