Vampira Gotica

Specchio,quale immagine rifletti?
Quella della beltà,quella del sogno?
La verità!
Quel pugnale che si insinua,silenzioso, dietro le spalle di chi,ignaro,osserva giorno dopo giorno,lo scorrere del tempo.
Le mie gote non sono più rosee;
Adesso ho bisogno del trucco.
Le mie labbra non hanno più il colorito di una volta.
Ora ho bisogno del sangue.
Caro miraggio,il pallore della notte non è più così tetro.
Lo trovo stimolante.
Osservo ancora le mie mani,un tempo così bianche.
Infame,che ti fai beffe di noi poveri mortali,ridonandoci le sembianze di quelli che non siamo.
Solo il buio ci è di conforto.
E nel buio che siamo destinati a camminare, noi,povere anime erranti,alla ricerca della perfezione eterna.

La sua dimora era lì,fissa davani a lei,immobile in cntrasto con le onde del mare,che sembravano agitate da qualcosa nell'aria,tanto erano inquiete.
Seline era immobile,gli occhi fissi all'orizzonte; sperava di intravedere anche solo la sua ombra,ma lui non sarebbe mai uscito fuori.
Lui aveva paura del mare.
L'ultima neve di primavera era caduta,aveva bagnato le sue guancie.
Non sarebbe mai più tornato da lei,Seline lo sapeva benissimo,ma non ne capiva il motivo.
Si tormentava,chiedeva a se stessa cosa fosse accaduto all'uomo che le aveva giurato amore eterno e che poi era fuggito via senza una parola.
Ricordava tutte le sensazioni,tutte le carezze,tutto le era impresso sulla pelle come un marchio ardente che non si sarebbe mai più tolto.
Non avrebbe amato più così.
L'ultima goccia di passione era svanita nel mare che li separava,che li avrebbe separati per sempre,creando un solco tra di loro,invalicabile per lui,irragiungibile per lei.
Le restava solo un'immagine tra la nebbia e le onde. Quell'immagine non si sarebbe mai più cancellata.

Loreena attraversò la foresta correndo; aveva paura.
Sentiva il suo fiato sul collo.Non doveva vederla,non così.
Il cuore le batteva all'impazzata,ma le gambe continuavano a correre;la sua voce si faceva più vicina.Se l'avesse raggiunta sarebbe morto.
Si trovò di fronte ad un bivio e scelse di andare a sinistra,verso la boscagliapiù fitta e tetra;lo avrebbe seminato,non si sarebbe mai diretto da quella parte o almeno non avrebbe mai pensato che lei avrebbe scelto quel sentiero,ma Loreena avvertì una spinta nelle gambe e saltò da quella parte.
Ormai sentiva il suo sangue ribollire ed aumentare nelle sue vene.Il cuore le pulsava sempre più forte.
Cominciava a sentire il bisogno di piegarsi per correre meglio.Lui non l'avrebbe mai raggiunta,avrebbe potuto ucciderlo.
Ad un tratto si fermò.Il respiro divenne insostenibile e sentì una morsa all'interno dello stomaco.
Chiuse gli occhi e sentì una forza invaderla da dentro,una forza che via via le dava maggiore sicurezza.
Guardò le sue mani;le sue unghie cominciavano ad allungarsi ed il suo viso a deformarsi.Si piegò,cominciò a correre e raggiunse un piccolo rivolo d'acqua.Bevve a grandi sorsi,la corsa le aveva messo sete,poi guardò il suo riflesso. Il lupo che le ricambiava lo sguardo alzò le orecchie a punta,come se avesse sentito qulcosa,da cui scappare.

Erano salvi.La piccola scia scarlatta che tanto aveva segnato le acque cristalline era sfumata,dando spazio solo allo scorrere del liquido.Si erano trascinati fino ad un albero,il posto sicuro dove nascondersi e sostare un momento per poi rimettersi precipitosamente in fuga.
La paura aveva ceduto il posto alla stanchezza ed ormai non c'era più rumore che li turbasse; avrebbero affrontato anche le tenebre,ma sarebbero morti insieme,nessuno avrebbe abbandonato l'altra.
Fargan si era accasciato a terra privo di forze;la fuga lo aveva sfinito ma temeva ancor di più che la sua amata Erzebet fosse ferita.
"La strada è ancora lunga,ma è meglio che riposi un poco,sei ferito.Vedrò di attenuare il dolore"e,strappandosi una piuma dalle lunghe candide ali,gliela poggiò sulla gamba.La ferita divenne bianca e smise di pulsare.
"Erzebet,non posso permettere che tu mi sorregga oltre.Sei stanca,procederò da solo.Posso farcela!":
"No,resta fermo.Ho tanta forza quanto amore.Non sono stanca.Non mi stancherei mai di amarti!":
Gli cinse il collo con le braccia e poggiò la sua testa su quella di lui.Rimaserò così,ad aspettare,ad ascoltare.
Fargan chiuse gli occhi;sentiva il cuore di Erzebet battere a ritmo lento,quasi come se fosse una canzone,e lentamente,si addormentò......
Continua.....

Si distese a pensare,gli occhi rivolti al pallido riflesso lunare.Il cielo notturno aveva un colore strano,simile alla quiete dopo la tempesta,quel colore che non si sa se è meglio osservare oppure rinnegare.
Era stata una giornata dove l'ambizione aveva regnato incontrastata.
Il ricordo delle parole di sua madre le risuonavano ancora nella mente,come se le avesse pronunciate in quello stesso istante.
Non gli avrebbe permesso di cancellare quello che le aveva fatto.
Hadam avrebbe pagato con la vita la morte di sua madre,e Sharian lo avrebbecolpito nel suo punto più debole:il cuore.
Strano organo:batte il tempo della vita ed allo stesso tempo ti distrugge al punto di voler desiderare la morte.
Sentiva in lontananza l'eco della festa.
Avrebbe aspettato ancora prima di agire; dopotutto il sonno rende inermi anche i guerrieri.