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Storia dell'evoluzione, involuzione, di un calesse
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Post n°194 pubblicato il 08 Gennaio 2009 da thebrokenheart
A volte ci casco anche io, lo ammetto, stereotipizzare una persona, un suo modo di fare, perchè uomo, perchè donna, perchè napoletano, perchè milanese o per qualsivoglia altro motivo viene naturale. Nello specifico parlo dello stereotipo del maschio, ci sono frasi, considerazioni, giudizi, che mi lasciano perplesso, non mi fanno incazzare solo perchè credo fermamente nel dialogo, nella nostra innata capacità di sbagliare, nel diritto di ognuno di noi ad avere una propria opinione. Il maschio è rude, non si occupa delle faccende di casa (bambini compresi) ... quest'estate ne ho sentita una bellissima detta da una signora sulla spiaggia : "mi fanno incazzare quei maschi che fanno i piatti, mi sembrano tanti femminielli, il maschio deve fare le cose da maschio!". Che cazzo significa? Dare una mano, seppur veramente minima, in casa è tanto disonorevole? dovremmo andare in giro con la clava, scaccolarci, grugnire e trattare l'altro sesso come accessori buone solo per ...? Posso capire che una visione, non dico neandethaliana ma molto vicina, del genere ce l'abbiano alcuni uomini, ne conosco alcuni, ma vedere la stessa visione riflessa nelle parole, negli atteggiamenti di alcune donne è veramente il massimo. Mi era già capitato un pò di tempo fa di avere delle discussioni con la mia famiglia di origine, mia moglie era andata via dai suoi per una settimana e le mie sorelle, mia madre, le mie zie, praticamente tutto il parentado, pretendevano di occuparsi della casa e dei bambini, ho dovuto mandarli a cagare uno per uno per avere il diritto di gestire la mia casa ed i miei puffi come volevo io. Ma questo è solo un piccolo esempio, un episodio marginale, una di quelle cose con le quali uno come me si scontra ogni tanto, all'ordine del giorno invece c'è una frase che purtroppo non posso riportare per intero, visto che il messaggio l'ho cancellato per evitare di avere la tentazione di rispondere in privato, diceva più o meno così : "sii uomo, tira fuori le palle, sbatti la porta e vattene di casa!". A prescindere dalla giustezza, correttezza, funzionalità o meno del pensiero finale, ma veramente essere uomo o per dirla in altra maniera avere le palle (cosa che tra l'altro chi mi conosce sa benissimo che non ho, oramai mi è rimasto un semplice tattuagio al posto degli attribuiti) significa sbattere la porta e andarsene? fottersene di tutto e tutti, come se delle responsabilità uno possa sgravarsi così semplicemente chiudendo gli occhi e le orecchie. La tentazione di farlo l'ho avuta, ma era dovuta ad un momento di rabbia, di annebbiamento, la ragione, fortunatamente o sfortunatamente, ha avuto il sopravvento. Sentire il peso delle proprie responsabilità, trattare le persone con rispetto, cercare sempre e comunque il dialogo per un bene comune, può essere visto come una debolezza, un non avere le palle, può essere, la cosa veramente non mi interessa più di tanto, io sono così, non sono un uomo? pazienza, sono comunque me stesso. Saluti. |
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