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Una festa
Post n°225 pubblicato il 20 Aprile 2010 da estremalatitudine
Una festa, una festa attesa, attesa da tanto, attesa da tanto tempo. Una festa. Lei single. Lei sola. Lei allegra. Ora. Una festa. Lei triste, depressa, incazzosa, prima. Basta poco. Poco. Un'idea. Il prepararsi. Il vestirsi. Il provare e riprovare. Tutto, dal reggiseno alle mutandine, le calze, il vestito, lo spacco, senza spacco, lungo, troppo, corto? esageriamo? Prepararsi, cinguettando, dentro di sè, nella stanza vuota, davanti allo specchio e alzarsi sui tacchi e scendere dai tacchi e riguardarsi il sedere e lisciarlo e tirarsi su il seno. Via quel reggiseno. Proviamo quest'altro. Ecco. Troppo unite. Troppo staccate. Deve formarsi un piccolo solco nel centro, no? Una festa. Attesa. Lei sola. Lei single. Festa di single. Si cucca? Si becca? Ci si sballa? Riproviamo. Mutandine, reggiseno, calze, vestitino, scarpe, tacchi, alti, buffi, da impazzire, provare, ecco, sì, provare, non casco, sì, pronta, sì sono pronta, quando si va? Ballare, ballare, ballare. Musica a palla. Alcool a manetta, a secchiate, gelato, freddo, in gola, giù, a bruciare lo stomaco e ballare, ballare, sculettando di fronte a sconosciuti, notarne gli sguardi, ecco, vedi, il sedere, no, quello le tette, cazzo che figo, avvicinarsi e muoversi piano, languidamente, manco di pezza, lo stronzo, niente, neanche uno sguardo, mentre quell'altro, e quello, e quell'altro, sto stronzo, sempre così, lui, il lui, lui mai, sempre gli altri e finire su un divano con uno e lasciarsi baciare, bevendo, ancora bevendo e fumando, e bevendo e baciare, la lingua, calda, appicicosa, vischiosa, sulle labbra, gonfie, lucide, piene, troppo alcool, lasciarsi, lasciarsi andare e tornare a ballare di scatto e quello mi segue, che cazzo vuole, non ha capito una sverza, ballare, sculettare di fronte ad altri, a un altro e quello finalmente sparisce, ha capito, lo stronzo, mani sul culo, girarsi di scatto, sguardo da fulmini e saette, nessuno, solo sorrisi, sti stronzi, lei così bella, io così bella, e questa manica di buzzurri, niente, neanche stasera, niente. E uscendo, salutate le amiche, al parcheggio, nel montare in macchina, vederlo, vedere lui, il lui, lui, il figo, che dico, lo strafigo, nell'auto di fianco, faccia che compare dal finestrino e scompare e nell'affaccio culo di maschio nudo che fotte, fa'n culo e io che devo pure guidare! A casa, dopo, nel letto, la mano si cerca, si culla, si tocca: troppo stanca, dormire, subito, sola, mannaggia, fa'n culo, dormire, festa del cazzo. |
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QUEL CHE C'È E QUEL CHE NON C'È
Qui ci sono storie di sesso. Non necessariamente tutte eccitanti, ma a volte sì. Non necessariamente tutte esplicite, ma a volte sì.
Qui non c'è vita vera, ma solo letteratura, ovvero vita attraverso la tastiera.
Se non vi va di leggere di questi argomenti, lasciate stare.
Se vi interessano, spero di riuscire ad essere all'altezza delle vostre attese.
Inviato da: donnasofia69
il 25/03/2018 alle 11:30
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il 04/04/2016 alle 14:14
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il 17/12/2015 alle 20:01
Inviato da: vesirene
il 23/09/2015 alle 12:39
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il 23/09/2015 alle 12:11