Me lo immagino il giovane Robert, in una notte sbiadita dalla nebbia intento a girovagare senza meta per una strada deserta di campagna dopo essere uscito da un piccolo paese fantasma.
Chissà cosa gli passava per la testa, era alla ricerca di un bar malfamato e sudicio, pieno di neri ubriachi e rissaioli, dove guadagnarsi un pasto la sera dopo? Oppure vagava pensieroso, afflitto e affranto perché non riusciva ad emergere. Forse la sua capacità non era al pari di quella dei grandi che lo avevano influenzato..Leroy Carr, Kokomo Arnold.
Era scoccata la mezzanotte in quella strada sul Delta del Mississipi.
Un incrocio.
Dove andare non importa, un altro particolare ruba l’attenzione del giovane Robert.
Trova un nero, come lui. Abiti scuri, fuma un sigaro, a terra una bottiglia di Whiskey di buona marca e due bicchieri.
“Cosa fai qui?”
“Ti aspettavo, Robert.”
“Chi sei, vuoi assumermi per una sera?”
“Chi assumerebbe uno come te, con quelle mani, che non riescono nemmeno a strimpellare una chitarra? Sono qui per offrirti molto di più.”
“…”
“Ti offro un talento che mai nessuno possiederà. La tua musica condizionerà tutti coloro che verranno dopo di te. Ti dono il blues. Tutto questo a un piccolo prezzo.”
“Quale?”
“Non fare lo stupido Robert, lo sai…”
Pochi attimi dopo l’uomo in abito scuro raccolse i bicchieri, versò il whiskey e fece un brindisi con la sua nuova preda. Un’altra persona rubata al nemico. Si volta, alza il braccio in segno di saluto e si perde nella nebbia.
Era un 16 Agosto, Robert era a Greenwood, nel Mississipi che tanto amava. Una donna di troppo forse, un marito incazzato, fatto sta che il veleno versato nella sua mezza pinta di whiskey non perdona.
Due giorni dopo nacque una leggenda.
Qualcuno, il giorno della sepoltura, ricorda di aver intravisto nel cimitero un uomo in abiti scuri che fumava un sigaro, appoggiato ad un grande albero.
“I got to keep movin', blues falling down like hail. And the day keeps on worryin' me... there's a hell hound on my trail.”