Creato da euridice79c il 12/06/2007

Gocce di luce

qui vi lascio un pezzo del mio cuore...

 

« Buon diPIOVE »

Post N° 199

Post n°199 pubblicato il 04 Novembre 2008 da euridice79c


Oggi l'America si appresta a votare un nuovo presidente e finalmente si ha l'opportunità di dare una svolta alla staria, sconfiggendo pregiudizi e il solito perpetuo comune razzismo che non è ancora stato eliminato dalla faccia dell'umanità.
Nell'attesa che si sappiano i risultati delle elezioni in America e venga svelato il nome del futuro uomo più potente della terra vi lascio il discorso che Martin luter King fece dinnanzi a una folla immensa di persone il 23 agosto 1963

"I
have a dream"
 

(di
Martin Luter King)
 


 


Sono
felice di unirmi a voi in questa che passerà alla storia come la più
grande dimostrazione per la libertà nella storia del nostro paese.
Cento anni fa un grande americano, alla cui ombra ci leviamo oggi, firmò
il Proclama sull’Emancipazione. Questo fondamentale decreto venne come
un grande faro di speranza per milioni di schiavi negri che erano stati
bruciati sul fuoco dell’avida ingiustizia. Venne come un’alba
radiosa a porre termine alla lunga notte della cattività.

Ma cento anni dopo, il negro ancora non è libero; cento anni dopo, la
vita del negro è ancora purtroppo paralizzata dai ceppi della
segregazione e dalle catene della discriminazione; cento anni dopo, il
negro ancora vive su un’isola di povertà solitaria in un vasto oceano
di prosperità materiale; cento anni dopo; il negro langue ancora ai
margini della società americana e si trova esiliato nella sua stessa
terra.

Per questo siamo venuti qui, oggi, per rappresentare la nostra
condizione vergognosa. In un certo senso siamo venuti alla capitale del
paese per incassare un assegno. Quando gli architetti della repubblica
scrissero le sublimi parole della Costituzione e la Dichiarazione
d’Indipendenza, firmarono un "pagherò" del quale ogni
americano sarebbe diventato erede. Questo "pagherò"
permetteva che tutti gli uomini, si, i negri tanto quanto i bianchi,
avrebbero goduto dei principi inalienabili della vita, della libertà e
del perseguimento della felicità.

E’ ovvio, oggi, che l’America è venuta meno a questo "pagherò"
per ciò che riguarda i suoi cittadini di colore. Invece di onorare
questo suo sacro obbligo, l’America ha consegnato ai negri un assegno
fasullo; un assegno che si trova compilato con la frase: "fondi
insufficienti". Noi ci rifiutiamo di credere che i fondi siano
insufficienti nei grandi caveau delle opportunità offerte da questo
paese. E quindi siamo venuti per incassare questo assegno, un assegno
che ci darà, a presentazione, le ricchezze della libertà e della
garanzia di giustizia.

Siamo anche venuti in questo santuario per ricordare all’America
l’urgenza appassionata dell’adesso. Questo non è il momento in cui
ci si possa permettere che le cose si raffreddino o che si trangugi il
tranquillante del gradualismo. Questo è il momento di realizzare le
promesse della democrazia; questo è il momento di levarsi dall’oscura
e desolata valle della segregazione al sentiero radioso della
giustizia.; questo è il momento di elevare la nostra nazione dalle
sabbie mobili dell’ingiustizia razziale alla solida roccia della
fratellanza; questo è il tempo di rendere vera la giustizia per tutti i
figli di Dio. Sarebbe la fine per questa nazione se non valutasse
appieno l’urgenza del momento. Questa estate soffocante della
legittima impazienza dei negri non finirà fino a quando non sarà stato
raggiunto un tonificante autunno di libertà ed uguaglianza.

Il 1963 non è una fine, ma un inizio. E coloro che sperano che i negri
abbiano bisogno di sfogare un poco le loro tensioni e poi se ne staranno
appagati, avranno un rude risveglio, se il paese riprenderà a
funzionare come se niente fosse successo.

Non ci sarà in America né riposo né tranquillità fino a quando ai
negri non saranno concessi i loro diritti di cittadini. I turbini della
rivolta continueranno a scuotere le fondamenta della nostra nazione fino
a quando non sarà sorto il giorno luminoso della giustizia.

Ma c’è qualcosa che debbo dire alla mia gente che si trova qui sulla
tiepida soglia che conduce al palazzo della giustizia. In questo nostro
procedere verso la giusta meta non dobbiamo macchiarci di azioni
ingiuste.

Cerchiamo di non soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla
coppa dell’odio e del risentimento. Dovremo per sempre condurre la
nostra lotta al piano alto della dignità e della disciplina. Non
dovremo permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza
fisica. Dovremo continuamente elevarci alle maestose vette di chi
risponde alla forza fisica con la forza dell’anima.

Questa meravigliosa nuova militanza che ha interessato la comunità
negra non dovrà condurci a una mancanza di fiducia in tutta la comunità
bianca, perché molti dei nostri fratelli bianchi, come prova la loro
presenza qui oggi, sono giunti a capire che il loro destino è legato
col nostro destino, e sono giunti a capire che la loro libertà è
inestricabilmente legata alla nostra libertà. Questa offesa che ci
accomuna, e che si è fatta tempesta per le mura fortificate
dell’ingiustizia, dovrà essere combattuta da un esercito di due
razze. Non possiamo camminare da soli.

E mentre avanziamo, dovremo impegnarci a marciare per sempre in avanti.
Non possiamo tornare indietro. Ci sono quelli che chiedono a coloro che
chiedono i diritti civili: "Quando vi riterrete soddisfatti?"
Non saremo mai soddisfatti finché il negro sarà vittima degli
indicibili orrori a cui viene sottoposto dalla polizia.

Non potremo mai essere soddisfatti finché i nostri corpi, stanchi per
la fatica del viaggio, non potranno trovare alloggio nei motel sulle
strade e negli alberghi delle città. Non potremo essere soddisfatti
finché gli spostamenti sociali davvero permessi ai negri saranno da un
ghetto piccolo a un ghetto più grande.

Non potremo mai essere soddisfatti finché i nostri figli saranno
privati della loro dignità da cartelli che dicono:"Riservato ai
bianchi". Non potremo mai essere soddisfatti finché i negri del
Mississippi non potranno votare e i negri di New York crederanno di non
avere nulla per cui votare. No, non siamo ancora soddisfatti, e non lo
saremo finché la giustizia non scorrerà come l’acqua e il diritto
come un fiume possente.

Non ha dimenticato che alcuni di voi sono giunti qui dopo enormi prove e
tribolazioni. Alcuni di voi sono venuti appena usciti dalle anguste
celle di un carcere. Alcuni di voi sono venuti da zone in cui la domanda
di libertà ci ha lasciato percossi dalle tempeste della persecuzione e
intontiti dalle raffiche della brutalità della polizia. Siete voi i
veterani della sofferenza creativa. Continuate ad operare con la
certezza che la sofferenza immeritata è redentrice.

Ritornate nel Mississippi; ritornate in Alabama; ritornate nel South
Carolina; ritornate in Georgia; ritornate in Louisiana; ritornate ai
vostri quartieri e ai ghetti delle città del Nord, sapendo che in
qualche modo questa situazione può cambiare, e cambierà. Non
lasciamoci sprofondare nella valle della disperazione.

E perciò, amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le
asperità di oggi e di domani, io ho sempre davanti a me un sogno.
E’ un sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno
questa nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle
sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli
uomini sono creati uguali.

Io ho davanti a me un sogno, che un giorno sulle rosse colline
della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di
coloro che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al
tavolo della fratellanza.

Io ho davanti a me un sogno, che un giorno perfino lo stato del
Mississippi, uno stato colmo dell’arroganza dell’ingiustizia, colmo
dell’arroganza dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di
libertà e giustizia.

Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli
vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per
il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho
davanti a me un sogno, oggi!.


Io ho davanti a me un sogno, che un giorno ogni valle sarà
esaltata, ogni collina e ogni montagna saranno umiliate, i luoghi scabri
saranno fatti piani e i luoghi tortuosi raddrizzati e la gloria del
Signore si mostrerà e tutti gli essere viventi, insieme, la vedranno.
E’ questa la nostra speranza. Questa è la fede con la quale io mi
avvio verso il Sud.

Con questa fede saremo in grado di strappare alla montagna della
disperazione una pietra di speranza. Con questa fede saremo in grado di
trasformare le stridenti discordie della nostra nazione in una
bellissima sinfonia di fratellanza.

Con questa fede saremo in grado di lavorare insieme, di pregare insieme,
di lottare insieme, di andare insieme in carcere, di difendere insieme
la libertà, sapendo che un giorno saremo liberi. Quello sarà il giorno
in cui tutti i figli di Dio sapranno cantare con significati nuovi:
paese mio, di te, dolce terra di libertà, di te io canto; terra dove
morirono i miei padri, terra orgoglio del pellegrino, da ogni pendice di
montagna risuoni la libertà; e se l’America vuole essere una grande
nazione possa questo accadere.

Risuoni quindi la libertà dalle poderose montagne dello stato di New
York.

Risuoni la libertà negli alti Allegheny della Pennsylvania.

Risuoni la libertà dalle Montagne Rocciose del Colorado, imbiancate di
neve.

Risuoni la libertà dai dolci pendii della California.

Ma non soltanto.

Risuoni la libertà dalla Stone Mountain della Georgia.

Risuoni la libertà dalla Lookout Mountain del Tennessee.

Risuoni la libertà da ogni monte e monticello del Mississippi. Da ogni
pendice risuoni la libertà.

E quando lasciamo risuonare la libertà, quando le permettiamo di
risuonare da ogni villaggio e da ogni borgo, da ogni stato e da ogni
città, acceleriamo anche quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri
e bianchi, ebrei e gentili, cattolici e protestanti, sapranno unire le
mani e cantare con le parole del vecchio spiritual: "Liberi
finalmente, liberi finalmente; grazie Dio Onnipotente, siamo liberi
finalmente".



 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

 

ULTIME VISITE AL BLOG

cassetta2ILARY.85pensasepoibipCoccoMonelloforestales1958nick9876TopoCangurotipochiPadroneDeiSensixfrankie.machinedomy05_1985Luca.68TheSecretRoomnickenoraxxIRON.GREY
 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 15
 

ANASTASIA

 

GRAZIE PER AVERMI

INSEGNATO  A

RENDERE MERAVIGLIOSO

UN BACIO...

 
 

ULTIMI COMMENTI

http://www.youtube.com/watch?v=vj253QSAzAw&feature=related O...
Inviato da: joykiticonti
il 06/03/2012 alle 10:07
 
... scopro una persona diversa da come la immaginavo ... ne...
Inviato da: Maxxx40TS
il 02/10/2010 alle 00:10
 
bentornata!
Inviato da: sleepingtodream
il 29/05/2010 alle 11:14
 
:-)
Inviato da: BacioDiStrega
il 29/04/2010 alle 20:25
 
Grazie Ele, il sentirsi a volte sola è un ostacolo che a...
Inviato da: euridice79c
il 28/04/2010 alle 15:20
 
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi e commenti in questo Blog.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963