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SPERIAMO IN UN PROSSIMO PRESIDENTE "QUARANTENNE", POI A CASA!

Post n°78 pubblicato il 09 Giugno 2012 da ZITTI_EXE

Quel passato da comunista che imbarazza Napolitano: "L'Urss? Prigione per il Pci" Nel '56 difese l'intervento dell'Urss in Ungheria. Oggi scarica le colpe sul Pci: "Una tragedia, un errore". Ma glissa sull'eversione rossa negli Anni di Piombo...

di -

Era il 10 maggio 2006. Per uno di quei paradossi da cui, troppo spesso, la storia viene segnata, il primo (post) comunista saliva al Quirinale proprio nel cinquantesimo anniversario della rivolta ungherese soffocata nel sangue dai sovietici.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Quello stesso uomo che nel 1956, al congresso del Pci, aveva difeso l’invasione dell’Ungheria da parte dell’Urss polemizzando con i compagni che volevano prenderne le distanze. Col passare dei decenni Giorgio Napolitano farà autocritica ed etichetterà come prodotto di "zelo conformistico" quel suo intervento in cui aveva detto che in Ungheria l'Urss portava pace.

Adesso è un altro Napolitano. Almeno è così che il presidente della Repubblica prova a descriversi in una lunga intervista alla Gazeta Wyborcza pubblicata oggi su Repubblica alla vigilia delle visita del capo dello Stato in Polonia. Alle domande di Adam Michnik, uno dei fondatori di Solidarnosc ed oggi direttore del quotidiano, il numero uno del Quirinale ci tiene a rispondere come garante della Costituzione. Così, ripercorre con tranquillità il proprio passato, fa mea culpa ricordando Enrico Berlinguer e Michail Gorbaciov, analizza il berlusconismo e l'attuale situazione politica. Il mio cammino verso il Quirinale attraversando la storia d'Italia è il titolo dell'intervista fiume. Ma sono le parole sull'invasione di Budapest nel 1956 e sulla primavera di Praga nel 1968 a stridere con la militanza di Napolitano nel Partito comunista.

"Il sentiero della mia vita è un processo passato attraverso prove ed errori - spiega a Michnik - sono partito dagli ideali che in gioventù ho sposato, più che per scelta ideologica, per impulso morale e sensibilità sociale, guardando alla realtà del mio Paese. Nell’arco dei decenni, ho cercato di andare al di là degli schemi entro i quali all’inizio era rimasta chiusa la mia formazione. Ho attraversato delle revisioni profonde, molto meditate e intensamente vissute". Alla Gazeta Wyborcza il capo dello Stato iracconta del periodo in cui era membro attivo di un Pci, un partito che portava nel suo dna il mito dell’Unione sovietica e il legame col movimento comunista mondiale. "Questi elementi originari, a un dato momento, sono diventati una prigione dalla quale il Pci doveva liberarsi", ammette Napolitano ricordando quel 1956. L'appoggio all'intervento sovietico a Budapest, appunto. Adesso Napolitano ammette che fu "una tragedia, anche per il Pci, un errore grave e clamoroso del gruppo dirigente, a partire da Togliatti". A detta del capo dello Stato il Pci capì l'errorefatto ancor prima di fare pubblica ammenda. E per questo per cui, quando nel 1968 (Togliatti era già deceduto da quattro anni) l'Urss e gli altri Paesi del blocco sovietico entrarono coi carrarmati in Cecoslovacchia, il Pci ufficialmente si schierò contro quell’intervento.

Arrivarono poi gli anni Settanta, l'eversione rossa, la fine della prima Repubblica, il berlusconismo. Tutto in un soffio. Napolitano, la storia dell'Italia, la legge così: "I cicli si sviluppano e poi si esauriscono". Tra errori e smentite, appunto. Tanto che gli Anni di Piombo sono riassunti come un'alleanza tra gruppi di estrema destra e lo Stato per evitare, attraverso la strategia della tensione, che il Pci giungesse al governo. E le Brigate Rosse? Napolitano ne parla en passant limitandosi che i brigatisti "respingevano ogni compromesso" tanto che "finirono per porsi obbiettivi di violenza rivoluzionaria". Niente di più. Meglio glissare su quel terrorismo rosso che mise in ginocchio il Paese versando il sangue di innocenti e che oggi continua a riemergere come un fantasma del passato.

da IlGiornale

Un Presidente chiacchierone; tutti i giorni pontifica nei telegiornali quando dovrebbe starsene zitto... (quando la politica parla, il Presidente TACE! Questa è la regola, opportunamente disattesa).
Un Presidente piagnucolone, dalla facile lacrima; non so se continuerà il piagnisteo nel mentre riceve 19.500 euro (al mese)...chissà!
Risibile l'ammissione che “...gli anni di piombo sono riassunti come un'alleanza tra gruppi di estrema destra e lo Stato per evitare, attraverso la strategia della tensione, che il PCI giungesse al governo”... sostenendo persino che gli anni di piombo, l'Italia è stata insanguinata dal terrorismo di destra, minimizzando l'attività terroristica dei “brigatisti rossi”, intesa come “rivoluzionaria” (chi lo racconterà ai familiari delle vittime?)... Un comunista era ed un comunista resta.

by "wolf"

 
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MORII PER LA BELLEZZA
Morii per la Bellezza, e non appena
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venne deposto nella stanza attigua.

Mi chiese piano perché fossi morta.
"Per la Bellezza", gli risposi pronta.
"Io per la Verità", soggiunse lui.
"Siamo una cosa sola, siam fratelli".

Come parenti incontratisi una notte,
conversammo da una stanza all'altra,
finchè il muschio ci raggiunse le labbra,
ricoprendo per sempre i nostri nomi.

(Emily Dickinson)
 

NON AVEVO IL TMPO DI ODIARE

Non avevo tempo per Odiare -
Perché
La Tomba me l'avrebbe impedito -
E la Vita non era così
Ampia che io
Potessi concluderla - con l'Inimicizia -
Né avevo tempo per Amare -
Ma visto che
Una qualche Operosità ci dev'essere -
La lieve Fatica dell'Amore -
Pensai
Fosse grande abbastanza per Me -

(E. Dickinson)
 
 
 

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