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^__* Come Percorrere Una Strada In Salita Sentendosi Una Biglia Di Vetro ^__*

Creato da faly il 09/12/2005

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Post N° 199

Post n°199 pubblicato il 06 Maggio 2006 da faly
 
Foto di faly

Comunicazione di servizio:
il post è lungo, leggetevelo a puntate, che deve bastare per un pò!

Si, si … sono viva, eccomi!

Il problema è che a una certa età, tocca ammetter che certi nuovi ritmi quotidiani richiedono un periodo di rodaggio. Mi sono tuffata anima e core in questo lavoro che ammetto mi ha preso sul serio.
I ritmi sono frenetici e nn possono che essere così vista la mole. Il grosso del bello è che ho una stanza tutta per me, il permesso di fumare a rotta di collo, gente che entra in continuo a portarmi un caffè, il tappetino rosso virtuale che mi stendono quando mi vedono, i sorrisi accondiscendenti ad ogni mia richiesta.
 (Sorvoliamo sui viscidi marpioni, quelli nn son degni di nota..)
E grazie al cavolo, ci sono un migliaio ed oltre di iscritti al sindacato che reclamano i loro rimborsi nella busta paga di luglioe e se nn glieli faccio tutti, arrivano le sommosse popolari.
La cosa strana di questo mio improvviso rientro nel mondo del lavoro è il fatto di affrontarlo cn il trasporto pubblico (mai usato prima) che mi ha fatto sentire spesso cm penso si senta un bambino quando scopre che il rubinetto rosso  è quello dell’acqua calda.

Ammazza cm è vario il mondo. Di solito, il MIO mondo, era circoscritto ad un ristretto numero di persone, i colleghi, la famiglia, gli amici, gli estranei che incontri durante il giorno. Adesso ogni giorno esco, e vado allo “zoo”.

La sveglia trilla impietosa alle 6:00, e alle 7:10, dopo aver “abbandonato” le mie due piccole iene in casa nella speranza che nn la smontino ma che vadano a scuola, possibilmente nn in pigiama e scalze, sfumacchio la prima sigaretta in attesa del treno.
E comincio. Comincio a studiare.

Studiare la gente… una varietà incredibile di soggetti tanto diversi l’uno dagli altri.
I pendolari sono migliaia, sempre gli stessi, così si formano le comitive del mattino.
Al primo palo della banchina ci sono gli studenti: zaino in spalla, energia a mille, voglia di giocare, jeans a brandelli (uhm…quelli pure io), e rigorosamente sigaretta alla mano.
Segue poi lo stuolo degli impiegati: faccia grigia, busta cn libro e pranzo, bocca atteggiata perennemente in una smorfia che parla da sola “’mazza che palle”.
Più giù la squadra dirigenziale: cravatta perfetta, camicia linda, valigetta 24ore, sguardo schifato sul resto del mondo, Sole24ore sotto il naso per darsi un’aria più In. I pochi soggetti che si trovan lì per caso, si guardan intorno chiedendosi che cazzo devono fare.
Già perché, seppur conta circa 100.000 abitanti il mio paese, ha una stazione del treno cm quella dei Puffi. Sono 3 binari, senza sottopassaggi, cn un microfono che nn parla ma fa GRIC e GRAC quando avvisa il treno in arrivo e il binario. Il primo che sente da il via.

E una massa disomogenea di persone attraversa le rotaie e si sposta agitata, sgomitando e scalciando per cercare il posto a sedere. Posto che visto che ho un gran culo trovo sempre. Cosicché apro il mio libro e leggo… ma sbircio pure.
A parte l’orda di zingari che son tutti uguali, l’abbigliamento che noto anche sulla metro che prendo poi, fa furore. Il dubbio amletico adesso è: Ma in che cazzo di stagione siamo?

Abbiamo la tizia in vestitino mini, cn bretelline e scarpe aperte, seduta vicino al tizio cn pullover di lana. Lo studente cn t-shirt e il capo-ufficio cn completo pesante e giacca che fa gran-figo. E ci sono i matti. Una, sulla sessantina, capelli grigi e sguardo truce, brutta cm un calcio sulle p****, ha urlato per mezzora a chiunque: “NN T’AVVICINARE SAAA?? STAMMI LONTANO SAAAA? MI FATE TUTTI SCHIFOOOOO!!”. Dopo i primi 3 secondi di “Mo ti do un gancio e ti stendo” era palese che era una psicopatica, quindi tutti ritraevano lo sguardo da un’altra parte maledicendo la chiusura dei manicomi.
L’ilarità da piegarsi in due scoppia all’arrivo del treno e alla corsa alla metro. C’è quello che fa il vago ma cerca di correre in maniera goffa, e stai certo che appena incontra lo stronzo di turno, finisce lungo a terra cn lo sgambetto. Nn immaginavo ci fosse tanta roba dentro le 24ore ghghghghg.
I pochi che vanno contro-corrente sono finiti, persi. Due passi avanti verso il treno, 30 indietro verso la metro. Nn hanno chances, poverini.
Un tizio il primo giorno ha provato facendo il “toro”. A testa bassa, occhi di fuori, spalle aperte, si è gettato nella mischia, tipo un giocatore di rugby. E’ durato poco, ma è stato sportivo, portava stampato in faccia il sorriso largo di uno che sa che allungando la mano nn arriverà mai alla luna. E questo ha suscitato lo scoppio di risa della massa che mentalmente ha applaudito il coraggioso temerario.

E tutto questo mi piace, mi diverte. Quindi ho deciso: nn sono poi una persona del tutto normale.
Dovrei incazzarmi, ma rido. Dovrei imprecare, ma rido. Spesso faccio un “Uff” di circostanza per sentirmi parte della massa, ma  a me vien sempre da ridere. E’ così che gira il mondo.
Il popolo dei “viaggiatori” in quel posto è tutto uguale. Puoi avere un rolex al polso, puoi essere tutta in tinta da cima a piedi, compreso il tampax e il callo all’alluce dello stesso colore della tua mise, puoi trasudare soldi o povertà… ma lì, in quel lungo frangente che dura circa un’ora e mezza sei uguale ad ogni altro. La puzza sotto il naso del riccone scompare nella puzza dell’homeless, la tua busta paga da favola nn ti regala un posto a sedere… e se normalmente guardi cn schifio chi sta sotto i 3000 euro al mese, in quel posto preghi perché tu possa sedertici vicino.
E sarò pure cattiva, ma sapeste quanto godo quando vedo certe situazioni che riportano un attimino di uguaglianza tra uomini e donne dello stesso pianeta, situazioni sulle quali mi ritrovo a riflettere al rientro a casa, circa 11 ore dopo.

Un beso a tutti, e nn prendetevela se scompaio per giorni interi, ma sono in fase di rodaggio, e c’ho un sonno che mi si porta via..

Barbara

 
 
 
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