Creato da crazyluke81 il 23/11/2005
Pensieri liberi
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Post n°476 pubblicato il 15 Maggio 2008 da crazyluke81
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Post n°475 pubblicato il 15 Maggio 2008 da crazyluke81
Fede costa agli italiani 350.000 euro al giorno. Dal primo gennaio 2006, con effetto retroattivo. La Corte di Giustizia Europea ha condannato l'Italia a una multa di circa 130 milioni di euro all'anno se Rete 4 non cederà a Europa 7
tatto da:www.beppegrillo.it |
Post n°474 pubblicato il 29 Aprile 2008 da crazyluke81
..... riporto un commento preso da un blog BOSSI: SONO PRONTI 3000 MARTIRI CON I FUCILI ANCORA CALDI. ************************************************** e vabbè, questo è l'infermiere filippino che si è dimenticato di nuovo di cambiargli il catetere... ahò! se non glielo cambi ogni tre giorni quello si infiamma e poi comincia a sparare cazzate, lo voi capì o no? e dategli un infermiere professionale italiano no? |
Post n°473 pubblicato il 29 Aprile 2008 da crazyluke81
.....Prima dell’euro si svalutava la lira, oggi si indebita, con allegria, la Nazione con nuove emissioni di titoli di Stato. |
Post n°472 pubblicato il 22 Febbraio 2008 da crazyluke81
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Post n°471 pubblicato il 22 Febbraio 2008 da crazyluke81
Si dice in giro che chi ha gli occhi azzurri è |
Post n°470 pubblicato il 19 Febbraio 2008 da crazyluke81
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Post n°469 pubblicato il 18 Gennaio 2008 da crazyluke81
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Post n°467 pubblicato il 03 Gennaio 2008 da crazyluke81
Occupati dei guai, |
Post n°466 pubblicato il 02 Gennaio 2008 da crazyluke81
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Post n°465 pubblicato il 17 Dicembre 2007 da crazyluke81
Questi sono anni di cambiamento: da una società in cui i problemi umani venivano posti in termini di benessere materiale, stiamo passando ad una in cui il tema politico più importante sta diventando quello della FELICITA’. Si sente la necessità di far fronte alla realtà contemporanea, travolta da innumerevoli cambiamenti e ormai priva del rassicurante sostegno di prospettive facilmente pianificabili, che portano ad un disagio e ad una confusione che si manifestano con crescente insistenza. Mentre in passato potevamo sentire una certa sicurezza e stabilità per quanto riguardava il lavoro, il matrimonio, l’ambiente futuro, ora sembra tutto a rischio. I giornali riportano in continuazione articoli riguardanti fusioni di compagnie in cui migliaia di persone perdono il loro posto di lavoro. Poi ci sono i problemi dell’ecosistema, il riscaldamento globale, oggi entrato in azione sottoforma di uragani ed alluvioni. E infine, ci sono le relazioni quotidiane di conflitti armati in tutto il mondo che sebbene lontani, hanno comunque un effetto di instabilità. Se confrontiamo lo stile di vita e il ritmo lavorativo di oggi con quello di una decina di anni fa, ci rendiamo conto di quanto siamo molto più stressati e sotto pressione per le questioni economiche e costretti ad un ritmo di vita assai più frenetico. Le fonti di stress provengono dal nostro ambiente più immediato, come i datori di lavoro, i familiari, e gli amici, ma nascono anche dentro di noi, dai nostri problemi personali, le nostre insicurezze e la mancanza di fiducia in noi stessi. E’ proprio la neuroscienza che oggi sostiene la necessità di prendere molto seriamente le nostre emozioni, sulle quali possiamo esercitare molto più controllo di quanto siamo abituati a credere. Le soluzioni esistono. Ma ogni grosso cambiamento comincia con un piccolo passo. Per influire in modo positivo sul nostro ambiente, dobbiamo cercare di fare qualcosa di positivo personalmente. Via via che ci sforziamo di superare i nostri problemi personali, ci sentiamo più rilassati dentro di noi, riusciamo quindi a lavorare in modo più efficiente, nutriamo più interesse per la vita. Possiamo così occuparci anche maggiormente del nostro ambiente perché, anziché consumare tutte le nostre energie per risolvere i nostri drammi interiori, abbiamo le forze per guardare quello che accade intorno a noi, imparando ad avere rapporti più efficaci e sereni con gli altri. Se ci sentiamo sereni, le persone che ci stanno intorno iniziano a rilassarsi anch’esse e a sentirsi a loro agio. Per riuscire a far questo, possiamo imparare ad organizzare la nostra mente in funzione della vita, imparando a coltivare fiducia in noi stessi, nelle nostre capacità e possibilità, attraverso l’elaborazione di nuovi processi di pensiero che si traducono in serenità, sicurezza e alla fine felicità. A tal fine, è importante renderci conto che noi utilizziamo solo una minima parte del nostro enorme potenziale mentale: in genere solo l’ 8% e al massimo il 10 % delle nostre potenzialità: le persone di genio che raggiungono risultati eccellenti, usano forse il 20% delle loro capacità mentali, il resto va gettato dalla finestra; è come guidare una Ferrari e andare a 30 km all’ora! Basta semplicemente aumentare anche solo un po’ l’utilizzo delle nostre capacità mentali, per raggiungere i risultati desiderati, per sviluppare la nostra creatività, uno dei beni più preziosi dell’uomo, indispensabile per farci trovare nuove vie, anzitutto per quanto concerne la nostra vita, il nostro modo di essere, le nostre aspirazioni personali, i nostri obiettivi professionali, per renderci più facili i rapporti umani. E’ noto come il cervello si divide in due emisferi congiunti fra loro dal corpo calloso. Tenuto conto che molti problemi e molte incomprensioni nascono dall’utilizzo prevalente o esclusivo di uno dei due emisferi, è oltremodo opportuno l’addestramento a far lavorare ambedue gli emisferi cerebrali, ad armonizzare ed integrare il loro funzionamento congiunto. Fino ad oggi è stata data la prevalenza alla logica e alla ragione ed era quasi una colpa sognare ad occhi aperti, essere spontanei e creativi. Ora finalmente si è arrivati ad incoraggiare le persone a usare e a mettere a frutto tutte le risorse del loro cervello, a sognare ad occhi aperti ed essere spontanee. Crescono sempre più gli investimenti sugli studi del cervello e sulle tecniche di realtà simulata. Il maggior futurologo vivente, Arthur Charles Clarke, giura che “la nostra mente sarà il luogo più bello in cui vivere; impareremo a governare la nostra vita manovrando meglio la nostra mente....con il tempo più che allo psicanalista, si ricorrerà all’ingegnere della mente…”. La nostra cultura è ammalata perché utilizziamo troppo il pensiero razionale. Dobbiamo lasciar fluire le emozioni, imparare a star soli con noi stessi, fantasticare liberamente, trovare uno spazio nostro, così come fanno i bambini che vivono liberamente e felicemente. Le tecniche del pensiero positivo permettono di fare tutto questo. Sono tecniche che ciascuno di noi potrà e dovrà fare proprie per utilizzarle da solo, perché come sostiene Galileo “Non puoi insegnare qualcosa ad un uomo. Lo puoi solo aiutare a scoprirla dentro di sé”. Le tecniche del pensiero positivo permettono all’essere umano di ottenere un aumento delle capacità mentali e raggiungere quell’equilibrio psicosomatico, quella tranquillità e quella serenità nel lavoro o nella vita di tutti i giorni, necessarie per evitare di cadere nello stress. La nostra mente è divisa tra conscio e inconscio, ma di questo inconscio sappiamo ben poco, trascurandone la notevole importanza. E’ come se possedessimo un palazzo, ne abitassimo solo il piano superiore ma ci fosse totalmente sconosciuto l’inferiore. E’ possibile dare degli ordini precisi alla nostra mente: una volta che abbiamo raggiunto uno stato di rilassamento, possiamo suggestionare in modo positivo il nostro subconscio facendo delle esperienze mentali ripetute. Molti sono i metodi per raggiungere un buon rilassamento. Tali stati di rilassamento portano dallo stato di tensione elettrica cerebrale, con una frequenza da 21 a 12 hertz (oscillazioni) al secondo, chiamate beta, allo stato alfa, da 12 a 7 hertz al secondo. La relazione tra fenomeni fisici e psichici è costante e, ad esempio, sotto l’influenza dello stress, alcuni ormoni producono un eccesso di secrezioni, quali l’andrenalina e il comportamento mentale influenza gli effetti psicosomatici. Se siamo stressati o tesi, il nostro organismo reagisce male. Sintetizziamo adrenalina e quando questa è eccessiva, fa male. Ma come sintetizziamo adrenalina, abbiamo anche la possibilità di sintetizzare endorfine, i famosi ormoni della felicità; sono sostanze che danno uno stato di euforia e ci aiutano a sentire meno il dolore e a ridurre lo stress. Quando ci poniamo in stato di rilassamento, portiamo il nostro encefalogramma a un livello più lieve, in quel modo produciamo più endorfine e quindi ci sentiamo meglio. Attraverso il rilassamento psicofisico è possibile migliorare la concentrazione, mantenere la calma quando ci si sente sotto stress, dormire meglio e svegliarsi meglio, migliorare in genere il proprio umore. Ciò che abbiamo nel nostro subconscio e che magari avevamo completamente rimosso, determina i nostri comportamenti automatici e ci fa reagire negativamente, scattare, innervosire, arrabbiare e talvolta “scoppiare”. E’ pur vero che a volte situazioni e bagagli interiori molto pesanti frenano nel cammino per raggiungere quell’atteggiamento mentale positivo che ci mantiene in buona salute e che ci consente di rimanere sereni ed equilibrati dinnanzi a qualsiasi evenienza della nostra vita. Quella specie di pentola a pressione che è il nostro subconscio poi, se non ha una valvola, è sempre a rischio di scoppiare. Chi è stato compresso come una molla e chi nella sua infanzia e nella sua giovinezza non ha ricevuto che rimbrotti e mortificazioni, e mai i gratificanti riconoscimenti e gli appoggi psicologici amorevoli e positivi che sono necessari come l’aria che si respira, dovrà lavorare molto per ripristinare la perduta dignità e ritrovare la fiducia in se stesso. Quanti errori sono stati compiuti e vengono compiuti nei nostri riguardi anche da parte delle persone che ci amano.. E così oggi noi siamo il frutto di ciò che è stato inserito in noi nel passato. I fattori che ci hanno determinato sono fattori ereditari e ambientali. Può essere che non abbiamo ereditato il fisico che avremmo voluto, né i genitori che avremmo sognato, né la culla d’amore a cui ogni creatura che viene al mondo avrebbe diritto, né l’ambiente stimolante e rassicurante indispensabile per la piena fioritura di quell’essere unico che è ciascuno di noi. Come risultato di queste carenze e di queste inadeguatezze può accadere che ci sentiamo talvolta infelici o depressi, o incapaci o senza entusiasmo. Può capitare che l’immagine che abbiamo di noi stessi non riveli la potenza intrinseca che potrebbe essere espressa da ogni essere umano. E intanto ciascuno di noi si rapporta agli altri e alle situazioni della vita, a seconda dell’immagine che ha di se stesso. Se tale immagine è statica e se nulla mettiamo di nostro per modificare le situazioni, se ci sentiamo sempre delle vittime, la nostra vita non può mutare. Ma per fortuna, ogni individuo ha la facoltà di trasformare la propria vita, cambiando i pensieri, perché i nostri pensieri determinano il nostro destino. Per farlo, è indispensabile andare dentro di noi a vedere cosa accade, cosa determina comportamenti sbagliati, a volte inconcepibili: atteggiamenti di negativismo ad oltranza, di villania, di reazioni violente, anche con le persone che rispettiamo e che amiamo. Sappiamo tutti che se rimaniamo compressi e chiusi nella nostra rigidità possono venirci tanti malanni, come l’ulcera, l’asma, la colite, quelle malattie chiamate psicosomatiche, che altro non sono se non il risultato del problema o dei problemi che dalla mente passano al corpo. E si può arrivare anche a malattie più serie. Grazie alle tecniche del pensiero positivo, possiamo inserire quanti pensieri positivi vogliamo, per frantumare un po’ alla volta quelli negativi, per il ripristino del sentimento di umana dignità, ove sia crollato o sminuito, e per l’acquisizione o il recupero della totale fiducia in noi stessi e nelle nostre positive potenzialità. Possiamo trasformare la rabbia repressa in forza propulsiva orientata al successo, aumentare la nostra autostima individuando ed affrontando i meccanismi di autosabotaggio e i propri condizionamenti inconsci, trasformare i nostri errori e le esperienze negative in occasioni di crescita. Abbiamo la tendenza a vedere il negativo negli altri, nelle situazioni, negli oggetti. E’ molto meglio cercare di vedere ciò che c’è di positivo nelle cose, nelle situazioni della nostra vita, nelle persone. Pensare positivamente significa riconoscere innanzitutto che i pensieri che scegliamo di concepire danno origine alle esperienze che viviamo, determinando la qualità della nostra vita. L’unico modo per influire sul nostro comportamento o sulla riuscita delle nostre azioni è agire sul subcosciente, selezionando esclusivamente pensieri nuovi e positivi. I pensieri negativi, invece, ripetuti continuamente, influiscono negativamente sul subcosciente, portando a risultati negativi nel momento stesso in cui desideri e idee vengono tradotti in realtà. Se per esempio pensiamo di non essere capaci di fare qualcosa, questa idea diventa per noi vera e le nostre azioni tenderanno a confermare questa convinzione. Dobbiamo pertanto cambiare i nostri pensieri, in modo da ottenere comportamenti positivi. Per concludere: il pensiero positivo non è, come un’interpretazione semplicistica potrebbe suggerire, un invito all’ottimismo forzato ignorando i dolori e le frustrazioni che ognuno di noi ha incontrato nella propria esperienza. E’ riconoscere il potere di scelta che abbiamo a disposizione ogni volta che interpretiamo la nostra realtà, poiché i pensieri che scegliamo di concepire danno origine alle esperienze che viviamo. La maggior parte di noi crede di poter essere felice nel momento in cui si verificheranno determinate condizioni nella propria vita: un nuovo amore, un lavoro migliore, una casa più bella…… e se invece fosse il contrario? Se fossero la felicità, la gioia di essere vivi, la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità a creare il terreno ideale per attirare a sè relazioni costruttive, amicizie sincere, successi professionali, e tutto quello che si desidera? |
Post n°464 pubblicato il 11 Dicembre 2007 da crazyluke81
Berlino, 5 dic. (Apcom) - Trecento uova, dieci chili di marzapane, quindici di farina e altrettanti di zucchero. Sono gli ingredienti dell'enorme torta di compleanno che lo zoo di Berlino ha preparato per festeggiare il primo compleanno di Knut, l'orso bianco diventato una star internazionale. Per lui, però, non c'è stata neanche una fetta: dopo essere passato in dodici mesi da 810 grammi a oltre 110 chili, l'orso è stato messo a dieta. E così si è dovuto accontentare di un dolce molto meno calorico: un pasticcio di riso, verdure, insalata e frutta, che gli è stato servito da Thomas Doerflein, il suo "padre adottivo". Con una candela di legno. L'enorme torta di marzapane è stata invece venduta ai visitatori che anche oggi, a migliaia, hanno affollato lo zoo berlinese per vedere l'orso polare. Per l'occasione, tutti i bambini sotto i 15 anni sono entrati gratis, aggiungendosi così ai 2,5 milioni di persone che hanno già visitato Knut. Grazie all'orso, ripudiato dalla madre subito dopo la nascita e allevato dai veterinari della capitale tedesca, il giardino zoologico berlinese spera di superare entro Capodanno, per la prima volta in 163 anni di vita, la soglia dei tre milioni di visitatori. Non solo, ma la "febbre da Knut" ha assicurato allo zoo ricavi supplementari per 10 milioni di euro, tra merchandising e biglietti di ingresso. Per Knut il primo compleanno potrebbe essere anche l'ultimo a Berlino. Da maggio lo zoo della capitale inizierà infatti a cercare una nuova e più spaziosa sistemazione per lui. Prima di trasferirsi, comunque, la star di diverse campagne contro il cambiamento climatico potrebbe avere un fratellino o forse più d'uno. Le tre orse polari dello zoo, Nancy, Katjuscha e Tosca (la madre di Knut), sono probabilmente incinte. Il dubbio, tuttavia, resta, in quanto alle orse non cresce il pancione in caso di gravidanza. Mi sono informato... ci sono alcune precisazioni da fare:
Mi sembra di avervi detto un po tutto, comunque non preoccuopatevi vi terrò informati!!!! |
Post n°463 pubblicato il 07 Dicembre 2007 da crazyluke81
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Post n°462 pubblicato il 05 Dicembre 2007 da crazyluke81
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Post n°461 pubblicato il 30 Novembre 2007 da crazyluke81
Cosa ci fai |
Post n°460 pubblicato il 21 Novembre 2007 da crazyluke81
e non abbiam bisogno di parole
per spiegare quello che e' nascosto in fondo al nostro cuore ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai e seguiro' il tuo volo senza interferire mai perche' quello che voglio e' stare insieme a te senza catene stare insieme a te.
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Post n°459 pubblicato il 14 Novembre 2007 da crazyluke81
La Teoria dei Vincoli (TOC) nasce alla fine degli anni 70 dagli studi del fisico israeliano Eliyahu M. Goldratt. Grazie alla sua completezza concettuale e alla rigorosità, la Teoria dei Vincoli (TOC) è considerata l’unica filosofia manageriale alternativa a quella sviluppata nel secondo dopoguerra in Giappone e nota con il nome di Lean Manufacturing (vd. Toyota Production System - Just in Time). Da anni, essa è materia obbligatoria nelle facoltà di Ingegneria ed Economia americane in cui si studiano Gestione della Produzione e Business Administration. La Teoria dei Vincoli (TOC) è l’insieme di filosofia manageriale, misure economiche, algoritmi di gestione, strumenti logici ed abito mentale, sviluppati da E. Goldratt per permettere a manager ed imprenditori di estrarre il massimo valore possibile dagli asset umani e fisici della propria azienda e di trasformarlo velocemente in denaro. Il concetto di velocità di generazione di valore (denaro nel caso di organizzazioni ‘profit’) è, appunto, il concetto fondante la Teoria. La Teoria dei Vincoli (TOC) guarda all’impresa come ad un Sistema, ovvero ad una catena di processi interdipendenti. Essa prende le mosse da due considerazioni di Sistema fondamentali:
Il Vincolo è l’elemento che determina il ritmo (quantità e velocità) con il quale l’azienda genera denaro attraverso la vendita di ciò che essa produce. Poiché in un Sistema un fattore limitante esiste sempre, la Teoria dei Vincoli (TOC) insegna ad individuarlo e gestirlo con algoritmi che permettono di estrarne il massimo valore possibile. Individuare e gestire il Vincolo significa controllare la velocità con cui l’intero Sistema genera denaro. La Teoria dei Vincoli (TOC) è, dunque, una teoria sistemica che fornisce soluzioni per generare valore attraverso la gestione del constraint fisico ed il superamento dei fattori umani che ne limitano la crescita. ..............In realtà, proviamo a domandarci: cosa è che determina la forza di una catena? Il suo peso? No. |
Post n°458 pubblicato il 12 Novembre 2007 da crazyluke81
Io voglio perdermi nella bellezza |
Post n°457 pubblicato il 07 Novembre 2007 da crazyluke81
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Post n°456 pubblicato il 05 Novembre 2007 da crazyluke81
Tu avresti bisogno di un vero uomo
Che si sveglia al mattino e prende in mano il destino fino A partire alla conquista del trono E portartelo in dono sfondando anche il muro del suono Ma io quello non sono È che senza dubbio tu sei una Che si merita il meglio che ho Io invece purtroppo certezze nessuna . . . Tu avresti bisogno del nuovo romeo
Che parla soltanto di business e legge riviste di fitness
E ti mostra come fossi un trofeo
Sfoga lo stress giocando a squash e fa yes yes
Se parla col boss ma io no Però senza dubbio tu sei quella
Che si merita il meglio che ce Se lui è il dolcificante io una caramella |
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Ultimi commenti
ferito dallo sparo di un moschetto
andò, per riparare l'ala offesa,
a finire all'interno di una chiesa.
Dalla tendina del confessionale
il parroco intravide l'animale
mentre i fedeli stavano a sedere
recitando sommessi le preghiere.
Una donna che vide l'uccelletto
lo prese e se lo mise dentro il petto.
Ad un tratto si sentì un pigolio:
ciop ciop, cip cip ciop
Qualcuno rise a 'sto cantar d'uccelli
e il parroco, seccato, urlò: Fratelli!
Chi ha l'uccello mi faccia il favore
di lasciare la casa del Signore!
I maschi, un po' sorpresi a tal parole,
lenti e perplessi alzarono le suole,
ma il parroco lasciò il confessionale
Fermi - disse - mi sono espresso male!
Tornate indietro e statemi a sentire,
solo chi ha preso l'uccello deve uscire!
A testa bassa e la corona in mano,
le donne tutte uscirono pian piano.
Ma mentre andavan fuori gridò il prete:
Ma dove andate, stolte che voi siete!
Restate qui, che ognuno ascolti e sieda,
io mi rivolgo a chi l'ha preso in chiesa!
Ubbidienti in quello stesso istante
le monache si alzaron tutte quante
e con il volto invaso dal rossore
lasciarono la casa del Signore.
Per tutti i Santi - gridò il prete -
sorelle rientrate e state quiete.
Convien finire, fratelli peccatori,
l'equivoco e la serie degli errori:
Esca solo chi è così villano
da stare in chiesa con l'uccello in mano!
Ben celata in un angolo appartato,
una ragazza col suo fidanzato,
in una capelletta laterale,
ci mancò poco si sentisse male,
e con il volto di un pallore smorto
disse: Che ti dicevo? Se n'è accorto!
Inviato da: DolcissimaChiara
il 11/04/2009 alle 12:35
Inviato da: volpina832
il 28/06/2008 alle 13:35
Inviato da: DolcissimaChiara
il 15/06/2008 alle 16:26
Inviato da: solespento.bb
il 12/06/2008 alle 17:08
Inviato da: DolcissimaChiara
il 18/05/2008 alle 20:20