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CAOS IN AFRICA OVEST

Post n°153 pubblicato il 18 Marzo 2010 da guerrinob


Traduzione dal francese per www.resistenze.org a cura di C.T. del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Il recente caos in Africa dell’ovest è dovuto all’ingerenza occidentale, la Cina non percorre la stessa strada …
 
25/02/2010
 
Recentemente, la situazione politica in Africa occidentale sembra instabile e agitata, come testimoniano il colpo di Stato in Niger, le tensioni durante le elezioni in Costa d’Avorio e il dissapore tra la Mauritania e il Mali. Questa agitazione è spiegata nel suo insieme dal disequilibrio geo-politico della regione. Le relazioni di vantaggio reciproco e doppiamente vincenti raccomandate dalla Cina sono molto più giuste ed eque, poiché danno luogo a rapporti commerciali normali tra le due parti cinese e africana: dal momento che io vinco, vince anche il mio partner (win-win)!
 
I Paesi dell’Africa occidentale erano per la maggior parte antiche colonie francesi e britanniche. La dominazione e il saccheggio dei colonizzatori per molto tempo nel passato hanno lasciato opere infrastrutturali in cattivo stato e uno sviluppo sociale arretrato. Oggi, le abbondanti risorse locali suscitano la bramosia dei paesi occidentali che si immischiano negli affari interni dei paesi ad ogni minimo pretesto. Si può dire che la recente agitazione in Africa dell’ovest è dovuta a un’ingerenza occidentale negli affari interni locali.
 
L’Occidente ha predicato una «democrazia pluripartitica» in Africa. Invece di apportare un aiuto all’Africa, questo «rimedio» non fa che complicare ulteriormente le multiple contraddizioni politiche e sociali che erano già radicate localmente. Nascono così conflitti basati su questioni di potere e interessi politici.
 
Le Nazioni Unite, l’Unione africana e la Comunità Economica dell’Africa occidentale hanno offerto una mediazione attiva nelle questioni africane e hanno aiutato ad allentare la tensione locale. Attualmente la situazione in Niger sta evolvendosi in modo positivo. E gli altri paesi nell’Africa occidentale hanno riflettuto sul modo di sbarazzarsi dell’ingerenza occidentale.
 
La Cina in Africa: le difficoltà del sistema mondiale
 
The Globalist Yale, una rivista trimestrale in seno al corso di studi di affari internazionali all’Università di Yale, ha appena pubblicato un articolo intitolato: «La Cina in Africa: le difficoltà del sistema mondiale», scritto congiuntamente da Barry Sautman, politologo e giurista alla Hong Kong University of Science & Technology e Yan Hairong, antropologo dell’Università politecnica di Hong Kong.
 
I due scienziati hanno sostenuto esplicitamente nel loro articolo che i media occidentali demonizzano la Cina per il suo utilizzo delle risorse naturali dei paesi africani, per l’introduzione delle imprese cinesi nel mercato africano e per le attività di commercio cino-africane.
 
È importante insistere sul fatto che l’investimento e il commercio in Africa delle imprese cinesi apportano alle stesse profitti di molto inferiori a quelli ottenuti dai paesi occidentali. Si può citare ad esempio l’importazione cinese di petrolio africano: gli occidentali accusano la Cina insistendo sul fatto che il suo modo d’agire inciti l’Africa a dipendere ancora di più dalla vendita e dall’importazione delle sue materie prime e risorse naturali. Ma, la realtà è che gli Stati Uniti solo il paese del mondo in cui la maggior parte delle importazioni dipende dal petrolio africano.
 
Dall’altro lato, il comportamento e gli interventi dei paesi occidentali in Africa non sono così nobili, sublimi, puri e innocenti come essi pretendono che siano.
 
L’insufficienza di costruzioni infrastrutturali costituisce da sempre per l’Africa l’ostacolo principale che impedisce il suo sviluppo, mentre i paesi sviluppati, tra cui gli Usa, la Gran Bretagna e la Francia, che pensano che non ci siano molti profitti da ricavare in questo settore, hanno rinunciato già da tempo ad investirci. Al contrario la Cina non ha mai smesso in questi ultimi quarant’anni di investire in questo settore e di aiutare i paesi africani a realizzare grandi opere infrastrutturali.
 
È indicato e analizzato nell’articolo che in virtù della somiglianza tra le storie dell’Africa e della Cina nel corso degli ultimi secoli, quest'ultima applica in Africa una politica che differisce da quella dei paesi occidentali che pensano solo a impedire che gli africani godano pienamente dei loro diritti e interessi. Xu Weizhong, ricercatore all’Istituto cinese di relazioni internazionali moderne, ha sottolineato che la Cina non ha mai considerato l’Africa come un soggetto a cui fare l’elemosina, ma come un importante partner commerciale.
 
Le relazioni di vantaggio reciproco e win-win raccomandate dalla Cina sono molto più giuste ed eque, poiché costituiscono relazioni commerciali normali tra le due parti cinese e africana: dal momento che io vinco, vince anche il mio partner!
 

Fonte: Quotidien du Peuple en ligne

 
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