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« I SENTIERI DEL VILLAGGIOMISSIONARI »

VENERDI

Post n°137 pubblicato il 09 Gennaio 2010 da guerrinob

I segni che la settimana sta finendo si susseguono. Gli insegnanti preparano le biciclette. Le insegnanti chiedono un passaggio fino alla strada asfaltata, dove prendere il primo tocatoca in transito.

Felipe chiede di andare a trovare la sua moglie presso un curandero in un villaggio poco lontano. Sulla nostra strada guida lui, ma sulla strada nazionale si incontrano sovente i posti di blocco della polizia e Felipe non ha la patente, anche se ha già fatto il guidatore di taxi a Bissau. Faccio io da autista. Sul car anche la moto di Giulio, così risparmia gasoline. Giulio e sua sorella Paola parlano in balanta e si scusano. “Naturalmente tu Guerrino non capisci niente”. Alla deviazione del villaggio dove Felipe è diretto, saluti molto affettuosi. Nene, l'altra insegnante della scuola materna, mi saluta in un criolo italianizzato e mi dice: “Guerrino, stai buono: Intendeva dire, credo, stai bene. Gli occhi di Sabato sono già pieni dei suoi bambini che vedrà tra poco.

Il villaggio dove la moglie di Felipe è in cura ha tante piante molto alte. La moglie di Felipe ha male agli occhi, intendono in questo modo indicare una malattia depressiva. Mi fermo alla macchina mentre Felipe va a trovare sua moglie. Vedo altre persone che sono lì in cura, un signore seduto sulle radici di un baobab, un altro in piedi poco distante che continua a fissare il vuoto nella stessa direzione e bambini sui 10 anni che giocano con copertoni di macchina e tossiscono molto. Capisco di essere arrivato a una specie di clinica. So che molti curandero ospitano pazienti nelle loro morançe, ciascuno ha una propria specializzazione. Certe malattie non trovano efficaci rimedi neanche nella medicina occidentale, e non ho nulla da ridire se una capanna diventa reparto ospedaliero.

Non è la prima volta che sento di donne che hanno male agli occhi e non si tratta di tracoma. Mi viene in mente il libro del mio amico Salvatore Mongiardo, Sesso e Paradiso dove racconta che: A Sant’Andrea Ionico i pazienti dei manicomi erano  soprattutto donne vittime dell’oppressione religiosa, e trattate con l'elettroshock. Il professor Puca , direttore della clinica psichiatrica Villa Nuccia si meravigliava del numero elevato di donne andreolesi ricoverate e diceva: “Forse è a causa del vento che soffia forte a Sant'Andrea?”

Un brutto vento tira anche a Fanhe per le donne, gran parte del lavoro è sulle loro spalle e tutte le preoccupazioni e i problemi della famiglia . Gli uomini sovente si rifugiano nell'alcol. L' unico diritto delle donne è il dovere di lavorare o di andarsene abbandonando al marito i figli. Le figlie sono allontanate dal loro affetto ancora in tenera età e qualche volta anche i figli maschi, perchè li reclamano altri parenti con diritto a ottenerli.

Ho chiesto a Zeca, uno degli insegnanti che mi indicasse i motivi della criason. Ne ha elencati solo due, l'orfanità e la sterilità di una famiglia di fratelli o sorelle. C'è ne sono altri, come la promessa di matrimonio per cui la bambina va a crescere nella famiglia del futuro sposo e il lavoro di servizio nelle case di parenti o così detti.

Al ritorno sulla strada di Fanhe incrociamo molti studenti della nostra scuola che rientrano nei loro villaggi. I più vicini dei quali distano 4 chilometri. E' l'evidenza che la scuola è frequentata anche da ragazzi di altri villaggi .

Incrociamo anche un fuori strada, quasi nuovo, che sta tornando da Fanhe. Le manovre per toglierci dalla strada e permettergli di proseguire non sono semplici. Al volante di questa macchina un giovane uomo e, al suo fianco, una signora.

Alla scuola troviamo Callisto e altri in discussione con Pino. I due nella macchina nuova erano rappresentanti del governo, due funzionari periferici del ministero dell'agricoltura. Sono venuti per offrire la costruzione di un pozzo. Chiedono un contributo simbolico al villaggio, perché non si pagano le tasse e per un principio educativo inderogabile.

Ciuda con alcuni uomini grandi ha già detto il suo “Ka ten dinero”, non abbiamo soldi. Il contributo 38 mila franchi equivale a un centesimo di euro per persona.

Callisto è in azione con i suoi argomenti. La cifra è poca dovremmo pagarla noi volontari. Un pozzo è una grande risorsa per il futuro del villaggio.

Noi diciamo: No.

A Fanhe manca il riso, quest'anno, mentre non sembra mancare negli altri villaggi della zona. Si stanno sedendo in attesa che noi bianchi risolviamo i loro problemi. Giulio dice che abbiamo cominciato male, troppe cose abbiamo concesso gratuitamente. Noi diciamo, non possiamo finire peggio. E' ora di cambiare.

La cooperazione non può essere a senso unico. E' ora di pretendere che facciano la loro parte, altrimenti non potranno mai prendere in mano la scuola, l'ambulatorio e le altre iniziative del progetto. Noi siamo per aiutare, non per sostituirci.

Il governo tornerà per la risposta la settimana prossima. E' importante utilizzare questa occasione per una crescita del villaggio.


 

 
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trampolinotonante
trampolinotonante il 10/01/10 alle 12:39 via WEB
Ma grazie!!!! Grazie!!!! speriamo che lo vedano, sono felicissimo, non sai quanto e sono commosso!! ciao, Guerrino! Buona domenica, ancora. Che bello!!!! ciao! giuseppe
 
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