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dolore

Post n°89 pubblicato il 26 Marzo 2024 da hesse_f

                                                           dolore


Ci sono dei dolori talmente forti che tolgono il fiato. Non respiri, la gola chiusa. Sei li, come pietra dimenticata. Nulla sostieni e nessuno ti vede. Non sei sasso d’acqua che si distingue per lucentezza o per forma, in un mare, che, un gioco infinito, ha sagomato. Sei solo intralcio. Una pietra di mezza misura, avanzo di qualcosa di grande, rotolata da sola lontano, un invito ad un calcio maldestro che ti isoli ancora di più. Un cuore sordo alla fede e un’anima cieca “a ogni Dio”. Un’ atea isolata, come pianta in quarantena, invidiosa, a volte, di un cielo che non parla, solo per lei. Al tempo dell’ingenuità, prima che i contorni si definissero precisi e limati, ci fu spazio per consolazione e conforto. Una chiesa deserta, in tua attesa, in ogni posto del mondo, o un coro di parole ferventi in lingue lontane, ma tue. L’insegnamento diceva che basta un cuore sincero, anche scevro e lontano da riti o preghiere, per avere tutto il Suo ascolto. Così, a volte, è successo, che pur con certezza di non avere né padri né madri nei cieli, rivolgevo lo sguardo chiedendo “perché Signore? Perché? “ pur sapendo di non ottenere né risposta né conforto. Quando cresci in un famiglia cattolica, difficilmente riesci, pur discostandoti razionalmente dalla religione, a non tornare bambina nei momenti di dolore con la speranza di essere presa per mano. Ma poi l’illusione ti lascia e sei di nuovo seduta su una panchina, in silenzio e senza risposte, mentre fissi con caparbietà il suolo.

 
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Commenti al Post:
monellaccio19
monellaccio19 il 26/03/24 alle 18:29 via WEB
Accidenti, descrivere il dolore è già impresa ardua...quando quel dolore è fitto, insopportabile e difficile da rimuovere. Il peggior nemico del dolore, è proprio quella solitudine che pervade liberamente e non solo ti acchiappa dentro, ma ti circonda come alti spalti di un fortino insuperabili. Credo che faccia più male del dolore stesso, non avere una sponda, un punto d'appoggio e certamente un caro prezzo da pagare. Il silenzio non è poi un medicinale, ma quanto meno, ad avere un'eco, un muro che ti rimandi indietro la voce, sarebbe anche un piccolo aiuto, ma in mancana potresti parlarti addosso e non è certamente la soluzione migliore. Affidarsi a Dio? A qualche Santo? Per devozione qualcuno potrebbe essere disponibile? Non so, io sono cristiano/cattolico, credo e pratico, ma per espererienza posso sostenere che non si riceve nessun aiuto...a chiamata! Credere e aver fede sono condizioni essenziali per aprire spiragli e/o feritoie pronte a distribuire aliti di vento benigni e propedeutici. Non sono un buon consigliere, ma sono disposto all'ascolto anche se sono più portato...al dire. Come cita il titolo del mio blog: sono un carico a chiacchiere. Serena fine serata.
(Rispondi)
 
surfinia60
surfinia60 il 02/04/24 alle 20:43 via WEB
Ricambio la tua visita e trovo questo post. Un pugno nell’anima, a me, che ho un dolore fresco fresco che non ha ancora trovato la strada degli occhi, ancora asciutti. Ma l’immagine di un figlio che piange e si dispera sempre davanti, a lacerarti il cuore.
(Rispondi)
 
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