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volantino in diffusione

Post n°27 pubblicato il 10 Marzo 2011 da fdsbinaschino
 

IL GOVERNO DELLE PROMESSE
ASSENTE SUI PROBLEMI REALI.
....QUESTA L'ITALIA CHE VOGLIAMO CAMBIARE....

Un governo totalmente incapace di governare e di comprendere i problemi reali che affrontano le persone e l'italia in generale. Non si parla di altro che promuovere leggi fatte su misura per il presidente del consiglio Silvio Berlusconi per scampare ai processi che non vorrebbe affrontare. Un governo che non sà far altro che tagliare sulla cultura, la scuola, i servizi. Un governo che appoggia i ricatti di Marchionne che cerca di eliminare i diritti dei lavoratori conquistati nel corso di decenni di lotte. Un governo che punta ad eliminare le voci di dissenso dai programmi tv non in linea ai giornali liberi ai giornalisti scomodi e che reprime i movimenti che in questi anni hanno manifestato la loro contrarietà e che hanno proposto alternative, dalle lotte degli studenti e ricercatori agli operai della fiat, dagli operai che lottano per non perdere il posto di lavoro ai lavoratori precari, dagli immigrati truffati per il permesso di soggiorno a quelli detenuti nei cpt lager, dai terremotati dell'aquila ai comitati contro gli inceneritori, le discariche, i no tav, i no ponte e moltissime altre realtà che hanno manifestato il loro dissenso prontamente innascoltati e repressi, l'unica risposta di cui è capace questo non governo. 
SIAMO STANCHI CHE LA POLITICA SI OCCUPI SOLAMENTE DEGLI INTERESSI PERSONALI DI POLITICI E AMICI IMPRENDITORI.
SIAMO STANCHI DI SENTIRE PARLARE SOLAMENTE DEI PERIODICI SCANDALI CHE COINVOLGONO LA POLITICA E CHE DEVIANO L'ATTENZIONE DELLE PERSONE DAGLI ENORMI PROBLEMI CHE HA L'ITALIA.
SIAMO STANCHI DI QUESTI PERSONAGGI CHE DA DECENNI FANNO I LORO SPORCHI AFFARI SULLE NOSTRE SPALLE.
SIAMO STANCHI DELL'IGNORANZA E DEL RAZZISMO DELLA LEGA NORD.
MANDIAMOLI TUTTI A CASA!!!
I compagni e le compagne del circolo Federazione Della Sinistra di Binasco/Lacchiarella/Casarile
CONTATTI:
Email: fdsbinaschino@libero.it  --- Sito Web: blog.libero.it/fdsbinaschino

 
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Cultura e senso civico...

Post n°26 pubblicato il 08 Marzo 2011 da fdsbinaschino

 

Cultura e senso civico la sfida della Milano democratica

di Bruno Casati *

 

Rilanciato il Centro Culturale "Concetto Marchesi" con il contributo dell'Officina di Pisapia

Milano è una metropoli buia, anche la Cultura l'ha abbandonata. Si confezionano solo eventi-spettacolo e sfilate "grandi firme" della moda. Lo stesso cartellone della Scala è una vetrina del passato ad uso dei giapponesi e dei riccastri russi. Milano è incattivita, sarà lo smog, sarà il leghismo, ma la "mia bela Madunina" non è più bella (se mai lo è stata). Le uniche luci che si accendono oggi a Milano sono quelle della "movida" dei Navigli e dello sballo ma, nel buio anche sociale delle periferie, pure i tassisti si rifiutano di entrarci di notte. Non si pensa più in questa città, non ci si confronta, non si partecipa, non ci si parla. Basta prendere la metro: tutti a testa bassa, chini, o sul foglio free-press o ad armeggiare compulsivamente con il cellulare, tutti in silenzio ripiegati su sé stessi. E' la città delle partite Iva dei venditori solitari della propria forza lavoro. Del resto anche la politica è diventata altra cosa, proprio a partire da Milano. Se si confronta la composizione dello stesso Consiglio Comunale del 1970 - in cui a fianco degli operai dell'Alfa, della Pirelli, della Sit-Siemens, sedevano raffinati intellettuali e scienziati come Lalla Romano, Raffaele De Grada e Cesare Musatti - con quello di oggi, in cui imperversano i caporioni leghisti, fascisti e ciellini, vien da mettersi le mani nei capelli tanto da intonare disperati "O mia bruta Madunina". A Milano si è perso di vista il senso civico, la città è diventata proprietà privata dei "barbari" che l'hanno conquistata. Noi dobbiamo perciò lavorare per far riaccendere a Milano le luci - dei circoli Arci e Acli, delle Case del popolo, dei Cral, delle sezioni di partito, delle Università, dei Centri Sociali, ma anche dei cinema di quartiere - che lo "tsunami" craxiano ha spento avviando quella rifondazione di Milano in città delle professioni e vetrina di quel che non produce , città del lavoro immateriale e precario, che poi Berlusconi ha realizzato.
Con i volontari dell'Officina di Pisapia andiamo proprio nella direzione della riconquista del senso civico perduto ma, come militanti comunisti non pentiti, proviamo (noi) a tenere accesa una piccola luce. Ed è per questo che abbiamo deciso di rilanciare il Centro Culturale "Concetto Marchesi" (Cccm) collocato nella storica sede di Via Spallanzani 6. Ci proviamo aprendoci oggi in più direzioni - con la "Fondazione Di Vittorio" , con i giovani universitari dell'Associazione "Covo degli Eretici", con la redazione di Marxismo Oggi - stringendo rapporti già consolidati con la Camera del Lavoro, la Fiom, l'Isec (Istituto Superiore di Storia Contemporanea) con intellettuali e docenti. Vorremmo tornare nel futuro al prestigio che ebbe il Cccm nel passato, ai tempi, era il 1984, del suo primo presidente, il Professor Alberto Mario Cavallotti, prestigiosa figura di comunista, pediatra, partigiano, deputato della Costituente. Proviamoci in tutta modestia offrendo alla città un primo programma di iniziative - saranno i "Lunedì del Concetto" - e lanciando, non solo a Milano, la campagna di tesseramento al Centro culturale Concetto Marchesi di quanti non si sono rassegnati al buio metropolitano del pensiero.

*presidente del CCCM

 
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6 Maggio,uno sciopero inadeguato

Post n°23 pubblicato il 07 Marzo 2011 da fdsbinaschino

 


La decisione della Cgil di convocare uno sciopero generale di 4 ore per il 6 maggio è un primo risultato ma del tutto inadeguato. Si badi, la nostra non è una critica massimalista di chi fa sempre il “più uno”. Sappiamo benissimo che la decisione della Cgil di convocare uno sciopero generale da sola è cosa rilevante, ma il problema è proprio qui. Dentro una gestione della crisi tutta in chiave antioperaia, di fronte ad un attacco pesantissimo di governo e padronato, di fronte alla divisione del fronte sindacale, come si fa a costruire i rapporti di forza necessari a contrastare efficacemente l’attacco e ad unificare i lavoratori?
L’attacco che è in corso non è cosa di poco conto: mette in discussione l’esistenza del sindacato come organizzazione autonoma di classe. Non è un attacco relegato alle manie di Marchionne: il suo modello è in corso di estensione in vari settori ed è stato fatto proprio da Marcegaglia. In concreto il tentativo è quello di demolire la Cgil o normalizzandola o conducendola all’impotenza. Di fronte ad un attacco di questo tipo le mezze misure - e lo sciopero di 4 ore tra due mesi è una mezza misura - sono del tutto inefficaci perché non permettono di utilizzare tutta la forza che ha il movimento operaio. Per sconfiggere l’offensiva padronale occorre costruire entusiasmo, suscitare passioni, far sentire ai lavoratori e alle lavoratrici che il loro sindacato gioca la partita fino in fondo. Come seppe fare Cofferati sulla vicenda dell’articolo 18. La decisione di oggi non determinerà questo clima: in questo sta tutta la sua inadeguatezza.
Per quanto ci riguarda, in primo luogo occorre operare affinché lo sciopero del 6 maggio diventi uno sciopero di 8 ore contro governo e Confindustria. Già alcune categorie si stanno pronunciando in tal senso, occorre determinare le condizioni affinché questo diventi l’orientamento generale. In secondo luogo occorre riempire di iniziativa politica e sociale questi due mesi. Non è solo un problema sindacale ma politico. Nell’assenza di qualsiasi risposta ai nostri appelli per la costruzione di una mobilitazione politica unitaria si misura tutta l’inconsistenza dell’opposizione, parlamentare e non. Si tratta di fare un salto di qualità segnando le varie mobilitazioni, a partire dallo sciopero generale dei sindacati di base dell’11 e dalla mobilitazione del 12, con una idea chiara: l’avversario non è solo Berlusconi ma la gestione capitalistica della crisi, l’accoppiata governo-Confindustria.
In secondo luogo producendo direttamente una campagna di massa sulle questioni sociali, con l’obiettivo di aggregare tutte le forze disponibili a battersi sul serio, anche con la convocazione di una manifestazione nazionale.

Paolo Ferrero

 
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Con Cuba:con il cuore e con la ragione

Post n°22 pubblicato il 06 Marzo 2011 da fdsbinaschino

 

La politica estera, si sa, è materia importante e delicata. È spesso lo specchio della cultura politica e della identità di chi la attua o la propugna ed è rilevatrice, più in generale, della propria visione del mondo.

Basti pensare alla discussione di questi giorni sulla Libia. Una discussione certamente complessa e rispetto alla quale vanno evitati gli slogan e le posizioni semplicistiche. Il recente ordine del giorno approvato dalla Direzione nazionale del Prc è positivo ed equilibrato, al pari della nota firmata dalla Federazione Mondiale della Gioventù Democratica (tradotta su questo blog), nella quale si riconosce l’esistenza all’interno della Libia di un conflitto non omogeneo (e non paragonabile per questo alle rivolte di Egitto e Tunisia), si condannano la repressione e le violenze inaccettabili delle forze governative e ci si schiera nettamente contro qualsiasi ingerenza esterna e contro qualsiasi ipotesi di intervento militare, fosse esso promosso dalla Nato, dagli Stati Uniti d’America, dall’Unione Europea o da qualunque Stato ex colonialista.

Ma c’è stato un altro Paese che negli ultimi giorni ha, almeno a sinistra, attirato l’attenzione e suscitato un dibattito. Ci riferiamo a Cuba, oggetto di un passaggio dell’intervento che Nichi Vendola ha pronunciato lunedì a Roma nel corso dell’assemblea nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà. Vendola ha affermato che libertà e democrazia a Cuba non ci sono e ha indirizzato retoricamente a Cuba la domanda tanto cara ai movimenti («se non ora quando?»).

Nulla di nuovo, conoscendo non da oggi le posizioni di Nichi Vendola, simili a quelle espresse nel corso degli ultimi anni da Fausto Bertinotti e rispetto alle quali occorre ricordare – in spirito di onestà – che non vi fu in Rifondazione comunista negli anni passati la stessa reazione che oggi si è giustamente sollevata contro le parole di Vendola.

Ma torniamo al punto e al merito, perché la querelle che si è aperta ci consente più che di polemizzare, di parlare della realtà di Cuba.

Sin dal 1° gennaio 1959, quando il popolo cubano mise fine alla pagina tragica del colonialismo e delle dittature, Cuba combatte una vera e propria guerra contro l’imperialismo statunitense, che nel corso di tutti questi anni e indistintamente rispetto al colore politico della sue amministrazioni ha tentato di riprendere il controllo dell’isola sia con interventi economici di embargo (condannati ripetutamente ma senza esito dalle Nazioni Unite) sia con interventi diretti e indiretti di sabotaggio e di terrorismo che sono costati a Cuba più di 5000 vittime tra uccisi e feriti.

E pur tuttavia, in un contesto così drammatico e che avrebbe schiantato in pochi mesi qualsiasi altra esperienza di governo, Cuba resiste e resiste garantendo livelli di libertà, benessere e democrazia difficilmente eguagliabili nel contesto dell’America Latina.

Prendiamo il tema della libertà da due versanti solitamente utilizzati per screditare Cuba: la libertà della comunicazione e i diritti civili. Si deve sapere, allora, che il governo cubano ha recentemente varato, di concerto con il Venezuela di Chavez, un piano di sviluppo tecnologico che consentirà a tutti i cittadini cubani di essere raggiunti nei prossimi mesi dalla fibra ottica e cioè di entrare in comunicazione con il mondo attraverso Internet con una velocità di connessione 3000 volte superiore a quella attuale. Quanto ai diritti individuali, pochi anni fa è stata varata una legge che consente a chi abbia iniziato un percorso di cambiamento del proprio sesso di ottenere il nuovo documento d’identità ancora prima di effettuare l’operazione (al contrario di quel che avviene, come è noto, in Italia). E ciò, possiamo dirlo, se non è il simbolo di una grandissima attenzione ai diritti individuali, è certo un segnale molto incoraggiante.

Per non parlare della libertà dal bisogno, dalla miseria e dalla povertà a cui non solo i cittadini cubani erano condannati prima della Rivoluzione ma a cui sarebbero ancora condannati qualora lo Stato cubano avesse un governo simile a quelli che gli Stati Uniti d’America hanno imposto in questi decenni nel proprio «cortile di casa». Lo dimostrano i dati relativi alla mortalità infantile, alle aspettative di vita, alla disoccupazione, i tassi di povertà, di alfabetizzazione, il rapporto tra popolazione e medici, gli indici di sostenibilità ambientale. In breve, tutti quei dati statistici che registrano il grado di civiltà e di giustizia di un sistema sociale.

La democrazia, infine. Questo è il terreno più scivoloso, e su cui tante volte infatti siamo scivolati. Non è possibile contrapporre banalmente la democrazia borghese alla democrazia socialista. Questo perché i modelli più avanzati di «potere del popolo» (la democrazia consiliare, la democrazia progressiva) non hanno mai avuto applicazione integrale, come del resto l’idealtipo della democrazia liberale. Inoltre, il punto più alto di riflessione intorno alla democrazia nel nostro Paese ha coinciso con l’idea di coinvolgere le masse popolari in un processo di estensione delle garanzie democratiche, delle tutele e del pluralismo e non nella loro rozza rimozione. Tuttavia, analizzando non i modelli astratti ma i risultati concreti, possiamo dire che, al contrario di ciò che avviene nelle moderne democrazie liberali, a Cuba ogni cittadino ha il diritto di partecipare direttamente alla scelta (composizione delle liste) e al controllo dell’operato dei propri rappresentanti istituzionali. Non una delega passiva ai partiti (neppure al partito comunista cubano, che in quanto tale non partecipa alle elezioni) ma una forma di democrazia partecipata che coinvolge la società cubana sin nel più piccolo quartiere.

E ciò avviene senza che la politica possa essere né fonte di arricchimento economico (tutti gli eletti continuano a percepire lo stesso stipendio) né fonte di scalata sociale né forma di ulteriore dominio maschile sulla società né strumento di passivizzazione dell’elettorato. Al contrario di ciò che avviene in Italia, con stipendi elevatissimi, soprattutto per gli incarichi pubblici, una percentuale di partecipazione al voto sempre più bassa e una partecipazione delle donne alla politica semplicemente indecente.

Ci sono dei limiti a Cuba, delle contraddizioni? Ce ne sono, per esempio, sul terreno del funzionamento concreto della macchina democratica? Certo, come in tutte le esperienze politiche, come in tutte le cose umane.

Ma nessuno ci può impedire di guardare a Cuba con rispetto profondo e solidarietà.

Anche perché noi, donne e uomini di quest’Europa malata proprio di democrazia, di libertà e di benessere, faremmo davvero fatica a salire in cattedra, con il peso di una storia secolare di colonialismo, guerre e profondissime diseguaglianze sociali. Che, non a caso, vorrebbe rimanere coerente con se stessa anche nei confronti della Libia, aggredendo la sua sovranità e rapinando le sue risorse.

E allora, forse, dovremmo andare più a fondo e chiederci cos’è oggi la libertà e cos’è oggi la democrazia. E interrogarci su quale sia la libertà e la democrazia alle quali aspiriamo. Nella nostra parte del mondo, sicuramente una libertà e una democrazia diverse da quelle cubane. Ma senza dubbio distanti anni luce da questo sistema ingiusto e cattivo con i più deboli e servo e docile con i potenti. Forse è proprio questa la sfida: ricostruire, a partire dalle parole e dal loro significato, un nuovo orizzonte di senso, un nuovo immaginario, una prospettiva e una speranza.

 
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A Difesa della Costituzione

Post n°20 pubblicato il 06 Marzo 2011 da fdsbinaschino
Foto di fdsbinaschino

   Milano-Piazza Cairoli dalle  15.00 alle  19.00

Pavia-Piazza della Vittoria dalle  15.00 alle  18.00

 La manifestazione è aperta a chiunque crede che la costituzione sia una somma di diritti e di doveri per tutte le cittadine e tutti i cittadini,che sono sovrani nel proprio paese,come sancito dall' Art.1

                                  

 
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PROPOSTA DI DILIBERTO

Post n°19 pubblicato il 16 Febbraio 2011 da fdsbinaschino
Foto di fdsbinaschino

GRANDE MANIFESTAZIONE UNITARIA 17 MARZO 2011

Una grande manifestazione unitaria da tenersi il 17 marzo, giorno del 150° dell’unità d’Italia.

E’ la proposta che Oliviero Diliberto, al termine della riunione del Coordinamento nazionale della Federazione della Sinistra,  propone a tutte le forze democratiche, a tutti gli uomini e le donne che si battono perché l’Italia sia unita, democratica,repubblicana. 

“E’ necessario – afferma il portavoce nazionale della Federazione della Sinistra – contrapporre allo sfascio, all’illegalità, a quella sorta di operetta a puntate che è il governo Berlusconi, il desiderio di coesione, di valori comuni, di ricostruzione unitaria che anima la maggior parte dei cittadini italiani”

.

 

 

 
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assemblea

Post n°18 pubblicato il 16 Febbraio 2011 da fdsbinaschino
Foto di fdsbinaschino

VENERDI 18 FEBBRAIO

ASSEMBLEA DEL CIRCOLO

FEDERAZIONE DEL BINASCHINO

 

  • si discutera di possibilità di sede
  • organizzazione aperitivo
  • organizzazione materiali

 

chiediamo a tutti i compagni di partecipare per poter aggiungere nuone idee e progetti

saluti comunisti

resistenza           

 
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resoconto assemblea 4 febbraio

Post n°14 pubblicato il 08 Febbraio 2011 da fdsbinaschino

Cari Compagni

nella riunione di venerdì 4  febbraio, abbiamo discusso di

tesseramento 2011dove faremo una festa del tesseramanto domenica 13 Marzo al Centro Civico dalle 10.30 alle 13. "Aperitivo Comunista", data da confermare 

abbiamo elaborato un volantino da distribuire nei Mercati di

 -Lacchiarella sabato 5 Marzo,

- Casarile venerdì 11 Marzo

-Binasco Sabato 12.

FDSBINASCHINO.

Saluti Comunisti 

 
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Referendum acqua pubblica: si parte!

Post n°13 pubblicato il 07 Febbraio 2011 da fdsbinaschino
Foto di fdsbinaschino

Con il deposito delle sentenze della Corte Costituzionale, i referendum per l’acqua sono ai blocchi di partenza. Due i quesiti ammessi sui quali l’intero popolo italiano sarà chiamato a votare e che insieme disegnano un quadro di radicale inversione di rotta rispetto alle politiche di privatizzazione del servizio idrico portate avanti senza soluzione di continuità in questi ultimi quindici anni. Abrogando il decreto Ronchi tornerà come riferimento normativo la dottrina europea, che permette da sempre la gestione pubblica del servizio idrico; e abrogando la remunerazione del capitale investito, ovvero i profitti sull’acqua, la gestione pubblica diverrà l’unica possibile.
Una grande battaglia di civiltà si apre dunque per le donne e gli uomini di questo Paese: riappropriarsi di un bene comune essenziale alla vita, gestirlo in forma partecipativa, conservarlo per le future generazioni. E scrivere una nuova pagina di democrazia, tanto necessaria alle persone, quanto svilita dai poteri forti dell’economia e della politica. La campagna referendaria parte facendo leva su quella che è da sempre la ricchezza del movimento per l’acqua: la partecipazione dal basso, reticolare, diffusa, condivisa.
A partire da ora e per tutti i mesi di febbraio e marzo, verrà lanciata la nuova scommessa del movimento per l’acqua: l’autofinanziamento partecipativo. Tutte le donne e gli uomini di questo paese, a partire dagli oltre 1,4 milioni che hanno firmato le richieste di referendum, potranno sottoscrivere una piccola o grande quota per finanziare la campagna referendaria, avendo la garanzia che, in caso di raggiungimento del quorum e conseguente rimborso elettorale, la cifra versata verrà interamente restituita ai cittadini: perché vogliamo cambiare la società, non costruire un partito o una nuova burocrazia.
Contemporaneamente, partirà la formazione partecipativa: verrà predisposto un kit con tutti gli strumenti e le informazioni necessarie, verranno promossi incontri al livello più decentrato possibile, per moltiplicare i formatori in tutti i territori e costruire un grande processo di autoeducazione collettiva. Mentre già si scaldano i motori per costruire una nuova e grandissima manifestazione nazionale a Roma: sarà sabato 26 marzo e diventerà la scadenza di lancio dell’ultima tappa di questa straordinaria esperienza, quella che porterà al voto nella prossima primavera, in una data ancora da definire fra il 15 aprile e il 15 giugno.
Sarà la manifestazione nazionale del popolo dell’acqua, ma verrà costruita assieme a tutti i movimenti per i beni comuni, alle reti studentesche e universitarie, al mondo del lavoro: un luogo di tutte e di tutti quelli che sanno che c’è un’altra uscita dalla crisi, basata sui beni comuni e la democrazia, e non sulla compressione dei diritti e la messa sul mercato dell’intera vita delle persone. La battaglia per l’acqua, nata nei territori, è riuscita nel tempo a divenire maggioranza culturale nel paese e ad irrompere nell’agenda politica. Oggi diventa concreta la possibilità di vincere e di invertire la rotta. Ciascuno faccia la sua parte, i piedi nel presente e il cuore nel futuro.

 
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volantino

Post n°12 pubblicato il 04 Febbraio 2011 da fdsbinaschino
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IL GOVERNO DELLE PROMESSE
ASSENTE SUI PROBLEMI REALI.

....QUESTA L'ITALIA CHE VOGLIAMO CAMBIARE....


    
Un governo totalmente incapace di governare e di comprendere i problemi reali che affrontano le persone e l'italia in generale. Non si parla di altro che promuovere leggi fatte su misura per il presidente del consiglio Silvio Berlusconi per scampare ai processi che non vorrebbe affrontare. Un governo che non sà far altro che tagliare sulla cultura, la scuola, i servizi. Un governo che appoggia i ricatti di Marchionne che cerca di eliminare i diritti dei lavoratori conquistati nel corso di decenni di lotte. Un governo che punta ad eliminare le voci di dissenso dai programmi tv non in linea ai giornali liberi ai giornalisti scomodi e che reprime i movimenti che in questi anni hanno manifestato la loro contrarietà e che hanno proposto alternative, dalle lotte degli studenti e ricercatori agli operai della fiat, dagli operai che lottano per non perdere il posto di lavoro ai lavoratori precari, dagli immigrati truffati per il permesso di soggiorno a quelli detenuti nei cpt lager, dai terremotati dell'aquila ai comitati contro gli inceneritori, le discariche, i no tav, i no ponte e moltissime altre realtà che hanno manifestato il loro dissenso prontamente innascoltati e repressi, l'unica risposta di cui è capace questo non governo.

SIAMO STANCHI CHE LA POLITICA SI OCCUPI SOLAMENTE DEGLI INTERESSI PERSONALI DI POLITICI E AMICI IMPRENDITORI.
SIAMO STANCHI DI SENTIRE PARLARE SOLAMENTE DEI PERIODICI SCANDALI CHE COINVOLGONO LA POLITICA E CHE DEVIANO L'ATTENZIONE DELLE PERSONE DAGLI ENORMI PROBLEMI CHE HA L'ITALIA.
SIAMO STANCHI DI QUESTI PERSONAGGI CHE DA DECENNI FANNO I LORO SPORCHI AFFARI SULLE NOSTRE SPALLE.
SIAMO STANCHI DELL'IGNORANZA E DEL RAZZISMO DELLA LEGA NORD.

MANDIAMOLI TUTTI A CASA!!!


I compagni e le compagne del circolo Federazione Della Sinistra di Binasco/Lacchiarella/Casarile

 

RIUNIONE DEL CIRCOLO OGNI PRIMO E TERZO VENERDI DEL MESE
PRESSO IL CENTRO CIVICO DI CASARILE VIA CARDUCCI
ORE 21.10

CONTATTI:
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Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 04 Febbraio 2011 da fdsbinaschino
Foto di fdsbinaschino

ASSEMBLEA

QUESTA SERA VENERDI 4 FEBBRAIO 2011

h. 21.00 CENTRO CIVICO CASARILE

Si discuterà del nuovo tesseramento e di nuove iniziative

SALUTI COMUNISTI

 

 
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FEDERALISMO NO GRAZIE

Post n°9 pubblicato il 04 Febbraio 2011 da fdsbinaschino

 

ROMA - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in cui rileva ''che non sussistono le condizioni per procedere alla richiesta emanazione'' del decreto legislativo sul federalismo. Pertanto, il Capo dello Stato ha comunicato al Presidente del Consiglio di non poter ricevere, a garanzia della legittimità di un provvedimento di così grande rilevanza, il decreto approvato ieri dal Governo.

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano - si legge nella nota del Quirinale - in relazione al preannunciato invio, ai fini della emanazione ai sensi dell'articolo 87 della Costituzione, del testo del decreto legislativo in materia di federalismo fiscale municipale, approvato definitivamente dal Consiglio dei Ministri nella seduta di ieri sera, come risulta dal relativo comunicato, ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in cui rileva che non sussistono le condizioni per procedere alla richiesta emanazione, non essendosi con tutta evidenza perfezionato il procedimento per l'esercizio della delega previsto dai commi 3 e 4 dall'art. 2 della legge n. 42 del 2009 che sanciscono l'obbligo di rendere comunicazioni alle Camere prima di una possibile approvazione definitiva del decreto in difformità dagli orientamenti parlamentari. Pertanto - conclude il Colle - il Capo dello Stato ha comunicato al Presidente del Consiglio di non poter ricevere, a garanzia della legittimità di un provvedimento di così grande rilevanza, il decreto approvato ieri dal Governo.

BOSSI A NAPOLITANO,RIFERIREMO A CAMERE SU FEDERALISMO - Si è svolta poco fa una lunga e cordiale telefonata tra il Ministro per le Riforme per il Federalismo Umberto Bossi e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il Ministro Bossi - si legge in una nota- ha preso il duplice impegno di andarlo a trovare al Quirinale, la prossima settimana e, come preannunciato dal Ministro Calderoli, in conferenza stampa, si recheranno nelle aule parlamentari a dare comunicazioni sul decreto sul federalismo fiscale municipale.

 

 
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APPROVATO IL REFERENDUM LEGITTIMO IMPEDIMENTO

Post n°8 pubblicato il 04 Febbraio 2011 da fdsbinaschino
Foto di fdsbinaschino

 

Una vittoria dell’Italia dei Valori, una vittoria per tutti i cittadini che si riappropriano del potere decisionale su una questione fondamentale per la democrazia: la giustizia. Il referendum sul legittimo impedimento si farà e gli italiani potranno decidere se mantenere una norma ingiusta e parziale oppure restituire il vero significato al principio costituzionale “la legge è uguale per tutti”. “La Corte di Cassazione ha ammesso il  referendum sul legittimo impedimento”, ha annunciato Antonio Di Pietro, spiegando che “questa mattina la Suprema Corte ha accolto l'istanza con cui abbiamo chiesto di riformulare il testo del quesito referendario, alla luce della sentenza della Consulta che lo aveva dichiarato parzialmente incostituzionale". Il leader dell’Italia dei Valori ha espresso grande soddisfazione” perché “siamo riusciti a dare la parola ai cittadini: saranno loro a bocciare la vergognosa norma che va contro il principio di ‘tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge’”.Agli elettori sarà proposto il seguente quesito (n.6): "Volete voi che siano abrogati l'articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonchè l'articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante 'disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza'?".

Lo scorso 12 gennaio, la Corte Costituzionale aveva ammesso il referendum dell’Italia dei Valori per l’abrogazione  della norma sul legittimo impedimento, confezionata ad hoc per mettere al riparo il premier Berlusconi dalla ripresa dei tre processi a suo carico (Mills, Mediaset e Mediatrade). Il quesito per abolire la legge n.51 del 7 aprile del 2010 aveva ottenuto il miglior risultato rispetto a tutti gli altri referendum proposti (acqua e nucleare), firmato da 800mila persone.

Ora, però, ammettendo il  referendum, la Suprema Corte ha riposto nelle mani dei cittadini l’onere di porre fine a questa gestione personalistica dello Stato e della giustizia. La prossima primavera, votando SI all’abrogazione dell’ennesima legge ad personam del nostro premier, ogni cittadino potrà contribuire a spianare la strada di Berlusconi verso il tribunale che dovrà giudicarlo.   

 

 
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Paolo Ferrero: Vent’anni fa, Rifondazione comunista

Post n°7 pubblicato il 04 Febbraio 2011 da fdsbinaschino

Vent’anni fa, domenica 3 febbraio 1991, una novantina di delegati abbandonarono la sala del XX congresso del Pci, che si teneva a Rimini, per non partecipare allo scioglimento del Pci e alla nascita Pds. 
Immediatamente convocarono una conferenza stampa in cui Sergio Garavini, Armando Cossutta, Lucio Libertini, Ersilia Salvato e Rino Serri annunciarono la decisione di dar vita ad una formazione comunista. 
I cinque, insieme a Guido Cappelloni e Bianca Bracci Torsi, si recarono quindi dal notaio per registrare il simbolo del Pci, segnalando anche sul piano legale la volontà di proseguire l’impegno politico in quanto comunisti e comuniste. 
Una settimana dopo, al teatro Brancaccio di Roma, migliaia di compagni e compagne parteciparono alla prima assemblea di massa di quello che divenne il Movimento per la Rifondazione Comunista. Al Brancaccio venne esposta una enorme bandiera rossa, realizzata cucendo insieme centinaia e centinaia di bandiere e costruendo così, da basso, la più grande bandiera rossa mai realizzata. 
Credo che oggi a quegli uomini e a quelle donne che hanno dato vita a Rifondazione comunista debba andare il nostro ringraziamento. Innanzitutto per il coraggio di andare controcorrente in una fase in cui, dopo la caduta del muro di Berlino, il capitalismo sembrava aver vinto la partita definitiva. Erano gli anni in cui Fukujama proclamava la “fine della storia” e in cui il capitalismo veniva presentato, prima ancora che invincibile, come un dato naturale. Se l’anticapitalismo non è stato soffocato in Italia è stato anche grazie a quella scelta. 
Penso che il nostro ringraziamento vada espresso anche per il nome scelto: Rifondazione comunista. Tanti erano i nomi possibili e forti erano le spinte a caratterizzare una nuova formazione comunista semplicemente come la prosecuzione dell’esperienza precedente. Nella scelta del nome vi fu invece una precisa scelta politica che riteniamo valida ancor oggi. Comunista, perché siamo comunisti e comuniste che si battono per una società di liberi e di eguali che si può realizzare solo superando il capitalismo. Rifondazione, perché consapevoli che nella sua storia il movimento comunista ha compiuto molti errori ed in particolare che le esperienze del socialismo reale sono fallite, dando vita a regimi che contraddicevano radicalmente gli ideali comunisti. 
Non quindi semplicemente la ricostruzione di un partito comunista, ma Rifondazione comunista nella consapevolezza che i due termini si qualificano a vicenda, e che solo una rifondazione teorica e pratica del comunismo avrebbe potuto porsi efficacemente l’obiettivo di superare “sul serio” il capitalismo. In questo senso rifondazione comunista non ha dato vita solo ad un partito ma ha esplicitato una indicazione generale, chiara, sulla necessità della rifondazione del comunismo. 
Accanto ai primi soci fondatori molti e molte altre si aggiunsero nei mesi successivi e Rifondazione divenne un crogiuolo in cui diversi spezzoni ed esperienze politiche della sinistra di classe e comunista confluirono. La costruzione del Movimento prima e del Partito poi, fu una grande esperienze di dialogo e riconoscimento che riguardò in primo luogo decine e decine di migliaia di militanti che provenendo da storie diverse impararono a dialogare, a confrontarsi, a cercare collettivamente nuove strade. 
Questo elemento della partecipazione dal basso è un elemento caratterizzante non solo la nascita, ma tutta l’esperienza di Rifondazione. Nel bene e nel male rifondazione non è stato solo un fenomeno politico ma è stata una esperienza di popolo, uno spazio pubblico, si direbbe oggi. Lo voglio ricordare perché la storia di Rifondazione rappresenta l’esemplificazione di uno degli slogan che il movimento si dette sin dall’inizio: liberamente comunisti. Credo che in nessun partito italiano gli iscritti, la cosiddetta base, abbia contato quanto ha contato in Rifondazione. In tutti i momenti di scelta e di scontro – e non sono stati pochi – alla fine ha sempre prevalso l’orientamento dei compagni e delle compagne iscritte anche sulle prese di posizione dei massimi dirigenti. Se vogliamo ricercare una conferma che il termine rifondazione è stato preso sul serio, lo possiamo trovare proprio in questo, nel non identificare il partito con i suoi gruppi dirigenti e nel mettere al centro della vita del partito la partecipazione. 
Oggi, a distanza di vent’anni, vedendo come sono finiti il Pds e poi i Ds e poi il Pd, si può apprezzare fino in fondo la giustezza della scelta dei fondatori di Rifondazione. La cui ragione di esistenza non sta però solo nel fallimento delle esperienze politiche nate dallo scioglimento del Pci o nel nostro essere soggettivamente comunisti e comuniste. La ragione di fondo della nostra esistenza la troviamo al di fuori di noi e precisamente nella crisi capitalistica che è li a ricordarci come questo non sia il migliore dei mondi possibili. Il fondamento ultimo della nostra esistenza sta proprio li, nell’incapacità strutturale del capitalismo di dare una risposta ai bisogni dell’umanità e alla coniugazione del vivere civile con la limitatezza delle risorse del pianeta su cui viviamo. La drammatica alternativa tra socialismo e barbarie che si ripresenta oggi, ci dice di come l’esigenza del superamento del capitalismo sia più urgente che mai. Per questo noi, uomini e donne liberamente comunisti, vogliamo proseguire lungo il cammino intrapreso. 

Liberazione 3,02-20011

 
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REFERENDUM ACQUA PUBBLICA

Post n°6 pubblicato il 03 Febbraio 2011 da fdsbinaschino

 

Care Compagne Cari Compagni

il volantino iniziativa campagna referendariaper l’acqua pubblica che si terrà 

SABATO 5 FEBBRAIO alle ore20.30 al PIME in via Mose Bianchi 94 a Milano

 C i sarà una serata di festa e spettacolo per segnare l'avvio della campagna referendaria per l'acqua pubblica.

 Lo spettacolo è organizzato dal Comitato refrendario Milano e Provincia "2 SI PER L'ACQUA BENE COMUNE" in cui si stanno raccogliendo associazioni, comitati e cittadini che aderiscono al Si' sul nostro territorio.

 

   

 
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ASSEMBLEA

Post n°5 pubblicato il 02 Febbraio 2011 da fdsbinaschino
Foto di fdsbinaschino

ASSEMBLEA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA del BINASCHINO

VENERDI 4 FEBBRAIO 2011

h. 21.00 CENTRO CIVICO CASARILE

Si discuterà del nuovo tesseramento e di nuove iniziative

SALUTI COMUNISTI

 

 
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COMITATO POLITICO FEDERALE

Post n°4 pubblicato il 02 Febbraio 2011 da fdsbinaschino


Care Compagne    Cari Compagni

 Giovedì 3 Febbraio alle ore 18.30 in federazione entrata via Vallarsa 2 alle ore 18.30

è convocato IL COMITATO POLITICO FEDERALE  con il seguente ordine del giorno:

 -          Situazione politica dopo la manifestazione del 16 Ottobre, Mirafiori, il “Ruby gate” e le loro ripercussioni nella società, nella politica e nelle rappresentanze di interessi

-          Percorso elettorale/programmatico e ruolo della FdS nella coalizione che sostiene Pisapia e nella città, iniziative per il prossimo periodo

-          Discussione su profilo/taglio/tipologia delle iniziative /budget della campagna elettorale

-          Varie ed eventuali 

Il Segretario Provinciale            La Presidente CPF                                        Antonello Patta                                    Giovanna Capelli

 

 
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SCIOPERO GENERALE 28 GENNAIO 2010 ORE 9.30 PORTA VENEZIA MILANO

Post n°3 pubblicato il 27 Gennaio 2011 da fdsbinaschino

 

 

VENERDI 28 GENNAIO

SCIOPERO GENERALE

ORE 9.30 PORTA VENEZIA MILANO

 

 

IL CIRCOLO FDS DI BINASCO,CASARILE E LACCHIARELLA PARTECIPA ALLO SCIOPERO GENERALE DI DOMANI

 
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RIFONDAZIONE ELEZIONI 2013

assemblea circolo

ASSEMBLEA DEL CIRCOLO

DI BINASCO/CASARILE/LACCHIARELLA

OGNI PRIMO E TERZO VENERDI DEL MESE

PRESSO IL CENTRO CIVICO DI CASARILE

VIA CARDUCCI

INIZIO ASSEMBLEA ORE 21.10

PER INFORMAZIONI:

EMAIL: fdsbinaschino@libero.it

TELEFONO: 3333535860 (andrea)

 

 

VI CONSIGLIAMO QUESTO LIBRO

SCRITTO DAL COMPAGNO GINO

UN LIBRO MOLTO COINVOLGENTE E SCORREVOLE OTTIMO DIREI

I COMPAGNI DEL CIRCOLO

 

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