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I senzafissadimora candidano un clochard alla carica di sindaco di Foggia
Foggia governata da un senzatetto, da un povero, da un barbone.
Che idea. E se fosse vero? Se accadesse sul serio? Curioso, ma cosa accadrebbe, come cambierebbe il volto di un’intera città? Semplice: i diritti più elementari dei senzafissadimora vengono garantiti e sostenuti, la città vede nascere il primo dormitorio pubblico, nei quartieri spuntano come funghi bagni pubblici da utilizzare in caso di bisogno, la “Via per i poveri” viene finalmente pubblicizzata dal Comune e si ottengono i primi reali benefici, le mense che garantiscono da mangiare ai più indigenti vengono potenziate a spese dell’Amministrazione Comunale, viene istituito un Centro Diurno per favorire l’integrazione sociale e lavorativa dei senza dimora, i migranti hanno un loro rappresentante nel Consiglio Comunale e soprattutto assessori e consiglieri si riducono le indennità per finanziare borse lavoro destinate ai cosiddetti soggetti svantaggiati.
Sogno, abuso di nutella, vaneggiamenti? Chissà. Intanto, i senzafissadimora di Foggia presentano per la prima volta un loro candidato alla poltrona di sindaco, una loro guida verso lo scranno più alto di Palazzo di Città. Si tratta di Antonio Barbone, clochard da una vita, che ha deciso di alzare la voce e di far sentire tutte le problematiche che ogni giorno i suoi compagni vivono di strada sulla propria pelle. Ed Antonio Barbone ha stilato un suo programma, piccolo e contenuto, in cui ha segnato tutti gli interventi che un bravo primo cittadino dovrebbe mettere in campo per facilitare la vita di quanti dormono per strada, nei vagoni abbandonati, sotto i porticati, sulle panchine pubbliche. E farebbero bene Enrico Santaniello, Rosa Schena, Gianni Mongelli, Paolo Agostinacchio, Giuseppe Martorana, Lucia Lambresa, Mauro Pagano, Giuseppe Trecca, Gaetano De Perna, Carmine Belmonte (Gesù, ma quanti sono?) a segnarsi il suo nome ed a tenerlo bene a mente. Perché Antonio Barbone non scherza affatto. Ha le idee ben chiare. Anche se la sua è una candidatura fittizia, fantasma, quasi inventata. Perché la legge italiana è piuttosto cinica e prevede che un senzafissadimora privo di identità e di residenza anagrafica non esiste. Non conta. Non vale una promessa elettorale. Anche se ha un nome e respira e pensa e mangia e sogna. Per questo, come redazione di FogliodiVia, Fratelli della Stazione e Avvocati di Strada abbiamo spinto molto per far deliberare la “Via per i poveri”, la strada fittizia (come il sindaco povero che si candida) che restituisce i diritti ai senzatetto: diritto al voto, all’assistenza sanitaria, al sussidio. E soprattutto, per questo come redazione di FogliodiVia abbiamo pensato di stringere nell’immaginario e sognante Antonio Barbone i tanti pensieri che ogni sera ci sussurrano i poveri che incontriamo alle panchine.
Per seguire la campagna elettorale http://antoniobarbonesindaco.blogspot.com/
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