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Il Duello
Con forza attenagliaron le spade
L’arma cingean con le mani assieme
Poscia che al duellar la sfida avean già tratta
E il metallo forgiato essi facen sonare
Eran d’onore e rispetto volean
Muti senz’odio e reverenti ai re
Colpi brandivan dalla destra e manca
Presto speravan di chiuder la falla
L’ora tardava e il duellar fiaccava
Il sudor vestiva il sangue a schizzi
Che copioso sembrava uscir da nari e pori
Che l’armi prodotto avean sì taglienti e acuti.
Maestri d’arme , ricchi vassalli o cavalieri
Che giammai vider fatica sì profonda e dura
E l’altrui dolor mai consideraro
Incrociaron lo sguardo ma le spade il cuoio .
(si uccisero a vicenda)
Contesa atta a risolvere,con armi e modalità convenute,i conflitti di interesse e di onore.
In Letteratura tanti gli autori che si sono addentrati in queste guerre individuali.
Oggi La cavalleria non va intesa nel significato antico della parola. La borghesia ormai haesautorato l’aristocrazia. Essa ha sostituito alla forza la fortezza; al coraggio militare quello civile; alla spada l’idea. L’aristocrazia debellata si è rifatta dalla sconfitta, regalando ai nuovi arrivati i ferri vecchi; e mentre il borghese irride i titoli nobiliari, si affanna dietro ad una miserabile croce di cavaliere e sfida a singolar tenzone e,quando può, uccide chiunque gli ostacoli la via del piacere,della ricchezza,o della vanità.
Siamo giunti al punto oggi , che un calzolaio se fa delle buone scarpe, vuol essere creato cavaliere,onde gli sia lecito,quando occorre,di sfidare e uccidere in combattimento singolare colui che non trovò le scarpe di suo gradimento.
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