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Prologo (suggestioni a tempera)

Post n°57 pubblicato il 19 Agosto 2014 da korov_ev

Dimmi, grande guerriero, dov’è il tuo nemico?
L’unica voce; la domanda cui egli non sapeva rispondere.
Le notti erano tormentate e i giorni sembravano svanire all’ombra delle battaglie. Uno ad uno gli avversari cadevano sotto i fendenti; le loro grida, le invocazioni, le preghiere dissolte nell’aria: nulla piegava l’animo santo, eppure, di smarrimento lo riempiva, quella voce.
Nessuna forza pareggiava la sua forza, nessuna destrezza la sua destrezza, e non v’era coraggio più grande del suo in tutto l’impero; solo quella domanda, ad ogni sbocciar di luna, tornava a render vana la fatica:
Dimmi, grande guerriero, dov’è il tuo nemico?
Ad ogni sbocciar di luna.
Ma un’altra Luna, vi era, che non tramontava al sorgere del sole; un’altra Luna in terra di Libia, e un lago ai suoi confini nel quale essa specchiava i suoi palazzi e le vie e le lanterne. E al di sotto di ciò che si vede,  nelle profondità liquide, ancora un regno, dimora dormiente del re dragone.
Destato da un sonno millenario egli non seppe dire se sua nemica fosse la città di pietre e ori o quella, non meno minacciosa, fatta di colori densi e ondeggianti che giorno e notte stava adagiata sul pelo dell’acqua, ma certo era che al cancellare dell’una, piano svaniva anche l’altra.
Cavalieri intrepidi e avidi mercenari profanarono la sponda sabbiosa soglia si quel regno e mai nessuno fece ritorno. Senza pietà il re dragone avvelenava le anime, smembrava i corpi. Cancellava ogni riflesso.
Tutti gli abitanti, avrebbe divorato e la fine dei secoli atteso, finché i secoli non avessero abbattuto ogni pietra di Selem, luna del deserto.
Quindi, allorché l’alito bollente di mezzogiorno cedeva alla dolcezza della sera, egli si librava nel cielo, ombra fra le ombre, e improvviso il freddo di una notte senza stella entrava nelle anime ossute degli uomini che udivano il suo grido:
- Con quali guerrieri sfiderai la mia ira, potente Selem, ora che dentro le tue mura non rimangono che pecore e giovinetti?  Le loro carni sazieranno la mia fame, le tue pietre saranno lapidi ai loro corpi putrefatti e il deserto ti ingoierà finché di te non rimarrà che sabbia!
Allora dalla superficie liscia dell’acqua una voce si levava placida frusciando nell’aria fresca fin sotto le sue ali:
Dimmi, grande guerriero, dov’è il tuo nemico?

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Commenti al Post:
RendezVous_Rendy
RendezVous_Rendy il 21/08/14 alle 17:23 via WEB
Il più grande nemico è dentro non fuori.
 
 
korov_ev
korov_ev il 22/08/14 alle 12:35 via WEB
Il nemico più grande è dentro: una risposta quasi banale che spalanca le porte su un baratro buio antico come l’uomo e forse di più
La risposta è esatta, sì, madame. Però sa, a volte più che la destinazione conta il viaggio :-)
Vede, questo post è il prologo ad una "suggestione" che mi si è infilata in testa nel contemplare un ciclo di tre tavole a tempera del Carpaccio che dal prossimo post accompagneranno le mie parole: spero ne vorrà gradire :-)
Buon finesettimana, madame Rendy
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 26/08/14 alle 21:42 via WEB
…E così, il re dragone avvelenava le anime, smembrava i corpi… il freddo delle notti senza stelle entrava nelle anime ossute degli uomini, e poi dalla superficie liscia dell’acqua una voce si levava placida frusciando nell’aria fresca fin sotto le sue ali a chiedere dove o chi fosse il nemico, a quel guerriero dipinto nella sua mente Korov-ev… ma ad ogni sbocciar di luna che non tramonta al sorgere del sole, le sue suggestioni a tempera hanno profondità più liquide, nel regno dormiente del re dragone, di quanto non abbiano le immagini trecentesche delle pennellate pseudo veneziane. I suoi palazzi, Korov_ev, con le vie e le lanterne, le città di pietre e di ori, di colori densi e ondeggianti, si appoggiano sullo stesso filo prospettico che le tele del Carpaccio scelgono come appoggio per quadri senza primo piano narrativo; ma i suoi personaggi scritti sono tratteggiati di una vernice di smalto trasparente infinitamente più vivo e intimo delle figure del pittore. La luce dal ritmo teatrale foscamente dettagliata dalla patina di una polvere medievale delle tele che l’hanno incantato, è un pulviscolo spento; la magia del suo racconto, invece, evoca elementi eterei, perché non svelati; ma più vicini e palpitanti, e che ci promettono di raccontarsi e di svelare i loro segreti solo annunciati. La loro è una lontananza apparente, più sanguigna e accogliente per chi li legge, del movimento inaccessibile e imperturbato dei personaggi dipinti. Della pittura dell’artista ha riportato la cura nei dettagli precisi, ma la sua concretezza e il suo paradossale verismo onirico, Korov_ev, sono tempere che spaziano ben oltre gli entroterra sabbiosi dei minuziosi maestri del medioevo.
 
 
korov_ev
korov_ev il 28/08/14 alle 16:55 via WEB
Madame, lei mi lusinga. E poi, detto come lo dice lei sembra vero! Cioè, imparando un po’ di esquimese lei riuscirebbe a vendere ghiaccioli al Polo Nord, mi creda! :-)
Scherzi a parte grazie per l’apprezzamento, anche se il merito non è solo mio: il personaggio di san Giorgio fa sempre la sua porca figura.
Vede, madame Psike, quando si pensa a san Giorgio si pensa inevitabilmente al drago, come se fossero un tutt’uno, ma raramente ci si sofferma a dare un senso a questa simbiosi. Ecco, la mia visione parte proprio da qui, da questa identità cui Jacopo da Varazze condanna san Giorgio nel momento in cui scrive la sua “Legenda Aurea”.
Tutti i santi vivono una lotta, un travaglio interiore, però esso resta chiuso nei loro scritti quando non esclusivamente nei loro cuori. San Giorgio, invece, porta questa lotta sul piano fisico dello scontro. E chi è il dragone, se non la parte umana del santo che lotta per non soccombere allo spirito
Tutto è partito da questa considerazione banale, e adesso coloro che mi leggono ne pagano le conseguenze :-)
 
Dotta.Ignoranza
Dotta.Ignoranza il 30/08/14 alle 12:32 via WEB
il nemico? "tutte" quelle paure che nascono della propria ignoranza.
 
 
korov_ev
korov_ev il 01/09/14 alle 16:01 via WEB
Sì, è vero, madame, le paure generate dall’ignoranza sono senza dubbio acerrime nemiche dell’uomo, ma vi si può sempre porre rimedio. O almeno ci si può provare. Cosa molto più ardua da fare quando invece, all’ignoranza, si sostituisce la convinzione di possedere la verità.
 
   
Dotta.Ignoranza
Dotta.Ignoranza il 02/09/14 alle 14:04 via WEB
Accidenti!se si sostuisce alla convinzione di possedere la verità, è la fine! :-)) Il problema è che: noto sempre più spesso che ad avere questa convinzione sono in tanti quindi tocca restare "ignoranti" e felici.;-)) o no??
 
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