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Post n°85 pubblicato il 07 Agosto 2018 da korov_ev
Se per baciarti dovessi poi andare all’inferno, lo farei. Così potrò poi vantarmi con i diavoli di aver visto il paradiso senza mai entrarci. Amor, ch'a nullo amato amar perdona, Hai appena compiuto ottantadue anni e ti amo più che mai. Porto in me un vuoto divorante che solo il tuo corpo stretto contro il mio riempie. Il suo seme bevuto dalle mie labbra era la comunione con la terra (...) E non credevamo più in Dio perché eravamo felici E come queste tante altre a dichiarare l'amore tra un uomo e una donna. Tutte belle: una dichiarazione d'amore è sempre bella. Ma al di là della dolcezza, della sfacciataggine, dell'erotismo, della poesia e di qualunque altra cosa ogni parola d'amore porti con sé, la dichiarazione d'amore che più ha colpito il mio cuore l'ho trovata una sera d'autunno sulle labbra di una donna dimessa e bellissima ai bordi di una zona industriale di un'improbabile città. - Mi hanno licenziato. Come faremo ad andare avanti Quel giorno di fronte al prete aveva fatto anche lei la stessa promessa.
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Riguardo la frase di Gorz, hem... non so se lei ha letto quel libro, madame, ma a parte quella frase, che si ritrova all'inizio e alla fine del libro in una forma e in un contesto diversi da quello proposto da me, tutto ciò che c'è in mezzo non è altro che una enorme lamentatio su quanto egli, ora che la sua compagna sta morendo, si renda conto di essere stato egoista nei confronti di lei e del loro rapporto, e così scrivendo trasforma quella che sarebbe stata una splendida dichiarazione d'amore, in un interminabile elenco di "perdonami per...". E, paradossalmente, questo sposta ancora una volta l'attenzione su di lui (anche se in negativo) anziché lasciare che il lettore conosca la donna cui sono dirette quelle parole.
Pensi che io avrei racchiuso tutto il libro nella prima frase Frase modificata da me per il semplice fatto che volevo che chi avesse letto il post non risentisse dell'atmosfera di "pentimento" che, purtroppo, anche quelle poche parole bellissime si portano dietro.
Le riporto l'originale completa qui sotto giusto a titolo di curiosità:
"Hai appena compiuto ottantadue anni. Sei sempre bella, elegante e desiderabile. Sono cinquantotto anni che viviamo insieme e ti amo più che mai. Recentemente mi sono innamorato di te un'altra volta e porto di nuovo in me un vuoto divorante che solo il tuo corpo stretto contro il mio riempie."
Ben trovato, anche a te, Wood, e grazie della visita.
Le auguro di cuore una buona serata.
Mmh... Dio una donna? Be' quanto meno questo spiegherebbe perché non ha una moglie. :-)
Quello che invece volevo fare, scrivendo quel post, era cercare di spiegare qualcosa che a volte mi succede quando scrivo e che non so se sia mai capitato anche a lei: ci sono volte nelle quali scrivendo vorrei rendere più magro il testo asciugare più parole possibile e quando ci riesco mi rendo conto che il senso di quello che ho scritto è chiarissimo, ma soltanto a me. Allora ricomincia a ficcare un avverbio qui, un aggettivo di là, finché il discorso non torna ad essere comprensibile, però, in quel momento ormai andato nel quale il senso mi era chiaro e le parole tanto poche, sentivo che se avessi allungato una mano sarei quasi riuscito a afferrare quella parola che avrebbe spiegato tutto; una sola parola per il tutto.
purtroppo quella parola è sempre rimasta un po' più in là della punta delle mie dita, madame, mentre io mi ritrovo lì in silenzio ad ascoltare il suo suono senza saperla pronunciare.
Un po' come per l'Aleph di Borges da cui prende il titolo il post.