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Ivan

Post n°103 pubblicato il 05 Giugno 2019 da korov_ev

 

La musica che si ascoltava in casa quando io ero bambino era quella dei cantautori "impegnati" di sinistra; era usuale sentir risuonare in quelle stanze le note e i versi de "La locomotiva" o le parole di "Socialdemocrazia" piuttosto che quella della "Canzone del maggio".
Quella era la musica che accompagnava lo scorrere lento di vite trascorse all'ombra di generazioni solo sopravvissute e mai vissute: non me ne sarei potuto sottrarre nemmeno se avessi voluto.
Ad un certo punto, però, tra tutta quella poesia che chiamava agli ideali di giustizia e uguaglianza, cominciai a distinguere il senso delle strofe dalle bocche che le pronunciavano.
Cominciai a percepire gli autori di quelle canzoni come superbi fabbricanti di parole, eccellenti acrobati della rivoluzione, ma nulla più.
Pur mantenendo intatta tutta la loro bellezza, parole fatte per essere "mezzo" diventavano "fine" o, peggio, fine a se stesse.
Uno dei pochissimi cantautori a non aver mai fatto parte di questa mia innocente "lista nera" fu, ed è tutt'oggi, Ivan Graziani.
Capisco che per molti egli potesse essere un cantautore "minore". Le sue canzoni quasi senza metro, senza rime; le melodie fuori dal comune, e poi quelle storie così piccole, quasi stupide, di fronte al "risveglio" delle masse e all'avanzare dell'enorme nuova coscienza popolare..: sì, lo capisco, che per molti potesse essere un cantautore minore, ma per me non fu e non è così.
Le sue canzoni sembravano raccontarmi quello che io ero, quello che provavo e vivevo di giorno in giorno.
E poi vita, morte, amore, giustizia, libertà: i massimi sistemi si specchiavano nelle sue storie piccole di provincia e sembravano quasi chinare il capo, cedendo la loro solennità alla semplicità di quegli stralci di vita quotidiana. Del resto che cos'è un deserto se non una moltitudine di granelli; e cos'altro l'eternità, se non il susseguirsi di piccoli istanti che non possono che rivolgersi all'indentro per trovare il loro infinito nell'infinitamente piccolo (?).
Così nelle sue canzoni la Storia diventava tante storie. Storie minuscole, a volte banali, altre tristi o allegre o severe, ma sempre "vere"; vere come vero ho sempre sentito lui.
Mi è accaduto di incontrarlo, un paio di volte, tanti anni fa.  Un bar anonimo lungo una strada anonima, una delle tante che tagliano le valli strette dell'Appennino marchigiano: aprire la porta e trovarlo lì, uno tra tanti. Sulle sue labbra la stessa amichevole confidenza dei "miei"vecchi, quelli che riempiono i bar di paese nei dopopranzo d'agosto; quella confidenza che non si nega a nessuno, nemmeno agli sconosciuti capitati lì per caso.
Ancora oggi, a cinquant'anni, anzi, cinquantuno, mi capita di ricordare cose mai viste eppure vissute, vissute attraverso quelle favole in musica narrate dalla sua voce strana e inusuale; ancora oggi il saltellare nervoso di un corvo mi trasporta nei vicoli e su per le scale ritorte di Anghiari e vecchie ville abbandonate avvolte dalla vegetazione mi raccontano di belle signore bionde prigioniere negli specchi delle loro voglie e della loro età, mentre, la sera, ligi e timorati Jekyll si trasformano in tanti Hyde in attesa lungo autostrade telematiche e Radio Londra annuncia a tutti che la guerra è finita, è finita davvero, per i vivi e per i morti.
Mi piace andare su e giù per certi ricordi, adesso, però, devo lasciarvi.  È tardi e la luna luccica sul dorso dei delfini al largo. Dal ponte di questo cargo vedo, lontano tra i flutti, il capitano Nemo apparire, ma la gente continua a dirmi che sono strano, più che strano, perché non c'è niente sul mare. Né delfini né capitani, e nemmeno preti neri che giocano a scivolarello o ville bianche sopite tra i rami dei ciliegi.
Non c'è niente, proprio niente, sul mare, neanche quella volpe bianca che fugge libera su tre zampe nella neve di aprile.
La gente dice che sono strano, ma io ho imparato a sorriderne; l'ho imparato da tanto e un po' mi dispiace per i loro occhi dalle cataratte imbiancate e per le loro vite ad alta quota. Mi dispiace perché non immaginano nemmeno come sia, una vita come la mia, lungo  la quale non è un delitto avere fantasia, sognare un po', andare via.


 

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Commenti al Post:
lacey_munro
lacey_munro il 06/06/19 alle 13:49 via WEB
SOGNARE UN PO', ANDARE VIA. Comprendo benissimo... https://youtu.be/NrgAKj0VVp0
 
 
korov_ev
korov_ev il 07/06/19 alle 00:43 via WEB
Ferretti lo ricordo dai tempi dei CCCP e anche se non mai apprezzato particolarmente il Punk l'ho sempre reputato una persona davvero particolare. Mi ha sempre dato l'impressione che quel "fedeli alla linea" lo rispecchiasse fino in fondo. E anche oggi, nel sentirlo parlare, ho la stessa identica impressone: fedele alla sua linea.
Ciao, Gio' :-)
 
   
lacey_munro
lacey_munro il 08/06/19 alle 11:34 via WEB
No lo amo particolarmente. Ma pensavo fosse importante sentire tutte le campane :) Alcune cose che dice non sono poi così imbarazzanti... Tutt'altro. Si percepisce, in ogni caso, un animo tormentato... Ciao_EV e Grazie Joe
 
     
korov_ev
korov_ev il 09/06/19 alle 10:52 via WEB
E hai pensato bene, Gio', ogni punto di vista è importante. E neppure io trovo imbarazzante ciò che Ferretti dice, anzi :-)
Grazie a te per l'apporto, Gio'.
Alla prossima.
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 08/06/19 alle 19:52 via WEB
Posso dirti solo una cosa: Mi piacciono le persone che dicono che devono andare perché vedono la luna riflessa sul dorso dei delfini al largo, tra i flutti, ed aspettano il capitano Nemo per partire e non la trovo strana solo perché non c'è niente sul mare. Né delfini né capitani. La trovo bella, se belle sono le cose che racconta, invisibili o visibili che siano. E le ville bianche sopite fra i rami dei ciliegi, una volpe che fugge sulla neve di aprile, immaginate o già accadute, per me sono bellissime realtà.
 
 
korov_ev
korov_ev il 09/06/19 alle 10:53 via WEB
E ce lo so, streghetta, ce lo so... del resto il tuo pusher è lo stesso mio :-)))
 
woodenship
woodenship il 09/06/19 alle 15:26 via WEB
https://youtu.be/Qk8LEFruxc0 Uno spaccato d'animo vasto come un universo che, interiormente, si apre avvolgente ed emozionante di vecchio e di nuovo abbandono...Ho conosciuto Graziani in un tempo in cui non amavo molto il cantautorato italico, così proiettato verso altri mondi: la mia orbita di cometa mi portava assai più lontano.Però Graziani,così ad orecchio mi suonava particolare,non comune.Ma sono quelle cose che oserei definire "generazionali"sul momento,dato che solo più avanti,a bocce ferme,capisci che era anche di te che stava cantando........grazie di cuore per questo scampolo di vita di ieri col quale ritagliarci un abito per l'oggi..........Ciao..........W......
 
 
korov_ev
korov_ev il 16/06/19 alle 00:16 via WEB
Per me non si trattava di amare o non amare il cantautorato italiano, Wood, io ci sono proprio nato dentro :-) e devo dire che ci sono pezzi musicali eccellenti, pezzi che arrivano a toccare le corde più profonde dell'animo umano come nel caso di moltissimi brani di De Andrè, ad esempio, poesia della quale mi sarei comunque innamorato a prima vista.
Poi, crescendo, sono scivolato verso il blues e il rock, ma Graziani è rimasto sempre nel mio cuore. Anche perché se devo proprio dirlo, al di là delle solite canzoni che di lui la maggior parte della gente conosce, Graziani era un rocker d'eccezione, anzi, uno dei pochissimi italiani, a quel tempo, capaci di fare del buon rock d'avanguardia (un esempio ne è l'album "Ivangarage", poco apprezzato e ancor meno conosciuto).
Comunque, al di là di tutto, sì, a volte capita che il tempo porti certe fortunose e piacevoli rivelazioni... succede anche a me molto, molto spesso :-)
Buonanotte, amico mio.
 
FLEURBLUE1
FLEURBLUE1 il 11/06/19 alle 22:38 via WEB
https://youtu.be/x-3JIxlW5mI
 
 
korov_ev
korov_ev il 16/06/19 alle 00:17 via WEB
Ecco, madame Fleur, in questa versione live di "Pigro" viene fuori l'anima più vera di Graziani. Così come lo si vede in quel video l'ho visto io dentro un bar di provincia: ironico, irriverente, amichevole e alla mano come pochi.
Sa, spesso si fa l'errore di identificare il l'artista con la sua opera ed è la cosa più sbagliata, in linea di massima, ma a farlo per lui no ci si sbagliava di molto: l'ho sempre visto "vero".
P.S. Il ritmo della batteria, nel pezzo che lei ha proposto mi fa tornare in mente che uno dei due figli di Graziani, Tommy, è un ottimo batterista.
Va be', così pour parler.
Buonanotte madame, e grazie per il contributo :-)
 
   
FLEURBLUE1
FLEURBLUE1 il 17/06/19 alle 14:38 via WEB
Infatti è il brano che fece più scalpore, conosciuto da chi lo apprezza..... Pour parler... Specifico che i protagonisti di "Pigro" sono: un ladro che tenta di rubare la Gioconda ma che viene beccato dalla polizia ("Monna Lisa"); un artista fallito e inquieto che vive in una provincia descritta come "un'isola di matti perduta nella pioggia" ("Sabbia nel deserto"); una trentenne che, pur avendo rapporti sessuali, preferisce giungere vergine al matrimonio ("Paolina"); un giostraio che finisce per essere ucciso ("Fango", dalle atmosfere scure, cupe); gli intellettuali ipocriti ("Pigro", con il memorabile riff alla chitarra acustica); le band prog che negli anni contemporanei alle lavorazioni di "Pigro" erano soliti frequentare con una certa insistenza i festival musicali dell'epoca; un contadino ubriacone la cui figura rimanda a "Gabriele D'Annunzio" (il brano omonimo); un "bamboccione", come verrebbe definito oggi, succube della madre ("Scappo di casa"). E la copertina dell' Album vinse il premio "Copertina dell'anno". SALUTI monsieur Korov :)
 
     
korov_ev
korov_ev il 19/06/19 alle 19:34 via WEB
Azz!... una vera estimatrice :-)
Sa, madame Blue, anche quelle vite disadattate erano, in qualche modo, uno specchio del mondo che meglio conoscevo fin da bambino. E come quelle, anche tutte le altre storie piccole che Graziani usava raccontare in musica mi erano familiari. Talvolta di una familiarità intima. Anche quelle "fantastiche" che svegliavano la mia immaginazione di bambino.
Quello di cui, con lo sguardo di adulto mi accorgo, è che lui riusciva a rendere, anche al bambino che ero, il senso di concetti molto più grandi di me, e lo faceva nel modo più istintivo, disegnando le sue storie con la china della fantasia, traducendo tutto in una lingua universale, quella delle emozioni.
Grazie per il suo apporto, Madame, e buona serata.
 
     
FLEURBLUE1
FLEURBLUE1 il 20/06/19 alle 09:54 via WEB
Solo Ivan descriveva in questo modo... https://youtu.be/0Cq_Pty6ZjQ
 
     
korov_ev
korov_ev il 25/06/19 alle 23:10 via WEB
Sono molto propenso ad essere d'accordo con lei, madame Blue :-)
Buonanotte.
 
oltreL_aura
oltreL_aura il 25/06/19 alle 09:40 via WEB
Posso Incorniciare questa frase: non è un delitto avere fantasia, sognare un po', andare via come la sintesi e il Valore aggiunto alla nostra vita.

Un saluto
 
 
korov_ev
korov_ev il 25/06/19 alle 23:08 via WEB
Incornicia pure, Laura, è il leitmotiv della mia vita: vuoi che non sia d'accordo con te :-)
Grazie del passaggioe e del contributo.
Abbi una buona notte
 
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