L'altro giorno stavo riordinando vecchi incartamenti e scritti diciamo... vintage, quando, da uno dei tanti quaderno, salta fuori una mia foto di tanti anni fa con dietro scritto "Lago di Soanne, estate 1994". Un po' più sotto, parole in corsivo:
Terra e pietra disegnate dal tempo,
e l'immobile gorgoglio di vite nude
recitate tra favole di battaglie
e sconfitte di marce e scarpe rotte
e ancora:
E’ polvere di acqua e sale,
confine di cielo,
quella linea sottile che non so
e mi accorgo già di amare.
Ora, al di là del fatto che sarebbe carino scrivere qualcosa sulla triste e romantica leggenda del pastorello Andreuccio per la quale quello specchio d'acqua alle mie spalle è conosciuto da queste parti, ciò che mi ha colpito come un pugno allo stomaco, guardando la foto qui sopra, è qualcosa che in gioventù non ho mai realizzato e che ora, purtroppo, non serve più a molto capire, e cioè:
minchia, che bel pischelletto che ero!
E chi cazzo se l'immaginava, allora. Io vedevo solo che le ragazze non mi filavano più di tanto, ma vallo a capire che era per via del fatto che la mia imbranataggine, i miei silenzi timidi e le mie rare parole forse troppo complicate, mi facevano passare per uno che se la tirava (cosa di cui sono venuto a conoscenza solo durante l'ultima cena dei coscritti qualche mese fa per bocca di una mia cara amica d'infanzia).
Se mi guardo da qui dove sono oggi, dall'alto della mia esperienza semisecolare, con tanti anni in più e molti capelli in meno... anzi, diciamo pure tutti i capelli in meno, l'unica cosa che mi viene di dire a quel giovane con lo sguardo altrove e l'aria un po' sognante è: PIRLA!
Avresti potuto farti tutte le meglio gnocche da qui a Capo Nord, e invece niente, nisba, nulla, nada, rien de rien.
Ma dico io, giovane Korov'ev, con tutte le tedesche che c'erano in giro a quel tempo sulla riviera, non era meglio se invece di stare lì a cazzeggiare e scrivere fesserie ti facevi dare qualche lezione da Zanza su come abbordare e, magari, imparavi a sfruttare meglio quella giovinezza che, purtroppo, si fugge (silenziosa) tutta via?
Il fatto è che a quel tempo ti mettevano in testa fin da piccolo un sacco di cazzate e ti insegnavano a cercare cose che non esistono, e allora tu sognavi l'amore, quello con la A maiuscola, e pensavi che l'unica cosa che avrebbe contato sarebbe stata quell'unità tra te e la tua donna; lo zoccolo duro di quel "Noi" che avrebbe resistito quali che fossero state le avversità della vita.
Tutte cazzate, ma probabilmente, anche fossi stato cosciente di tutto non avrei saputo essere diverso. Come si dice: quando uno nasce coglione...
Va be', quel che è fatto è fatto e quel che non è fatto... be', parliamone :-)
Non so perché, ma a me la foto si vede, il sistema mi chiede con cosa aprirla, ma poi me la mostra, sia dal pc che dal telefono... io, però, ho win7 e il telefono usa android: non so se coi sistemi OS dei Mac possa dare problemi... e non so nemmeno se tu usi un Mac.
Be', comunque buonanotte, strega, per me è nottata di lavoro :-(
Spero almeno che i tuoi capelli abbiano retto meglio dei miei :-)
Il problema è che ogni volta che quei fili si spezzano ci si deve mettere lì a giuntare e riannodare, ed è un lavoro da filatori cinesi, caro amico mio, perché sono fili tanto belli da seguire quanto fragili e sottili. Servono fatica, pazienza, occhi buoni: tutte cose che in me comincino a difettare a fronte di uno scoglionamento crescente.
Be', speriamo bene :-)
Buona giornata, Wood.
Le auguro di non conoscere mai la risposta, madame Forse.
E anche una buona serata, naturalmente :-)
Sono arrivato ad un punto della mia vita in cui mi chiedo se quell'amore che ho tanto inseguito esista realmente.
Vedo tanta gente che s'innamora e si disamora con la facilità con la quale si cambia un paio di mutande: per me non è mai stato così. Forse sono io che carico questo sentimento di significati e sensi che non ha, boh, fatto sta che il risultato attuale del mio "fallire" amoroso è una sorta di rigetto.
Casomai dovessi cadere ancora preda delle gioie amorose non mancherò di scriverne :-)
Quanto alla tua considerazione sul giovanotto che fui, che dire?
"Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice ne la miseria" :-(((
Buona giornata, Fleur