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Post n°19 pubblicato il 01 Settembre 2006 da alinaaltieri
Un grande fisico del novecento, Richard Feynman, sosteneva che gli esseri umani sono "atomi con la coscienza, materia con la curiosità". La definizione poetica probabilmente è anche vera dal punto di vista scientifico. La coscienza dell’uomo, che in genere siamo portati a considerare un elemento superiore, una scintilla divina, un qualcosa che fluttua all’esterno di noi, non è altro che un prodotto dell’evoluzione, che si concretizza attraverso l’organizzazione e l’attività del cervello. Secondo alcuni studi, la coscienza tace quando, ad esempio dopo un ictus, un trauma del cervello, la funzione cerebrale viene ridotta. Si badi ciò non sminuisce il valore e la funzione della coscienza. Anzi. Dimostra come essa, facendo parte del nostro processo evolutivo, personale e di specie, ci appartenga in modo materialistico ma non per questo meno autentico. Il fatto che si riporti tutto a neuroni e sinapsi, ai processi cognitivi legati alla genetica, non riduce per nulla la grandezza dell’uomo. Pensiamo alle belle parole della poetessa Emily Dickinson: "Il cervello è più grande del cielo, perché messi l’uno a fianco all’altro il primo conterrà il secondo con facilità, te compreso" |
Post n°18 pubblicato il 30 Agosto 2006 da alinaaltieri
Sono tornata e ho già ripreso la mia vita di tutti i giorni. L’America è e resta un ideale, cullato e amato. Ma, come tutti gli ideali quando vengono messi alla prova della realtà mostrano parecchi limiti. In ogni caso, però, quando si tratta di rientrare nella nostra quotidianità il rimpianto riemerge di colpo. Mi piacerebbe fare qualche riflessione sul concetto di democrazia. C’è una democrazia che vivi, che senti, che respiri: quella che circola nelle strade delle metropoli americane, nelle università, nei locali pubblici. Però, lasciatemelo dire, spesso è una democrazia di basso profilo anche se egualmente eccitante. Ma è la democrazia vera, autentica? La libertà dalle regole è più apparente che reale (le istituzioni sono severissime su certi aspetti della vita di ogni giorno); la libertà di iniziativa, anche se caldeggiata e stimolata in ogni occasione, è relativa; la capacità di valorizzare le persone meno evidente di quello che si auspicherebbe. Consorterie, lobbies, poteri e contropoteri operano dovunque, anche alla luce del sole. Che la democrazia sia solo un insieme di buone intenzioni che i governanti vorrebbero farci credere di possedere? Forse, la vera natura della democrazia è oligarchica nonché elitista, come dice John Dunn ne “Il mito degli uguali”. Se non altro, negli Usa, però, contrariamente a quello che avviene nel nostro Paese, la democrazia è ancora un valore condiviso a ogni livello, forte e positivo, non il frutto malato di uno dei tanti “anti…” (fascismo, comunismo, clericalismo, ecc.) dietro ai quali nascondiamo la paura tutta italiana di vivere ed esprimerci con autenticità. |
Post n°17 pubblicato il 29 Luglio 2006 da alinaaltieri
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Post n°16 pubblicato il 28 Luglio 2006 da alinaaltieri
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Post n°15 pubblicato il 20 Luglio 2006 da alinaaltieri
Scusate ma ogni tanto rifletto sulla cosiddetta "scienza triste", cioè l'economia. Anche perché bene o male la devo studiare. Domandina sciocca e banale: ma i soldi fanno la felicità? Sento un coro di sì che mi stordisce. Calma, ragazzi! Pensiamo al tempo che la gente sacrifica per raggiungere gli obiettivi pecuniari a spese della stessa qualità della vita familiare, personale e culturale che spera di migliorare! La competizione tra le persone, gli stimoli individualistici del possedere, dell'emulazione, alla fine snaturano la nostra vera essenza. Gli eventi che più sono utili a dare significato alla nostra vita e, quindi, a renderci felici non sono quelli legati alla soddisfazione dei nostri desideri quanto alla possibilità di soddisfare quelli degli altri. Eppure, continuiamo a vivere cercando soluzioni egoistiche. Schiave dello shopping, delle griffe. Come sia l'unico modo, in mancanza di altri valori, di distinguersi dalla gente, per paura di finire nella massa informe e indistinta. Sono proprio assurdità? Non so. Due economisti dell'università di Oxford credono che il consumismo in chiave competitiva e di ostentazione danneggi gravemente la salute della società. Complimenti, ci sono arrivati! E adesso? |
Inviato da: lottersh
il 25/03/2009 alle 09:33
Inviato da: lottersh
il 25/03/2009 alle 05:38
Inviato da: king_eddie
il 25/05/2007 alle 08:49
Inviato da: IsAbeAu13
il 02/02/2007 alle 10:18
Inviato da: ninograg1
il 22/12/2006 alle 16:51