Fino all'estremo

Un'ottima ragione per farlo sta nel fatto che anche tirare le cuoia costa, o se non altro costa lo smaltimento del "vuoto a perdere", se così possiamo chiamare le tue spoglie mortali senza che se ne offendano...

Attento Piero, io sono diva e donna. Tefnut sloggata.

Io no, sarà per quello che non amo la mia immagine riflessa nello specchio...

Comunque ho dimenticato di ringraziarti per avermi ricondtto in n'ottica materialista e tangibile del binomio vita/morte. Sai, a me viene sempre da pensare che nell'ultimo istante della mia vita avrò una paura tremenda...che tutto quel che avrò fatto, le cose futili che avrò accumulato, a quel punto non avranno alcun senso eccetera eccetera.

Sai, io vedo la cosa con un'ottica ancora diversa...Penso cioè che a pochissimi sia data la fortuna (o sfortuna, dipende dai punti di vista) di arrivare alla morte in maniera lucida e consapevole, in maniera da poter pensare a ciò che si è fatto e ciò che avremmo voluto fare, e come, in maniera da avere paura...Il problema è che credo che la morte per molti sia intrinsecamente banale e atempistica, la maggior parte di noi conduce delle esistente che per sommi capi potremmo definire banali, quindi è altamente probabile che la morte coglierà ciascuno di noi in maniera assolutamente banale, oltre che inattesa, per cui non avremo tempo e modo per pensare a tutto questo, perchè magari saremo investiti mentre stavamo andando a comprare il pane. Non ci sarà neanche il tempo di avere paura.

Ma mi sembri veramente un artista Bohemienne....;-)

Ma forse mica è obbligatorio sbattersi se uno sceglie di non farlo. Scelta di libertà assoluta..... maronna quante volte c'ho pensato..... in particolare quando attraverso il ponte dell'indiano. Lì capisci, guardando le facce stralunate e tristi dei pendolari coatti come te in coda dentro quelle stufe con le ruote chiamate automobili, che vorresti essere altrove e che stai facendo quella strada, non perchè lo vuoi, ma per una condizione di dovere indotta dalle circostanze e dal nostro modo di vivere (leggi pure dalla società.... è che non mi piace usare quella parola super abusata e senza ormai significato definito..). Quindi ci sbattiamo.... ma potremmo non farlo.... potremmo decidere di prendere uno zaino, riempirlo di speranza e curiosità e partire..... Niente lavoro, niente precariato, nessun obbligo verso sto sistema di relazioni convenzionate e confezionate se non quello di star bene con se stessi e con gli altri. Utopia? Sì forse ma sento che sarebbe salutare..... Certo che se partissi mi prenderebbero per matto ma forse matto è chi rimane ad aspettare la morte e non chi sceglie di vivere come sente dentro....

http://www.scrivere.deagostini.it/frontend/default.asp qui c'è un concorso... Mi pare non diano soldi, ma magari trovi l'editore (quello che vuole i 100 euro) C