Fino all'estremo
La vita è un datore di lavoro che non concede mai le ferie
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Apprendo con un certo sgomento che la Manu, mia compagna di università ultrasessantenne ma sempre fricchettona come una volta, si è iscritta alla scuola Holden.
Per chi non sapesse cos'è la scuola Holden: è una scuola torinese di scrittura fondata da Baricco.
Baricco, che potrebbe essere un ottimo ginecologo, un eccellente panettiere, un bravissimo pilota di aereoplani, un deifico geologo, purtroppo insiste a fare lo scrittore. Nemmeno il fatto che Senza sugo, la parodia del suo Senza sangue abbia venduto più copie dell'originale, e che molti (tra cui la sottoscritta) abbiano scambiato la parodia con l'originale e l'originale con la parodia, lo ha indotto a demordere. Anzi: non pago, mo' insegna a scrivere anche agli altri.
Ora. Capisco chi mi fa discorsi del tipo che è strano che un pittore studi anni e anni per diventare un artista completo mentre uno scrittore l'arte o ce l'ha o non ce l'ha. E che quindi bisognerebbe che anche quest'ultimo seguisse un suo apposito corso di studi.
Ma non sono d'accordo, per diversi motivi.
La scrittura è un ambito dell'arte molto delicato. Nasce da un qualcosa che potenzialmente possiamo fare tutti.
A scrivere ti insegnano in prima elementare. Per il disegno in prima elementare puoi esserci portato, ma finché non vai in una scuola d'arte dove ti insegnano proporzioni, cazzi e mazzi non sarai in grado di acquisire una tecnica base e magari in futuro di travalicarla, producendo qualcosa di davvero artistico ed originale.
La tecnica base della scrittura, invece, come mi ha detto una volta Marco Vichi, è la capacità di tracciare e riconoscere le lettere. E quella ce l'abbiamo tutti. Almeno, visto che 'sto blog non ha l'audio, chi lo legge dovrebbe essere mediamente alfabetizzato.
Poi, è assurdo affermare che uno scrittore non segua nessun apposito corso di studi. La titolare del blog, ad esempio, la prima volta che ha preso una penna in mano non aveva certo questo stile. L'ha acquisito attraverso anni e anni di continue letture e scritture, imbrattando fogli con storie orride e storie più leggibili, prendendo ispirazione da scrittori che sentiva affini, rubando tempo alle materie scientifiche e beccandosi un tre fisso in algebra per i secoli dei secoli.
Insomma, non è che uno va ad una scuola di scrittura e puff, impara a scrivere. Io mi sono fatta il culo. Con piacere, perché scrivere dà un senso alla mia esistenza. Però me lo son fatto. E tuttora prevedo tempi di gonfiore chiappaceo a venire.
Al limite le scuole di scrittura possono servire agli autori che ci insegnano per vivere del proprio mestiere (dato che con l'arte e basta non si campa. La Holden l'ha fondata Baricco, uno che vende romanzi come se non ci fosse un domani. Se riusciva a farci il busco già con quelli, col cavolo che apriva la scuola di scrittura) e agli scrittori in/erba a segnalarsi e a prendere contatti nel campo dell'editoria.
Però se tu, aspirante studente holdenista, hai come libro della vita l'autobiografia di Ambra del "95 e pensi che il congiuntivo sia tuo marito, rassegnati: nemmeno Baricco ci può fare niente.
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