Creato da tefnutlagatta il 02/07/2006

Fino all'estremo

La vita è un datore di lavoro che non concede mai le ferie

 

 

Aldilà

Post n°83 pubblicato il 19 Marzo 2007 da tefnutlagatta
 

Ho un approccio davvero strano alla morte, ultimamente. Morte, il nostro rapporto sta attraversando una fase critica. Credo di amarti, poi ti odio.
E' come se ogni volta che ci incontriamo mi entrasse nella testa Non amarmi di Aleandro Baldi. E, lo capisci da te, non è bello.

Amarcord del periodo in cui Sanremo lo vinceva il più mentecatto a parte, siccome ogni tanto l'oscura mietitrice mi fa molta paura e passo interi pomeriggi seduta alla cassa della Coop a pensare che qualsiasi cosa mi passa tra le mani morirà (tipo: questo busto di pollo morto un giorno morirà!), ho preso la decisione di convertirmi.
Già, perché recentemente ho fatto anche un'altra terribile scoperta: la religione non l'hanno inventata per vivere. Ma per morire.
Sceglierò la mia religione in base ad un criterio profondamente radicato nei cuori e nelle menti più spirituali e distaccate dell'umanità: chi offre di più?
Ovvero, qual'è la vita dopo la morte più adatta a me, dove ci guadagno di più?

  1. Religione cristiana. Uhm. Si dice che uno finisca in paradiso a contemplare Dio.
    Ma io preferisco contemplare il calendario Dream Men duemilasette. Sarà prevista questa opzione?
    Dio sarà un Dream Man? Se così fosse, speriamo che sia quello del paginone di Agosto, quello capellone sdraiato sulla battigia tutto bagnato.
  2. Religione islamica. Ho letto che quando i bravi musulmani vanno in paradiso, trovano ad attenderli settantadue vergini. Io che ho bruciato le tappe del sesso e nella mia vita non ho incontrato altro che vergini salvo poche eccezioni, almeno nell'aldilà sentirei l'esigenza di variare un pò. Casomai posso prendermele di seconda mano, quando gli altri bravi musulmani se le son già fatte. Altrimenti, Allah dovrà sentirmi esclamare: ancora?? Ma basta, credevo di essere morta!
  3. Metempsicosi. Nella maggior parte delle religioni orientali, la morte rappresenta un passaggio naturale attraverso il quale l'anima si libera di un involucro ormai vecchio ed obsoleto per abitarne uno nuovo. Non saprei, fa un po' troppo Pimp my Ride.
  4. Wanna Marchi. Usiamo la stessa tintura L'oréal da fare a casa. Il numero sette della linea Casting, biondo rame intenso. Mentre dalla tua salvatrice ti aspetti almeno che possa permettersi di andare dal parrucchiere.

Insomma. Sono indecisa. I miei lettori sono per caso a conoscenza di qualche altra mitologia più adatta alla mia delicata personalità?

 
 
 

Skuole di skrittura

Post n°82 pubblicato il 13 Marzo 2007 da tefnutlagatta
 

Apprendo con un certo sgomento che la Manu, mia compagna di università ultrasessantenne ma sempre fricchettona come una volta, si è iscritta alla scuola Holden.
Per chi non sapesse cos'è la scuola Holden: è una scuola torinese di scrittura fondata da Baricco.
Baricco, che potrebbe essere un ottimo ginecologo, un eccellente panettiere, un bravissimo pilota di aereoplani, un deifico geologo, purtroppo insiste a fare lo scrittore. Nemmeno il fatto che Senza sugo, la parodia del suo Senza sangue abbia venduto più copie dell'originale, e che molti (tra cui la sottoscritta) abbiano scambiato la parodia con l'originale e l'originale con la parodia, lo ha indotto a demordere. Anzi: non pago, mo' insegna a scrivere anche agli altri.

Ora. Capisco chi mi fa discorsi del tipo che è strano che un pittore studi anni e anni per diventare un artista completo mentre uno scrittore l'arte o ce l'ha o non ce l'ha. E che quindi bisognerebbe che anche quest'ultimo seguisse un suo apposito corso di studi.
Ma non sono d'accordo, per diversi motivi.
La scrittura è un ambito dell'arte molto delicato. Nasce da un qualcosa che potenzialmente possiamo fare tutti.
A scrivere ti insegnano in prima elementare. Per il disegno in prima elementare puoi esserci portato, ma finché non vai in una scuola d'arte dove ti insegnano proporzioni, cazzi e mazzi non sarai in grado di acquisire una tecnica base e magari in futuro di travalicarla, producendo qualcosa di davvero artistico ed originale.
La tecnica base della scrittura, invece, come mi ha detto una volta Marco Vichi, è la capacità di tracciare e riconoscere le lettere. E quella ce l'abbiamo tutti. Almeno, visto che 'sto blog non ha l'audio, chi lo legge dovrebbe essere mediamente alfabetizzato.
Poi, è assurdo affermare che uno scrittore non segua nessun apposito corso di studi. La titolare del blog, ad esempio, la prima volta che ha preso una penna in mano non aveva certo questo stile. L'ha acquisito attraverso anni e anni di continue letture e scritture, imbrattando fogli con storie orride e storie più leggibili, prendendo ispirazione da scrittori che sentiva affini, rubando tempo alle materie scientifiche e beccandosi un tre fisso in algebra per i secoli dei secoli.
Insomma, non è che uno va ad una scuola di scrittura e puff, impara a scrivere. Io mi sono fatta il culo. Con piacere, perché scrivere dà un senso alla mia esistenza. Però me lo son fatto. E tuttora prevedo tempi di gonfiore chiappaceo a venire.

Al limite le scuole di scrittura possono servire agli autori che ci insegnano per vivere del proprio mestiere (dato che con l'arte e basta non si campa. La Holden l'ha fondata Baricco, uno che vende romanzi come se non ci fosse un domani. Se riusciva a farci il busco già con quelli, col cavolo che apriva la scuola di scrittura) e agli scrittori in/erba a segnalarsi e  a prendere contatti nel campo dell'editoria.

Però se tu, aspirante studente holdenista, hai come libro della vita l'autobiografia di Ambra del "95 e pensi che il congiuntivo sia tuo marito, rassegnati: nemmeno Baricco ci può fare niente.

 
 
 

Donne Donne

Post n°81 pubblicato il 08 Marzo 2007 da tefnutlagatta
 

"Il fatto che il cardinale Ruini si scagli contro la pillola abortiva è assolutamente maschilista. Se a rimanere incinti fossero gli uomini, si potrebbe abortire anche dal barbiere".

(D. Luttazzi)

 
 
 

Bye bye Moccia

Post n°80 pubblicato il 06 Marzo 2007 da tefnutlagatta
 
Tag: love

Tempo fa avevo fatto questa cosa, di andare da un ferramenta a comprare un lucchetto.
Uno abbastanza grande, signor ferramenta.
Il ferramenta mi arriva con un affare quadrato che ad occhio e croce nel 1789, incautamente appeso ad una inferriata esterna, ha provocato il crollo della prigione della Bastiglia.
Ehm...non ne avrebbe uno più grazioso, signor ferramenta?
Il ferramenta mi scruta di sbieco, tipo non ho capito, ma ci devi chiuder qualcosa o sei venuta a comprare l'anello di fidanzamento al tirannosaurus rex al quale hai in programma di chiedere la mano questa sera? E soprattutto, casomai fosse vera la seconda ipotesi, vorrei farti presente che ucciderai uno o più camerieri costringendoli a portare l'aggeggio che sto per venderti al tuo tavolo, magari nascosto nell'aspic di lamponi. O forse, dato che tenti di impalmare un rettile dalla testa lunga un paio di metri, lo nasconderai direttamente nel cameriere. Almeno non ne avrai troppi sulla coscienza.
Me ne esco dal negozio con tra le mani un cosetto fragile fragile pieno di arzigogoli, lacchezzi e con chiavi cuoricinate.
Il ferramenta credeva di fare dell'ironia, ma più o meno ci aveva azzeccato. Sto per chiedere al tirannosaurus rex col quale mi crogiolo nel peccato di rispettare una secolare tradizione della mia città, ovvero di appendere un lucchetto con su scritti i nostri nomi. Per le chiavi, ancora non ho ben chiaro che farne. Anche se immagino sia un tantino triste tenersele per qualsiasi eventualità di rottura, che non si sa mai.
Quel che mi è chiaro è che probabilmente l'amore mi fa male al cervello, più del cacio (hashish).

Tutto questo capitava abbondantemente A.M. , avanti Moccia. Ve lo ricordate com'era il mondo prima di Moccia? Era bello, le storie d'amore si spegnevano guardando cieli bianchi bolognesi o si avviavano a ricominciare nella speranza che passasse anche quello stupido febbraio. Su muri e cartelloni di cantieri ci si allietava leggendo esternazioni quali pinocchietto mio ti amo, se non c'eri la mia vita non esistesse, nell'olimpo dei coglioni ci mettiamo Berlusconi. E tutti erano convinti che la ragazzina del quartiere bene che si innamorava del ribelle fighetto coi soldi in tasca fosse un cliché trito e ritrito che ormai pure gli shojo manga lo evitavano come la gonorrea.

E allora io agguanto Barbanera e lo porto sul greto dell'Arno, lucchetto alla mano. Per far qualcosa di simbolico ugualmente. Uno, due e tre e nel fiume ci buttiamo proprio il lucchetto, sperando di non prendere in testa un canottiere di passaggio. E le chiavi le appendiamo, invece, con su scritti i nostri nomi da pirati.
Perché l'amore, ho capito stando accanto a lui, vuol dire libertà e non sentirsi mai chiedere ma quando cazzo la smetterai di tingerti i capelli?

Bye bye, Moccia. Immagina che te lo dica come Lupin III lo diceva all'investigatore Zenigata.


 

 
 
 

Righeira

Post n°79 pubblicato il 05 Marzo 2007 da tefnutlagatta
 

Non tiengo dinero, oh - oh -oh. E per racimolarne sto:

  • scrivendo un curriculum da mandare al comune
  • scrivendo una domanda per entrare di sgamo nelle liste di disoccupazione giusto per quei venti giorni in cui attenderò che mi venga rinnovato il contratto
  • scrivendo un racconto da mandare ad un concorso sperando di vincere l'assegno da mille euro del primo premio e di evitare come la peste la segnalazione da parte della simpatica ed erudita giuria presso un editore, il quale mi chiederà mille euro per pubblicarlo su materiale cartaceo non riciclato reperibile dal popolo
  • vendendo certe mie borsette tarocche come la mascella di Facchinetti padre su e - bay curandomi di evitare cenni al fatto che codeste possano essere originali o false di su e di giù
  • pensando: qualcuno mi spiega perché sbattersi tanto se prima o poi dovrò tirare le cuoia? Per favore.

Insomma, ordinarie storie di precariato sulle quali si insinua, gettando un'ombra terrificante, la musica dei Righeira.

 
 
 

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