Creato da fiore.parisini il 28/10/2013
Una donna nel corpo di un uomo

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« Cominciò tutto sin da bambinoDa quel Natale e l'inco... »

la prima volta in gonna

Post n°2 pubblicato il 30 Ottobre 2013 da fiore.parisini
 

Era la Vigilia di Natale del 1982. Avevo 9 anni e mezzo. Si festeggia a casa di mia nonna come ogni anno nella sua casa in campagna in Toscana, vicino Montepulciano, dove ci sono anche due miei zii e le mie due cugine. Il giorno prima, con mia madre, eravamo andati a comprare gli ultimi regali e con l'occasione si era fermata nello stesso negozio dove avevamo comprato i kilt per prendermi anche i panciotti, le giacche e i papillon abbinati. Mi ha detto che per  Natale dalla nonna mi voleva elegantissimo. Immaginavo che con questi panciotti ci avrei abbinato i pantaloncini grigi visto che all'epoca, solo raramente indossavo i pantaloni lunghi, anche se in inverno.

Così il 24 mattina partiamo. Mia madre fa la borsa e vedo che mette anche gli stivaloni di gomma neri lucidi nuovi che avevamo comprato perché il tempo era nuvoloso. Arriviamo da mia nonna per pranxzo e c'erano tutti i preparativi per la sera. Intanto mia madre mi fa provare la canzone di Natale che avrei dovuto cantare il giorno dopo e mi fa fare anche gli esercizi di violino. Poi la sera della Vigilia si mangia tutti insieme mentre i regali sarebbero stati scartati il giorno dopo.

La mattina mi sveglio verso le 8. Dovevamo prepararci per andare in chiesa e diluviava. Dopo aver fatto colazione, torno in camera per vestirmi e vedo che mia madre mi aveva già preparato gli stivali di gomma. Poi mi dice: "Fiore, tesoro, oggi ti voglio elegantissimo, dovresti metterti il kilt". Non era il kilt classico, era una gonna scozzese con una spilla.  "Ma io mi vergogno" le rispondo. E lei: "Tesoro, fallo per la tua mama". Io comincio a piangere, poi lei mi abbraccia, mi ascuga le lacrime e mi dice: "Ti vesto io oggi". Così mi mette la camicia bianca nuova, il papillon e il panciotto/gilet scozzese sul verde, il kilt abbinato che tra l'altro era almeno 4 centimetri sopra il ginocchio, poi mi tira fuori dei collant chiari a gambaletto come calze e mi infila gli stivali di gomma neri lucidi. Mi pettina facendo la riga in mezzo, mi mette la giacca verde scozzese abbinata ed ero pronto.Mi guardo allo specchio e mi vergognavo da morire. Scendiamo giù e c'erano i nonni pronti. Mio nonno appena mi vede si fa una ridata, mia nonna dice: "Fiore,sei elegantissimo". Per uscire indosso cappello e impermeabile giallo che mi arrivava appena sotto il ginocchio. Ma tra lo stivale di gomna e l'impermeabile, quando pioveva a vento, sentivo gli schizzi della pioggia nella parte di gamba scoperta. In chiesa, quando mi tolgo l'impermeabile, molti mi guardano e ad un certo momento mia madre ki ha mandato all'altare per cantare l'Ave Maria. Poi siamo tornato a casa per il pranzo, aveva spiovuto e le mie cugine mi avevano chiamato a giocare fuori con loro: "Fiore, ti va di giocare a mamma e figlio?" Eravamo lì a camminare sul prato e sentivo freddo alle gambe ma anche con un senso di piacere. A tavola poi cercavo di sedermi più composto possibile mentre dopo, nel ricevimento, vedevo che molti invitati mi osservavano e qualche signora che non conoscevo mi diceva: "Che bella bambina che sei, come ti chiami?". Poi davanti a tutti ho suonato il violino e cantato la canzone di Natale. Poi, dopo aver scartato i regali, siamo andati a trovare un'altra zia. Io volevo cambiarmi ma mia madre mi ha detto: "No tesoro, ti hanno fatto tutti i complimenti. Oggi resti così. Sei così bello".

Il giorno dopo dovevamo ripartire. Pioveva ma pensavo di rimettermi pantaloni e maglione. Invece, sulla sedia ho trovato l'altro completo scozzese classico, giacca, papillon, panciotto, gonna scozzese e stivaloni di gomma neri. Sono sceso, e mio nonno ci ha accompagnato in stazione. Lì abbiamo aspettato il treno e tenevo l'impermeabile chiuso per non farmi vedere. Ma sul treno mia madre me l'ha fatto togliere e due signori mi hanno guardato poi si sono rimessi a leggere il giornale. Lì sul treno ho fatto i compiti e lì mi sono dovuto mettere gli occhiali da vista. Poi mia madre mi diceva: "Fiore, li devi mettere di più gli occhiali, hai sentito che ha detto il dottore, li devi portare sempre". E poi: "Quand'è che ci vai a scuola vestito così, non te ne deve importare dei compagni, quelli sono tutti stupidi". Io rispondevo: "Vediamo la prossima settimana. A Roma non pioveva anche se per terra era tutto bagnato. Stavo per prendere l'impermeabile ma mia madre mi ha detto: "No Fiore lo tengo io, voiglio che ti vedano tutti quanto sei elegante". Mentre camminavo in stazione, più di qualche persona si è girata. E ho cominciato a piangere anche se non volevo che mia madre mi vedesse. Poi prendiamo il taxi e arriviamo a casa. I primi due giorni in gonna sono stati un'esperienza scioccante ma poi nei giorni successivi, ripensavo al piacere di essere vestito così

 

 
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