Creato da: Emily_D il 02/06/2006
ovvero, note su vuoti a perdere, lune spente & immagini riflesse
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Cut-up, ovvero, quando ci si perde cosa resta?
Post n°4 pubblicato il 03 Giugno 2006 da Emily_D
Tag: Cut-Up Quando ci si perde cosa resta? A volte resta il corpo imputridito di un creatore di versi che ha lasciato la sua parte di pazzia nel mondo...è questa la grande differenza che c’è tra i poeti e i matti, il destino della pazzia che li ha colti. Ma per entrambi il diluvio continua, piove su noi il tempo. Il tempo ci annega. Poi succede, a volte, che qualcosa strappa il Tempo, mi disse, e non si è più puntuali con niente. Si è sempre un po’ altrove. Un po’ prima o un po’ dopo. Hai un sacco di appuntamenti, con le emozioni o con le cose e tu stai sempre ad inseguirli o ad arrivare stupidamente prima. E la gente non se lo sogna neanche che a finire una cosa non è mai quello che l’ha cominciata, anche se entrambi hanno un nome uguale, che è solo questo a mantenersi costante, nient’altro. Perché sono così i labirinti hanno vie traverse e vicoli ciechi, c’è chi dice che il modo più sicuro di uscirne è continuare a camminare e girare sempre dallo stesso lato, ma questo, come siamo obbligati a sapere, è contrario alla natura umana... perchè... perchè in fondo siamo come il mare, Il fatto è che si rischia sempre di piangere un poco se ci si è lasciati addomesticare. Anche lui lo amava quel paese, in quello stesso modo feroce, con quella stessa scintilla di odio che lo rodeva dentro e lo rendeva così felice e triste e strano e...vorrei che cominciasse a piovere forte più forte – diceva – così quell’immagine se ne va via, o forse se ne va del tutto quello che c’è stato dopo. Mandala via, mandala via quell’immagine. È troppo bella, mi fa male al cuore... Vorrei poterti vedere quando ne ho voglia, aveva scritto, anche senza una ragione precisa, anche tanto da farmi venire quasi a noia il fatto di poterti vedere così liberamente, tu che da sempre non ti mostri a me se non nella forma di un’apparizione, come se il vederti fosse qualcosa di naturale, come lo è per me il vedere mia madre, mio fratello. Vorrei poterti vedere come naturalmente si vede il mondo nell’aprire gli occhi al mattino, perché ci è data la qualità di poter vedere. E che avessi fatto parte da sempre della mia vita, come un amico amato sin dall’infanzia, come qualcuno che è mio e che ha un corpo simile al mio e che conosco per averci giocato insieme prima che nei nostri corpi si manifestasse apertamente il sesso, per averci fatto la lotta. Vorrei conoscerti come solo si conosce chi si conosce da anni e di cui si sanno, perché si è stati addestrati a leggerli, i più piccoli movimenti dei muscoli del corpo e del viso, il modo abituale di appoggiarsi allo schienale di una sedia, di reclinare la testa su una spalla; e le ore abituali del risveglio e della stanchezza e dei pasti; e le cose che vorresti sentirti dire, e che cosa invece davanti a te non bisogna dire, mai. E che tu conoscessi me così bene da saper fare questo con me. E quando questo accadeva avevano addosso come una felicità, ma era qualcosa di più, come una splendida idiota felicità. A dieci chilometri da lì il campanile di Quinnipak suonò la mezzanotte, c’era vento da nord, si portò addosso i rintocchi, uno a uno – quand’è così è come se quei rintocchi facessero a spicchi la notte, è il tempo che è una lama acuminatissima e seziona l’eternità – la chirurgia delle ore, ogni minuto una ferita per salvarsi – si sta aggrappati al tempo, questa è la verità, perché il tempo numera i conati di essere che si è, minuto per minuto – numerare è salvarsi, questa è la verità, e la legittimazione trascendentale di qualsiasi orologio, e la dolcezza straziante di tutti i rintocchi di qualsiasi campana...e intanto, la sua voce... Come continuare? Adesso devi fare un salto avanti – per forza – lo devi fare – sono successe troppe cose – una volta eravamo così diversi – io e te – tante cose ci separavano – ma dopo tutto questo... Tutto è cambiato – tutto -...Le categorie... le categorie sono saltate - e i simboli si sono volatilizzati – Spariti...ci ritroviamo qui a chiacchierare io e te – soli – ed è così bello – bello – si sta bene – e se potessi pensare ad ogni cosa che mi è accaduta quest’anno – dirla a te – dirti come la penso – cos’ho da dirti io su quella cosa che è accaduta – che mi è successa – che ci è successa – a me come a te – insieme...
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Inviato da: HugoBoss999
il 05/06/2006 alle 19:33