Creato da: Emily_D il 02/06/2006
ovvero, note su vuoti a perdere, lune spente & immagini riflesse
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Post n°1 pubblicato il 03 Giugno 2006 da Emily_D
Tag: Quinnipak Questa notte a Quinnipak c’è una luna araba, data la stagione è una cosa un pò strana. A Quinnipak questa notte tira un vento dispettoso, c’è una luna araba e io sto scrivendo la mia prima pagina di questo blog su un foglio di carta… qui c’è un solo computer che funziona, il computer del signor Bloom, l’unico contatto con il mondo frammentato della Rete, l’unico computer in Rete funziona solo di giorno, Oggi il signor Bloom è qui, e mi fa scrivere su questo mio blog dal suo computer collegato in Rete …che come ci sarò finita io, qui, a Quinnipak, a scrivere su questo blog… il caso, forse, fortuito, o stupido o cattivo, o. Come quando succede, a volte, che ti trovi a leggere qualcosa, Un mio amico diceva che queste sono “coincidenze coincidenti” e che “il segreto è guardare le cose dal punto di vista che più ci PIACE” …mi dispiace che non sia mai voluto venire qui a Quinnipak… perché le cose non funzionano propriamente così.
Post n°3 pubblicato il 03 Giugno 2006 da Emily_D
Tag: Note di Emily D. Mi piace leggere da quando ero piccola,
Post n°4 pubblicato il 03 Giugno 2006 da Emily_D
Tag: Cut-Up Quando ci si perde cosa resta? A volte resta il corpo imputridito di un creatore di versi che ha lasciato la sua parte di pazzia nel mondo...è questa la grande differenza che c’è tra i poeti e i matti, il destino della pazzia che li ha colti. Ma per entrambi il diluvio continua, piove su noi il tempo. Il tempo ci annega. Poi succede, a volte, che qualcosa strappa il Tempo, mi disse, e non si è più puntuali con niente. Si è sempre un po’ altrove. Un po’ prima o un po’ dopo. Hai un sacco di appuntamenti, con le emozioni o con le cose e tu stai sempre ad inseguirli o ad arrivare stupidamente prima. E la gente non se lo sogna neanche che a finire una cosa non è mai quello che l’ha cominciata, anche se entrambi hanno un nome uguale, che è solo questo a mantenersi costante, nient’altro. Perché sono così i labirinti hanno vie traverse e vicoli ciechi, c’è chi dice che il modo più sicuro di uscirne è continuare a camminare e girare sempre dallo stesso lato, ma questo, come siamo obbligati a sapere, è contrario alla natura umana... perchè... perchè in fondo siamo come il mare, Il fatto è che si rischia sempre di piangere un poco se ci si è lasciati addomesticare. Anche lui lo amava quel paese, in quello stesso modo feroce, con quella stessa scintilla di odio che lo rodeva dentro e lo rendeva così felice e triste e strano e...vorrei che cominciasse a piovere forte più forte – diceva – così quell’immagine se ne va via, o forse se ne va del tutto quello che c’è stato dopo. Mandala via, mandala via quell’immagine. È troppo bella, mi fa male al cuore... Vorrei poterti vedere quando ne ho voglia, aveva scritto, anche senza una ragione precisa, anche tanto da farmi venire quasi a noia il fatto di poterti vedere così liberamente, tu che da sempre non ti mostri a me se non nella forma di un’apparizione, come se il vederti fosse qualcosa di naturale, come lo è per me il vedere mia madre, mio fratello. Vorrei poterti vedere come naturalmente si vede il mondo nell’aprire gli occhi al mattino, perché ci è data la qualità di poter vedere. E che avessi fatto parte da sempre della mia vita, come un amico amato sin dall’infanzia, come qualcuno che è mio e che ha un corpo simile al mio e che conosco per averci giocato insieme prima che nei nostri corpi si manifestasse apertamente il sesso, per averci fatto la lotta. Vorrei conoscerti come solo si conosce chi si conosce da anni e di cui si sanno, perché si è stati addestrati a leggerli, i più piccoli movimenti dei muscoli del corpo e del viso, il modo abituale di appoggiarsi allo schienale di una sedia, di reclinare la testa su una spalla; e le ore abituali del risveglio e della stanchezza e dei pasti; e le cose che vorresti sentirti dire, e che cosa invece davanti a te non bisogna dire, mai. E che tu conoscessi me così bene da saper fare questo con me. E quando questo accadeva avevano addosso come una felicità, ma era qualcosa di più, come una splendida idiota felicità. A dieci chilometri da lì il campanile di Quinnipak suonò la mezzanotte, c’era vento da nord, si portò addosso i rintocchi, uno a uno – quand’è così è come se quei rintocchi facessero a spicchi la notte, è il tempo che è una lama acuminatissima e seziona l’eternità – la chirurgia delle ore, ogni minuto una ferita per salvarsi – si sta aggrappati al tempo, questa è la verità, perché il tempo numera i conati di essere che si è, minuto per minuto – numerare è salvarsi, questa è la verità, e la legittimazione trascendentale di qualsiasi orologio, e la dolcezza straziante di tutti i rintocchi di qualsiasi campana...e intanto, la sua voce... Come continuare? Adesso devi fare un salto avanti – per forza – lo devi fare – sono successe troppe cose – una volta eravamo così diversi – io e te – tante cose ci separavano – ma dopo tutto questo... Tutto è cambiato – tutto -...Le categorie... le categorie sono saltate - e i simboli si sono volatilizzati – Spariti...ci ritroviamo qui a chiacchierare io e te – soli – ed è così bello – bello – si sta bene – e se potessi pensare ad ogni cosa che mi è accaduta quest’anno – dirla a te – dirti come la penso – cos’ho da dirti io su quella cosa che è accaduta – che mi è successa – che ci è successa – a me come a te – insieme...
Post n°6 pubblicato il 05 Giugno 2006 da Emily_D
Tag: Sound Track È proprio strano questo inizio di giugno nelle terre di Quinnipak, è come se nell’aria ci fosse qualcosa di triste, forse giornate troppo simili all'autunno, o forse non so, come se qualcosa stesse per accadere ma rimane lì a guardarci aspettando il divenire degli eventi, è strano da spiegare… nella libreria del signor Bloom la radio è accesa, una vecchia radio che non so come è riuscito a far funzionare…ma giustamente i suoi calcoli a qualcosa saranno pur serviti…"La signora", la chiama lui... Radio QuinPak oggi trasmette, ma anche lei è un pò sottotono, la voce di Mr Monypenny annuncia la prossima canzone, Guccini…
quanti ricordi questa canzone
le note incominciano a riempire la stanza, appena coperte dalle ultime parole di Mr Monypenny...
Francesco Guccini > D'Amore Di Morte E Di Altre Sciocchezze (1996) > Vorrei 5’18”
Post n°9 pubblicato il 05 Giugno 2006 da Emily_D
Tag: Note di Emily D.
Post n°10 pubblicato il 09 Giugno 2006 da Emily_D
Tag: Quinnipak Notte di festa nelle Terre di Quinnipak, iniziata già nel pomeriggio, nei vicoli della parte vecchia del centro, che oggi brulica di vita, veloce. Il tempo sembra essersi calmato dopo la pioggia della scorsa notte, ma la terra è ancora impregnata d’acqua, il profumo di terra bagnata entra dalla finestra aperta della libreria del signor Bloom insieme alle voci dei bambini che urlano per la strada lasciando dietro di sé il presagio di una mamma arrabbiata che più tardi li sgriderà per i loro pantaloni nuovi sporchi di fango. Già ora la festa è iniziata, festa di Pentecoste nelle terre di Quinnipak. Ma il pezzo forte ci sarà questa notte. Oggi come tutti gli anni, nel giorno di Pentecoste, il signor Gustav Penish aprirà i suoi giardini per noi, gente di Quinnipak, aprirà i suoi cancelli in ferro battuto, e anche noi, per una notte, potremo godere dello spettacolo di quelle vie di selve strappate alla natura, delle scale di pietra illuminate dalle antiche lampade della famiglia Penish, della terrazza interna, grande, con i suoi tavoli imbanditi, a festa, dello sfarzo dei saloni interni, ma soprattutto della disordinata armonia delle sculture di pietra, vetro, e fiori, frutto della personale pazzia del signor Gustav Penish. Tutti nascono con una personale pazzia, chi non la conosce sa soltanto che sta cercando qualcosa, chi la conosce ha in genere due scelte assecondarla o tentare di fuggirle. Comunque nessuno può sfuggire alla sua personale pazzia, prima o poi la dovrà guardare negli occhi, potato fino a lei dalla ponderata casualità del destino. Il signor Gustav appartiene alla prima tipologia, ed oggi, in questo giorno di Pentecoste, a Quinnipak, si festeggia perché esattamente 50 anni fa il signor Gustav Penish è riuscito a dare una forma alla sua personale pazzia: statue di pietra, fiori, e vetro. Questa notte ci sarà una grande festa nei giardini del signor Penish, ci saranno i musicisti della Muffins Band, ci saranno birra, vino, cibo, gratis, per tutti, ci saranno persone che non si incontrano da tanto tempo, tutti qui, a festeggiare nei giardini del signor Penish.
Chissà se un giorno anche io riuscirò a dare una forma compiuta alla mia…
Post n°11 pubblicato il 09 Giugno 2006 da Emily_D
Tag: Sound Track I musicisti della Muffins Band iniziano ad accordare gli strumenti,
Post n°12 pubblicato il 10 Giugno 2006 da Emily_D
Tag: Note di Emily D. Le sculture di pietra, fiori e vetro del signor Gustav Penish quest’anno sono stupende, penso che siano le migliori che abbia visto, colori scuri quest’anno per il signor Penish, Qui dall’alto del balcone antico e imbandito, vedo il signor Bloom che parla animatamente con miss Elsa Puente, capelli rossi e pelle di perla, è veramente bella miss Elsa, e poi, quegli occhi, scuri, che ti guardano in quel modo, è strano quel suo modo di guardare il mondo, e poi non l’ho mai vista triste, ha sempre un sorriso per tutti, anche con il cuore spezzato, non sono molte le persone così… forse è il suo sangue, metà irlandese e metà argentino. Sono vicini alle nuove statue del signor Penish, sicuramente staranno parlando di loro, il signor Bloom ha sempre una definizione per tutto, è come se stesse lì a scrutare le cose finché non riesce a percepire, non so bene cosa, ma a volte ho l’impressione che abbia come un retino per farfalle con cui cattura i pensieri delle cose… domani sicuramente avrà una bella teoria sulle nuove statue del signor Penish. Poco più in là ci sono Liam e Enrick, i miei fratelli, gemelli, che girano intorno ad una installazione, pietra e fiori, 1,5 m x 70 cm, 1990, “Persone importanti”, si chiama, Mi sembra di essere una civetta appollaiata, quassù, a scrutare tutto dall’alto. Arriva anche Mr Monypenny, con un piede ingessato. Si avvicina e incomincia a scrutate dall’alto anche lui. - Ciao Mr Monypenny, cosa hai fatto al piede? - Caduto da una finestra… ero rimasto chiuso dentro casa e dovevo assolutamente uscire… - Certo che sfiga… - Ma no… sò cose…
È da un sacco di tempo che dovevo parlare con lui, di solito lo sento alla radio, perché qui a Quinnipak abbiamo anche una radio pirata, non ve lo avevo detto? La musica continua. Leno, il cantante della Muffins Band, prende uno strumento dalla sua valigia,e parte un blues… bella la musica della Muffins Band. - Ehi Mr Monypenny, andiamo a prendere qualcosa da bere?
Post n°15 pubblicato il 11 Novembre 2006 da Emily_D
Tag: Note di Emily D.
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Inviato da: HugoBoss999
il 05/06/2006 alle 19:33