IL GIGANTE CHE CAMMINA
Il bel film di Renzo Martinelli dedicato ad uno dei più famosi ed importanti uomini di sport di cultura italiana di tutti i tempi è veramente un film che merita di essere visto. Non sarà mai un film di livello pregiato ma costituisce certamente un bello spaccato della "Italia" degli anni che gravitano attorno ai due conflitti mondiali e che arriva in qualche modo agli anni Sessanta con il mito americano che scorazza nelle menti degli italiani che ancora non hanno la tv a colori e che sognano attraverso la radio.
Il film in questione è CARNERA, The Walking Mountain.
La storia è quella dei gigante buono Primo Carnera, ragazzone di 2.04 metri (così come scrivevano riviste di pugilato come IL PUGILATORE, ndr.), che pesava circa 120 kg, che di torace misurava 128 cm e che arrivò a calzare un terrificante 52 di scarpe!
Dopo il film di Mark Robson "Il colosso d'argilla" basato sul romanzo di Budd Schulberg dove si può ammirare un Humphrey Bogart al suo ultimo film (e che negli USA venne chiamato "The Harder They Fall"), arriva questo film che si configura come un prezioso affresco dell'Italia anni Trenta che ci viene "raccontato" tramite le vicende di un ragazzone nato a 40 km da Udine, precisamente a Sequals, in provincia di Pordenone, nel 1906 e che aveva già le proporzioni di un gigante visto che pesava 8 kg dalla nascita e che era molto raro crescere in quella maniera visto che povertà, disoccupazione e fame erano profondi problemi della maggior parte degli italiani.
Il padre di Carnera teneva in piedi la famiglia facendo il mosaicista in Germania ma quando Primo aveva 8 anni abbandono forzatamente quanto dolorosamente il lavoro perchè partì soldato per la I°Guerra Mondiale. La madre per vivere con una minima decenza di cibo e vestiti vendette pure la fede nuziale. Carnera abbandonerà la scuola coi suoi fratelli ed insieme inizieranno a mendicare. Con una crescita poderosa divenne un vero colosso tanto che per scarpe usò quelle di un soldato austriaco morto in battaglia e come vestiti si mise un'uniforme di un soldato tedesco.
Costretto a 18 anni ad emigrare in Francia per non gravare sulla famiglia, venne notato da un circo e poi, in uno spettacolo da un ex campione dei pesi massimi francese Paul Journée il quale lo fa abbandonare il circo per fare due soldi come falegname e lo fa allenare nella sua palestra insegnando a Primo i primi rudimenti. Via via la vita di Primo sarà piena di alti e bassi, di glori e di sconfitte, di riflettori e di disagi in un'alternanza molto forte di emozioni.
La buona narrazione del film, senza quei penosi tempi morti che a volte gli sceneggiatori mettono in questa specie di vicende-kolossal, e la storia accesa senza divagazioni stupide, anche aiutata da una fotografia ben organizzata e curata anche nella ricostruzione degli scenari americani che sono molto vicini al reale. Non mancano immagini storiche dell'epoca - e quindi del Duce - che come noto "usò/abusò" Carnera come una sorta di "vessillo della razza italica", forte e vincente nel mondo per ovvi motivi di propaganda politica e di lavaggio delle teste dell'italiano medio, poco acculturato, e poco avvezzo alle notize vista l'arcinota ed implacabile censura fascista del giornalismo di radio e carta stampata di quei tempi.
Bella, degno di nota e di buona discussione, l'interpretazione di Andrea Iaia, un colosso semi-pugile quanto attore che ricorda molto bene Primo Carnera non solo per la stazza ma pure per come si muove e boxa sul ring.
Ammirevole la sua parabola pugilistica che va dal 12 settembre del 1928 (debutto a Parigi) al 29 giugno del 1933 tenuto al Madison Square Garden di New York diventa il primo campione del mondo italiano dei pesi massimi al grido dei tanti italiani paganti che vedevano in lui la sofferenza di un uomo che era riuscito a combattere le difficoltà ed a diventare importante ed a rappresentare una rivincita morale anche per loro.
Dopo aver dato l'addio alla boxe (1946), aver fatto 2 bimbi (Umberto e Giovanna Maria) con Pina Kovacic, diventa a 51 anni un campione di wrestling (esattamente il 18 febbraio 1957) battendo King Kong, un gigante dal peso di 228 kg !
Più tardi s'ammalerà di cirrosi epatica e tornerà nel Belpaese. A 34 anni dalla sua conquista del titolo mondiale del pesi massimi di pugilato, Carnera morirà nella sua Sequels godendosi prima l'affetto dei propri cari. Morì infatti proprio il 29 giugno 1967.
Se quindi avete modo andate a vedere questo film. E forse capirete come mai quest'uomo è diventato mito.
In questa società una "Montagna che cammina" stonerebbe e forse sarebbe manipolato dai mass media. Carnera era anche un amante del ballo, della lirica e che sapeva citare a memoria versi di Dante Alighieri. Nell'Italia degli anni Trenta dipinta da questo film di Martinelli ci sono tanti bei ingredienti per capire quei tempi, quelle emozioni, quelle paure. E soprattutto quel uomo buono gigante non solo fuori ma, fondamentalmente, anche nell'animo. Chapeau.
Voto : 7 e 1/2
Inviato da: Rebuffa17
il 10/05/2012 alle 11:35
Inviato da: carlo.stefani
il 03/03/2012 alle 11:59
Inviato da: comandantekil
il 17/06/2008 alle 14:11
Inviato da: ASTRO.19
il 17/06/2008 alle 11:45
Inviato da: elyrav
il 17/06/2008 alle 11:37