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tra la follia e la leggerezza

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« La fine..

Infine i programmi cambiarono...

Post n°64 pubblicato il 15 Gennaio 2010 da pausandro

Meno di un anno in una relazione "seria"..
Stavolta ho battuto tutti i record, personali. Ma stendiamo un velo pietoso. Procediamo col punto della situazione:

- di nuovo in cerca di una casa;
- in cerca di una persa identità;
- in cerca di cerotti per un ego malridotto;
- a leccarmi le ferite "sentimentali" dopo aver creduto al colpo di fulmine una volta di troppo;
- con un infortunio ad una gamba, che mi ha costretto a riutilizzare delle stampelle che speravo abbandonate definitivamente;
- con pochi soldi in tasca e meno in banca;
- mi rimetto in carreggiata!

Giornale di annunci economici alla mano mi reco nella pausa pranzo al bar vicino al mio lavoro!
Una nuova barista, nuova per me che non ci vado da molto tempo.
Un bel tipo, emana una strana energia. Sicuramente una bella persona, spiritosa, simpatica, sorridente con uno sguardo molto schietto e un fisico pericoloso, anche sotto abiti mascolini e ginnici. Non sto cercando una nuova partner. Ancora non ho bene chiaro in testa cosa mi sia successo nell'ultima "storia" finita da pochissimo, non ho voglia di mettermi in gioco o di cercare nuovi spunti per nuove storie. Anzi rifuggo le mie amicizie a rischio flirt peggio che se fossi impegnato.
Ma io sono un avventore e da lei mi aspetto un servizio standard come gli altri. Invece succede qualcosa di strano. I nostri sguardi si incontrano. Percepisco una specie di piccola scossa alla base del cranio. Devo stare buono, mi ripeto in una specie di mantra per non far trasparire nulla. Ma la tipa mi sorride. Sorrido a mia volta. Porto la tazzina al banco dopo averla consumata al tavolo. Lei apprezza il gesto e me lo fa notare. Arrossisco ma butto lì una battuta. Lei ride. Non era molto carina la battuta, ma lei ride come se fossi un cabarettista e lei un pubblico entusiasta.
Ecco cosa mi colpisce in lei. E' entusiasta in ogni cosa che fa.
Parliamo di animali salvati, da lei e da me.
Punto in comune, amore per gli animali.
Nel bar non ci sono più altri clienti.
Sguardo reciproco. Millanto un impegno che in realtà non ci sarà se non dopo un'ora. Esco dal bar, con la sensazione di piacere ad una ragazza che mi piace. Camminando ad un palmo da terra, il mio ego riguadagna punti. Ma un campanello di allarme suona in testa: non devo cercare il ristoro dell'ego negli altri, ma deve nascere da me. Non dall'accettazione da parte degli altri, ma da dentro me per ciò che sono e non per ciò che penso gli altri vorrebbero che io sia.
Ora non devo far altro che lavorare su di me. Chiarire se il mio pensiero rivolto alla mia ultima fiamma, non sia un pensiero in "pilota automatico" o pura astinenza da dipendenza.
Nel frattempo prenderò il caffè altrove. Forse. Ma pure no!

 
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