Vibrrracall... Vibbrrracall... Vibbrrrracaall...
- Pronto?
- Ciao Sandro.
- Ciao Sara.
- Come stai?
- Bene, o almeno diciamo così così. Tu?
- Bene. O insomma. Tu mi conosci. No?
- Insomma...
- Come va il lavoro?
- Una chiamata per informarti su come sto o per farti fare gli auguri.
- Te lo ricordavi?
- Già.
- Perché non mi hai chiamata?
- Avrei dovuto?
- Avresti potuto!
- Non è ancora finita la giornata..
- Quindi mi avresti chiamata?
- Non ho detto questo.
- Ah.
- Ah. Cosa?
- Niente. Ah e basta.
- Ci stavo pensando.
- Davvero?
- Si.
- In realtà è un po' che ci penso. Ma ho paura che si tratti del solito reflusso ciclico.
- Reflusso ciclico?
- Esattamente. Ogni tanto mi torna in mente come stavamo bene insieme. E oscenità del genere. Sai che sono un romantico autolesionista...
- Non dire così, è vero che stavamo bene, ma siamo stati anche male. Non ricordi?
- Non ricordo? Ci sono dei momenti in cui sto male ancora a causa delle nostre discussioni...
- Ok. Anche io, ma occorre andare avanti. No?
- Già, é per questo che stavo pensando di farti gli auguri o meno.
- Ah.
- Deve essere la tua parola d'ordine questo "Ah".
- Solo con te. Da sempre hai il potere di portarmi in alto e farmi precipitare.
- Come festeggerai?
- Festeggiare? C'è qualcosa da festeggiare?
- Scusa.
- Scusa tu. Sai che non amo festeggiare.
- Lo so. Ricordo ancora la tua faccia in occasione della festa a sopresa che organizzai con tua sorella...
- Indimenticabile.
- Avresti voluto uccidermi.
- Avrei voluto. Si. Ma alla fine mi sono divertita.
- Lo so. E' sempre stato così. Eri ritrosa all'inizio di ogni cosa. Come se avessi uno speciale limitatore d'azione che ti impedisca di vivere immediatamente, totalmente, le cose.
- Si forse è così.
- O forse no!
- Tu che fai 'stasera?
- Festeggerò il tuo compleanno.
- Cosa?
- Mi vedrò con una mia amica e ci sbronzeremo in tuo onore. Anche lei è nata il tuo stesso giorno.
- State insieme?
- Non credo. Potrei essere suo figlio.
- Ah.
- Ah...