Creato da pausandro il 24/06/2007
tra la follia e la leggerezza

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« Poeta?La Casa »

Disarmante

Post n°59 pubblicato il 02 Ottobre 2008 da pausandro
 

L'autista del bus, tiene d'occhio i passeggeri attraverso lo specchio panoramico. Quello che distorce ma permette di avere la situazione sotto controllo. Spesso, anziché sedermi, preferisco rimanere in piedi nei pressi della porta accanto al conducente. Mi piace guardare la strada e prevenire le frenate, piuttosto che subirle. Una domenica sera, nei pressi del capolinea della stazione centrale della mia città (chiamo mia città il luogo dove sono nato, cresciuto, e dove per predilizione torno appena posso, anche se in questo periodo sono domiciliato in provincia nda.) a bordo del bus che dalla periferia si sposta verso il centro, mi rendo conto di essere uno dei pochi passeggeri italiani. Di solito non ci faccio caso, ma questa volta percepisco la proporzione 1 a 10, forse a causa della moltitudine di accenti e lingue differenti che sento parlare. Tra i vari passeggeri, una mezza dozzina di ragazzi di colore, dai lineamenti eleganti, sembrano etiopi o keniani; Un paio di ragazze filippine e un gruppetto di peruviani che parlano tra di loro a bassa voce. Un tipo massiccio con il codino e il giubotto di pelle, sta parlando al telefono a bassa voce, ma si vede che è imbarazzato, mi sta così vicino che mi arrivano delle parole che non capisco anche se sono scandite lentamente, come per far capire a chi sta dall'altra parte del telefono ciò che sta dicendo senza il dubbio di un fraintendimento. Sarà polacco o russo.
L'autobus si appresta ad una fermata e apre le porte per la salita e non quelle della discesa, visto e considerato che nessuno ha prenotato la fermata. Un tipo, vestito a festa comincia a battere sulla porta centrale.

- Apri al centro!
- ...
- Aoh. Voi apri' al centro?
- Se non suoni, che c'ho la palla de vetro
- Apri e smetti di rompere il cazzo che sennò te gonfio.
L'autista si alza e girandosi verso l'urlatore gli chiede a chi vorrebbe gonfiare. A vederlo fa una certa impressione. Alto e robusto, un armadio a due ante. Uno dei ragazzi di colore si azzarda ad intromettersi.
- Ha ragione l'autista, per scendere bisogna suonare.
- Ma statte zitto cioccolatino de merda.
L'autista apre la porta di centro, ma scende dal mezzo. Il tipo però non scende.
- A chi volevi gonfia'?
- A te, se non aprivi. E' inutile che fai lo stronzo, che se scendo te meno uguale.
- Sto qui apposta pe' famme mena'!
Il ragazzo di colore si intromette ancora:
- Per favore non discutete, l'autista ha aperto porta. Vai via in pace...
Il tipo si gira e senza parlare lo prende e lo trascina giù per le scalette del mezzo. Cadendo, il ragazzo di colore cerca di aggrapparsi e rovina sull'autista facendolo inciampare. Il tipo violento accenna a fuggire di lato, quando il russo col codino allunga una mano e lo immobilizza afferrandolo per la collotta, come si fa coi gatti. Senza il minimo sforzo apparente lo alza e lo gira verso l'autista. Con un forte accento dell'est.
- Il signore sta lavorando per portare in giro merda come te. Ora chiedi scusa, altrimenti ti guonfio io.
- S.. scusa..
- Dai una mano a cioccolatino e guarda se è ferito.
La situazione si tranquillizza quando l'autista si rialza.
- mandalo via.
- Ok capo.
Il violento mazziato se ne va con la coda tra le gambe. L'autista aiuta il ragazzo di colore e ringrazia con una stretta di mano il russo che è intervenuto.

Lo trovo a dir poco disarmante.
Ormai ci lamentiamo che siamo circondati da stranieri incivili. Che ci rubano il lavoro, le donne, i soldi e altro. Poi siamo i primi a non volerci attenere alle regole che abbiamo stabilito per il vivere civile.

 
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