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Con il permesso (spero) di Enrico Ruggeri Con il passato che ho, dopo mille battaglie e pericoli, di niente al mondo mi pento; nemmeno il vento è più curioso di me. Dove mi trovo non so, ma rimane un istante da vivere per ricordare le porte di tante case dove aspettano me. Portami via; voglia di consumare.Tienimi via. Chi non mi sa capire guardi la scia delle mie navi leggere. Fammi bere al giorno che verrà e alle carezze passeggere. Magari un giorno verrò: rimanere da soli è difficile. Ma l'abitudine a correre è troppo forte; è più veloce di me e non si può combattere. Andiamo incontro all'avventura con le vele al vento; non è rimpianto né paura ciò che sento. Non c'è montagna né frontiera che potrà fermare chi corre incontro al mondo e il mondo sa guardare. Sono già via; scrivo da questo mare.Sono già via. Non si farà legare l'anima mia, fatta di roccia più dura, perché l'anima è un concetto senza età, senza famiglia né bandiera. Faremo un salto dentro al buio; non avremo pace perché nel centro dell'ignoto c'è una luce. Se il cuore nasce marinaio non potrai averlo, perché non basta un altro cuore per tenerlo. Portami via; voglia di consumare.Lascia che sia. Chi non mi sa capire guardi la scia delle mie navi leggere. Fammi ancora bere al giorno che verrà e alle carezze passeggere. Sono già via; scrivo da questo mare.Sono già via. Non posso scegliere una vita non mia: sono di roccia più dura. Non gridare che non sento. Magari un giorno verrò: rimanere da soli è difficile. Ma l'abitudine a correre è troppo forte: è come un fulmine. Portami via; voglia di consumare.Lascia che sia. Chi non mi sa capire guardi la scia delle mie navi leggere. Fammi ancora bere al giorno che verrà e alle carezze passeggere. Se torno vivo non so |
Trionfi e sconfitte
Post n°9 pubblicato il 18 Settembre 2006 da ulisse_contemporaneo
Tag: Vita da single I miei primi giorni di vita da single sono stati oltremodo drammatici. Adesso, ad un anno di distanza, ricordo con un sorriso la prima macchinata (nel mio dialetto trattasi dell'operazione in cui alcuni indumenti sporchi vengono posti in un aggeggio infernale e, dopo lo svolgimento di alcuni riti propiziatori, ne escono apparentemente puliti e - talvolta - profumati, ancorche' bagnati). Avevo letto attentamente le istruzioni e mi sentivo sicuro. Al termine del lavaggio, gli indumenti erano assolutamente bagnati, ma il risultato non era lo stesso di quando la stessa operazione era fatta da un'altra persona. Non profumavano e risultavano tutt'altro che morbidi. Aperta la vaschetta, ho osservato con orrore che sia il detersivo sia l'ammorbidente erano ancora li' a fare bella mostra di se'. La lavatrice dispone di 4 vaschette, due per liquidi e due per polveri/pastiglie. Il mio ragionamento e' stato molto semplice: sia i liquidi (ammorbidente) sia le polveri (detersivo) andavano accuratamente messi nelle due vaschette piu' grandi. Peccato che le due vaschette piu' grandi servissero per lavaggi a 90 gradi con candeggina e, col tipo di lavaggio che ho fatto io, la lavatrice non se li e' cagati proprio. Questo odioso insuccesso mi e' servito di lezione. Infatti, da allora non sbaglio piu' un lavaggio e questo lo considero un vero trionfo. Anche noi ometti single possiamo andare in giro con vestiti puliti senza chiedere aiuto a nessuno. Ho scritto vestiti puliti, non "stirati a puntino"..... questa e' tutt'altra storia. A presto P.S. per chi non l'avesse capito, c'e' molta autoironia in questo racconto. In realta' mi sono dato dell'imbecille per una sera intera.
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Inviato da: voce_sensuale1
il 07/01/2008 alle 13:29
Inviato da: ulisse_contemporaneo
il 21/11/2006 alle 11:53
Inviato da: morosa0
il 21/11/2006 alle 08:01
Inviato da: zeubunga
il 28/09/2006 alle 10:31
Inviato da: ulisse_contemporaneo
il 26/09/2006 alle 12:38